Se all'una di notte ti ritrovi appena scesa da un'ambulanza con dei dolori atroci al ventre e l'unica persona di cui avresti davvero bisogno ancora lontana da te, l'ultima cosa a cui pensi sicuramente è l'attimo poco prima di scoprire che da lì e poco avresti dato alla luce qualcuno.
Eppure Sara, mentre la scortavano d'urgenza verso una delle sale parto più vicine per quella situazione complicata che si era posta, continuava solo a pensare alla frase che era rimasta in sospeso tra lei e Niccolò.
Aveva solo capito che l'avessero portata nell'ospedale dove lavorava lei, ma non riusciva a sentire quasi nulla tra tutte le voci ed i rumori intorno a lei.«Sara? Sara mi senti?» sentì chiedersi a poca distanza dal suo viso, e mettendo leggermente a fuoco la situazione, notò Ludovica che in fretta e furia indossava guanti e mascherina per assistere la dottoressa all'operazione.
«Sara hai perso del sangue durante il viaggio in ambulanza, la piccola non è neanche posizionata per il parto naturale e l'unica opzione è un taglio d'urgenza, due minuti e ci siamo, va bene?» parlò a raffica la ragazza mentre cercava di dare una mano quando più possibile.
A stento ricordava la sensazione prima del parto, certo un momento del genere era più che memorabile, ma se ci pensava, a Sara venivano solo in mente i momenti in cui tutti i dolori e le ansie svanivano nel tenere quella creatura tra le braccia, non esisteva più niente oltre quello.
E proprio per questo pensiero, appena prima che la dottoressa che stava per operarla desse l'okay per l'anestesia parziale, afferrò di scatto la mano di Ludovica scuotendo la testa.«Ludo non c'è Niccolò, non ci riesco senza, dov'è Niccolò?» disse trattenendo le lacrime e portando gli occhi verso il soffitto.
«Sara non so dov'è, ma hai davvero i minuti contati, non era previsto il casino che è successo, non possiamo..»
«No io non posso iniziare senza di lui, non l'ho mai fatto ti prego, non ci riesco»
Si portò le mani sul viso e non provò neanche a trattenere le lacrime che scorrevano veloci come cascate, si sentiva solo una bambina incapace di scendere lo scivolo senza sua madre che le teneva la mano.
Vide per poco la dottoressa che faceva un cenno con la testa, poi Ludovica avvicinarsi cacciando un sospiro.«se non riesci l'unica soluzione è l'anestesia totale, devi partorire in una maniera o in un'altra, non puoi fare così»
Non ripose, continuava a fissare un punto fisso davanti a lei senza sapere neanche cosa dire, non voleva ma allo stesso tempo non aveva scelta.
Passarono due minuti circa mentre si accertavano delle ultime analisi e si preparavano per farle prima l'anestesia totale dato che non era nei programmi fino all'ultimo minuto, l'unica persona che uscì dalla stanza fu Ludovica insieme ad un altro infermiere.
Voleva solo chiudere gli occhi e svegliarsi quando tutto sarebbe stato più calmo, più tranquillo, non da sola e non all'improvviso.«siamo pronti?» domandò la dottoressa facendo un cenno generale.
La porta si chiuse per l'ultima volta, e Sara sentì due presenze di fianco a lei.
Erano sicuramente altri infermieri data la situazione, ma nessun infermiere si sarebbe mai abbassato una mascherina afferrandole una mano e avvicinandosi al suo viso come solo una persona faceva.«ciao raggio di sole» sussurrò il moro ad un palmo dalle sue labbra accarezzandole una guancia con col pollice.
Sara quasi perse un battito, non ci sperava neanche più.
Per quanto gli anni passassero e le situazioni anche, avrebbe sempre avuto bisogno di quella mano da stringere quando stava per cadere, indipendentemente da tutto.
Non si accorse nemmeno di quando poggiò la fronte sulla sua e scoppiò a piangere senza trattenersi più, per qualche minuto l'aveva vista seriamente male e si era accorta solo in quel momento di aver avuto seriamente paura.
Era anche quella che aveva sentito per tutti quei mesi legata a tante incertezze, anche la stessa di poco prima quando aveva lasciato una frase a metà, o meglio, una situazione..
Era tutto ciò che scomparve in quel bacio che agli occhi altrui non era nuovo, ma che per lei e lui, fu come tornare a respirare dopo l'apnea.
Aveva sempre lo stesso sapore che sapeva di casa come quasi otto mesi prima, come tutta la vita che in un bacio si perdeva e desiderava rimanerci quanto più a lungo possibile.
Era davvero tornata a respirare, e adesso per la forza che aveva poteva anche sfiorare il cielo con un dito, e quindi affrontare ciò che era più prossimo in quel momento.
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Sei bella come Roma 3
Fanfiction"L'età è solo un numero che limita le tue scelte" Perché non puoi più provare lo stesso amore di una volta dopo tanti anni? Perché non ritornare bambini? Perché non ricominciare tutto da capo? Tante nuove svolte stravolgeranno la vita di Sara e Nicc...