La felicità è un attimo

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Se sei una dottoressa con vent'anni di carriera andando indietro è sicuro che come minimo un centinaio di volte avrai dormito su quei lettini scomodi dell'ospedale in cui lavori, soprattutto durante i turni di notte, dove non ti ritrovi nessuna emergenza e mettendo il cerca persone vicino all'orecchio per ogni evenienza, ti concedi qualche minuto di sonno con la speranza che quest ultimo non suoni prima di aver recuperato almeno il dieci per cento delle energie.
Certo quando si tratta del lavoro non puoi dire di no, capisci che quei sacrifici sono sempre validi, e probabilmente c'è anche un altra motivazione per cui ti faresti cinque ore di sonno in croce steso scomodo su un mezzo lettino d'ospedale.

«svegliati tu» pronunciò Sara scombinando i capelli di suo figlio con una mano nel tentativo vano di svegliarlo, il biondo eppure non si mosse di una virgola.

Ludovica aveva chiamato Sara alle dieci di sera dicendole che ormai Simone e Marta si erano addormentati da un po' e non sapeva come svegliarli, a quel punto lei gli rispose semplicemente di chiudere la porta e lasciarli dormire, sarebbe passata la mattina presto a controllare che Marta stesse bene e soprattutto che fossero ancora interi; dato che estate o no, di notte in quell'ospedale si congelava.
Eppure li ritrovò ancora nella posizione della sera prima, stretti stretti sotto due coperte e anche una extra attorno a Marta per non prendere freddo.

«Simo, dai svegliati che non sono di turno e voglio fare una visita veloce a Marta prima della terapia di oggi» continuò la bionda accarezzandogli nuovamente i capelli, e man mano vide gli occhi di suo figlio aprirsi lentamente e la fronte corrucc...

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«Simo, dai svegliati che non sono di turno e voglio fare una visita veloce a Marta prima della terapia di oggi» continuò la bionda accarezzandogli nuovamente i capelli, e man mano vide gli occhi di suo figlio aprirsi lentamente e la fronte corrucciarsi per la luce della stanza improvvisa.

A quel punto Simone pian piano iniziò a svegliarsi, e sentendo che sua madre voleva visitare Marta provò a svegliare anche lei lasciandole tanti piccoli baci sul viso ancora mezzo oscurato dalle coperte.

«quanti ricatti potrei farti con questa scena ogni volta che cerchi di fare il maschio alfa»

Simone alzò gli occhi al cielo per le parole di Sara, nonostante anche lui fosse consapevole che quella sua parte dolce era uscita fuori un po' più del solito con la persona che aveva questa volta vicino, non sapendo in realtà se fosse un bene o un male.
Nel giro di dieci minuti si svegliò anche Marta, e come al solito sentendo che doveva fare un controllo non fece storie, ci era così abituata che sarebbe stata quasi stranita se così non fosse stato; anzi, se era Sara a farlo le faceva molto piacere, non si sentiva mai a disagio e fuori posto.

«adesso dice che va tutto come al solito» sussurrò la ragazza poggiandosi sulla spalla di Simone, al che il biondo sospirò guardando sua madre indaffarata vicino ai risultati.

Osservarono per un po' l'espressione di Sara sempre uguale, ma Marta sussultò quando questa si trasformò in due occhi sbarrati e in labbra schiuse nel giro di un secondo.

«sono peggiorata?
Ecco ti pareva, mai una volta che-»

«Marta no, non.. Va benissimo» disse Sara bloccando le parole della ragazza, per poi sorridere ampiamente continuando a vedere i valori che sembravano essere migliorati drasticamente.

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