4. I just don't belong in here

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Canzone: Afterlife, Avenged Sevenfold

Un altro pugno.

E ancora e ancora e ancora.

Aveva la bocca piena di sangue e non riusciva ad aprire gli occhi. Un colpo da sotto al mento gli tolse tutto il respiro: i polmoni si svuotarono definitivamente.


Non sentiva più niente, se non il dolore pulsare nei muscoli.


-Basta così, grazie!


Lo lasciarono andare. Picchiò la faccia contro l'asfalto e gli diedero un calcio nello stomaco prima di andarsene.


Prima che tutto diventasse buio, sentì qualcuno urlare il suo nome.




Sentiva le guance completamente livide, le tempie pulsavano come se stessero per esplodere, e... tutto il resto gli faceva male. Non... non... dov'era?


Ricordò di essere stato picchiato, ma non sapeva né quanto tempo era passato, né dov'era, né chi fosse quella persona che lo aveva chiamato.


-Ehi- la vocina di Mikey, bassa, accanto al suo orecchio. -Sei sveglio?


Si fece forza, prendendo fiato e riuscì a produrre un "mm". Cazzo, anche respirare sembrava parecchio difficile. Lentamente, voltò la testa ed aprì di pochi centimetri gli occhi; girava tutto, e perché c'era quella luce?


-Lynz ti ha trovato nel parcheggio della scuola e ha chiamato l'ambulanza. Eri in un lago di sangue...


Fissò il suo fratellino che era seduto a gambe incrociate su una di quelle sedie verdi da ospedale. Aveva gli occhi gonfi e rossi, dietro alle lenti degli occhiali, perché aveva sicuramente pianto e continuava a torturarsi le mani. Un fumetto era appoggiato sul pavimento.


-Ti sei fatto la pipì addosso- mormorò, -e hai vomitato un sacco di sangue. Per non parlare di quello che ti è uscito dai tagli. Sei tutto ammaccato... sembri una mela che è rotolata giù da una scala.


Alzò di pochi centimetri la mano. -Miks- riuscì a biascicare.


-Sì?- lo sguardo di Mikey si accese.


-Acqua. Ho sete.


Sentiva la lingua impastata, e le labbra erano di sicuro gonfie, piene di capillari rotti. Tutto, nel suo corpo doleva.


Il suo fratellino si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza (evidentemente d'ospedale). Mentre Mikey era alla ricerca di un distributore, iniziò a fare mente locale: ricordava di Andy e Martin Nestor che lo picchiavano nel parcheggio con Jamia che li fissava a qualche metro di distanza a braccia incrociate con un sorriso di compiacimento. Era... lunedì, se non si sbagliava. Bé, di sicuro era lunedì, perché la festa era stata sabato, domenica non l'aveva vista e, dopo la scuola, lo avevano braccato. Conosceva la fama del Trio Nestor, ma non aveva mai visto Andy e Martin (cosa praticamente impossibile, dato che quei due erano dei colossi) e, quando li aveva notati, era stato semplicemente troppo tardi per voltarsi e scappare. Era stato picchiato a lungo, o almeno, era quello che pensava, dato che ogni pugno che riceveva nel ventre corrispondeva all'allungarsi del tempo.

Smoke gets in your Eyes - FRERARDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora