Sono una demente: ero convinta di avere aggiornato sabato. Perdonate l'attesa!
Canzone: Illuminated, Hurts
Aveva disegnato il suo tatuaggio (un teschio composto da rovi attorcigliati e da una delle sue orbite oculari spuntava una rosa rossa appena sbocciata, mentre nella sinistra vi era lo stesso fiore ma appassito), aveva stilato la sua lista di "cose da fare prima di morire" e, al primo posto nella lista, vi era chiedere a Frank come si sente riguardo tutta questa storia. Gli altri, volendo, erano trascurabili.
Strisciò fuori dal letto, si vestì ed andò in cucina.
Mikey era ancora incazzato e non gli rivolse la parola, ma il fatto che gli avesse lasciato mezza caraffa di caffè e un paio di frittelle significava che era già disposto a riappacificarsi con lui.
Dopo una lunga e lenta mattina (la routine mattutina era stata una tra le cose che gli erano mancate di più), riuscì a chiamare Frank e a chiedergli di incontrarsi ad un parco minuscolo e dimenticato, nel bel mezzo di un bosco e vicino ad un laghetto, in modo che potessero permettersi un po' di privacy.
Ora che il problema dei giornalisti si era risolto, potevano rimanere all'aperto quanto volevano: dopo la loro fuga improvvisa e nel bel mezzo della notte di luglio, si erano annoiati ed avevano cercato altri scoop da un'altra parte.
Guardava il cielo di fine luglio stando sdraiato su una delle panchine del parco.
Era agitato: aveva intenzione di mostrare la sua lista a Frankie e di parlargli come una persona adulta e non da ragazzino con gli ormoni impazziti.
-Ehi.
Si mise seduto di scatto non appena sentì la voce del suo fidanzato. Ignorò i capogiri che quel movimento improvviso causarono e sorrise.
-Perché qui? Voglio dire, saresti potuto venire a casa mia!
-Bé, perché qui è bello- allargò le braccia e gesticolò in modo teatrale come facevano gli agenti immobiliari quando mostravano ai loro clienti il giardino. -E poi, anche se stiamo un po' all'aperto, la cosa non può farci che bene- per dimostrare di avere ragione, allungò il collo e reclinò il capo in modo che il suo viso fosse baciato dalla luce del Sole.
In lontananza, poteva sentire le papere del laghetto starnazzare allegramente.
Frank si sedette sull'erba accanto alla panchina. Come il più grande si aspettava, aveva un'aria impaurita, confusa e preoccupata.
-Volevo parlarti della... mia decisione di non sottopormi ad alcuna cura- spiegò. -Io non voglio fare la chemio perché... perché penso che sia inutile, ora come ora. Sono felice, sono contento di ciò che ho vissuto fin'ora, soprattutto grazie a te- gli rivolse un sorriso dolce. -Ma... mamma, Mikey ed io abbiamo avuto una piccola riunione di famiglia, ieri notte, e mi hanno fatto riflettere: dato che sei il mio fidanzato, hai voce in capitolo e... e io devo ascoltarla.
Frankie lo guardò confuso per qualche istante. -C-cosa?
-Voglio ascoltare la tua opinione. E sono serio.
Il più piccolo si agitò; distese le gambe, strappò qualche filo d'erba, giocherellò con essa e poi la lasciò cadere. -Io... posso capirti. Cioè, non capisco il perché tu non voglia più vivere, ma posso fare finta di comprenderti.
-Non voglio che tu faccia finta- lo rimbeccò Gerard. -Voglio che tu sia sincero- spiegò nuovamente come se stesse parlando con un bambino piccolo.
-Voglio che tu ti faccia curare, okay?!- strillò, e all'improvviso il suo viso divenne paonazzo. -Scusa- mormorò.
Il diciannovenne scese dalla panchina e si sedette sul prato accanto al suo fidanzato. -No, è okay. È quello che ti ho chiesto. Ma se vuoi che io mi sottoponga alla chemioterapia e a tutto ciò che ne consegue, voglio fare un patto.
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Smoke gets in your Eyes - FRERARD
FanficEsistono tre parole che negli ospedali vengono ripetute fino allo sfinimento: "ma", "forse" e "se". Ma: "Certo, ora sei in remissione, ma potresti avere una ricaduta e tornare qui tra qualche mese". Forse: "Forse riuscirai a tornare a casa per Natal...