Più poi che prima

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«erano anni che non ti vedevo salire con l'agilità di un pesce su quel muretto»

Per minuti, o forse ore, tutto ciò che Niccolò poteva percepire intorno a lui era solo l'aria leggera e leggermente fredda, qualche rumore provocato dal quartiere che lo circondava e i suoi sospiri stanchi.
Eppure si era arreso all'idea di continuare a sentire quello per tutto il pomeriggio, sempre finché alle sue orecchie arrivò una determinata voce.
Alzò il capo consapevole di chi fosse, e tutto ciò che fece quando il suo migliore amico si sedette vicino a lui affiancandolo, fu solo chiudere debolmente gli occhi con un sorriso malinconico sulle labbra.

«che fai qua?» domandò il moro puntando lo sguardo sull'asfalto.

«oh dovevo solo..»

«la verità, Cassio»

Si rese conto di non pronunciare quelle parole con quel tono di voce da un'infinità di tempo.
Per quanto possano essere forti le amicizie è ovvio che col passare degli anni ci si mettano altri pensieri per la testa.. magari in quella di Niccolò non c'era più solo il pensiero di una rimpatriata coi miserabili, ma avevano preso posto anche tutte le responsabilità che aveva essendo un genitore, tutto ciò che stava passando in quel periodo..
Ma lì, in quel preciso istante, si sentì solo un sedicenne che litigava con i suoi e andava a rifugiarsi altrove, con i suoi amici pronti a capirlo nonostante non spiccicasse una parola.

«okay okay..
Domani sera dovremmo uscire dato che sono tornati i ragazzi da Londra, ma dato che hai il telefono morto e tuo figlio mi ha detto di non vederti da questa mattina, non so perché, ho avuto l'idea di cercarti qui»

«perché domani? Che devono fa oggi?»

I due si guardarono per pochi secondi, e neanche un secondo dopo Adriano scoppiò letteralmente a ridere vedendo la faccia di Niccolò.
Non sapeva cosa volesse dire provare una protezione smisurata per una figlia femmina dato che non ne aveva, ma poteva solo immaginare.

«a me ha solo detto che andavano a fare un giro e poi dormivano fuori»

«sai che Cristian è come un altro figlio per me.. ma speravo comunque che con la convivenza Angelica si annoiasse e tornasse a casa, vedi tu se devo condividere la mia bambina così presto»

Anche Niccolò si lasciò sfuggire un piccolissimo sorriso per quella situazione, al contrario di Adriano, che in realtà si stava sforzando per non ridere.

«dillo che ti fa piacere essere imparentato al pischello mio piuttosto che a uno sconosciuto, te conosco troppo bene» insistette Adriano dandogli una spallata.

«questo non vuol dire che abbia eliminato la mia idea di organizzare un complotto per farli lasciare»

«Aridaje Nì, sei proprio antisgamo.
Lo sappiamo tutti che ti piacciono insieme»

«quando dormono in letti diversi mi piacciono ancora di più»

«povera principessa de zio, fosse pe' te se dovrebbe fa suora»

Lui scosse la testa afferrando il pacchetto di sigarette dalla tasca, per poi passarne una anche al suo amico.
Per i primi minuti stettero in silenzio, Adriano sapeva perfettamente che qualcosa non andava, e la soluzione per capire Niccolò non era mai sforzarlo nel parlare, ma solo aspettare che lo facesse, se voleva.
In quel momento proprio lui stava cercando di mettere insieme le parole, solo per trovare un senso a quello che stava per dire, a quello che stava vivendo.

«Sara è incinta da qualche mese» sussurrò rigirandosi uno degli anelli che portava alle dita.

Adriano ci mise un po' a rispondere, indubbiamente non avrebbe mai potuto considerare negativa quella notizia, ma Niccolò non gli pareva particolarmente contento.

«e la parte negativa?
Qualcosa non va? Il bambino intendo» domandò cercando di arrivare al punto.

«non so nemmeno come sta..»

«nic che succede?»

Per la prima volta nella giornata Niccolò si ritrovò a trattenere le lacrime.
Fino a quel momento aveva provato solo così tanta rabbia da non riuscire nemmeno a controllarsi, era amareggiato e seccato dalla situazione, ma dopo quella domanda dovette solo controllare il suo istinto di scoppiare a piangere come un bambino.
Che stava succedendo?
Come poteva aver vissuto tre quarti nella sua vita con una certezza sola, una certezza che non se ne sarebbe mai andata, ma che ultimamente lo stava lasciando andare?
Che senso aveva?

«è.. è solo tutto un casino.. con Sara, è tutto un casino» sussurrò stringendo i denti e anche leggermente le dita che tenevano stretta la sigaretta.

«Nì calmati, respira e non ti agitare, prenditi il tempo che vuoi, ma poi parlami perché tenerti tutto dentro non risolve niente»

Dopo quelle parole, il moro quindi cercò di fare come quanto detto e si poggiò col capo alla ringhiera dietro di lui, respirando ed inspirando per controllare la regolarità della sua respirazione.
Guardò fisso dritto a lui, dove c'era il muro di un palazzo tutto disegnato, poi iniziò a parlare.

«sento come se l'avessi persa, in tutto e per tutto.
Non ho più voglia di fare nulla per riprenderla, nulla per aggiustare quello che si sta rompendo, o forse si è già rotto.
Stamattina abbiamo litigato un po' più del solito e.. e ho sentito come se avessi perso qualcosa.
Sono uscito da quel posto e pensavo solo al fatto che non è lei la ragazza di cui mi sono innamorato, è solo..
Solo una testa dura che pensa di esserlo più di me intrappolata nel suo corpo»

«vai avanti..»

«la cosa.. la cosa che mi ha sempre fatto necessitare di lei era proprio il suo modo di essere, il ruolo che aveva nella mia vita.
Io sapevo di poterci trovare la calma nei suoi occhi, sapevo di stare al sicuro sentendo il suo corpo vicino al mio, ma adesso non sento più niente di niente.
E sai qual è il bello?
Che non riesco a darmi neanche la colpa, perché cazzo non è colpa mia!
Non so che diamine ho fatto per meritarmi un suo cambiamento dalla A alla Z, una mattina si sveglia e non mi ama più, un'altra si sveglia e inizia a dirmi cazzate, un'altra ancora si sveglia e mi fa fare una figura dal cazzo davanti a quel dottore deficiente che le sbava dietro, capisci?»

Sbuffò innervosito e spense la sigaretta sull'asfalto col piede, non aveva neanche più voglia di fumare.

«nic ascolta, io capisco quanto posso, ma non è nulla di semplice...
Lo sai cosa penso, non ho mai visto un amore forte come quello tuo e di Sara, e non parlo di caratteri compatibili.
Parlo del fatto che se tu fossi da un lato ad urlare e lei da quello opposto a fare lo stesso, non ci sarebbe un solo momento in cui tu non metteresti la sua vita davanti alla tua e viceversa.
Non ho mai visto due persone che si appartengono così tanto, e non è per screditare anche l'amore che vivo io da anni o gli altri, ma è così.
Io sono grato per avere una persona fantastica al mio fianco, che mi capisce e che mi ama allo stesso modo in cui la amo io, e sono anche grato del fatto che viviamo in una situazione dove non c'è mai stata occasione di lasciarci andare.
Ma tu e Sara siete un'altra cosa nic, e lo so io che ho sempre guardato tutto da un occhio esterno, figurati voi due.
Lei è l'amore della tua vita Niccolò, tu eri perso e lei ti ha ritrovato, lei era bloccata in una realtà monotona bianco e nero e tu hai portato colore in tutte le sue giornate.
Io mi rendo conto perfettamente che dinnanzi ad una risposta provocatoria non ti tiri indietro e non pensi a queste cose, bensì hai l'istinto di fare peggio, ma è la rabbia che vi sta accecando in questo momento.
Vedrai che pian piano il tempo sbollirà questa rabbia di cui vi parlo e avrete più possibilità per trovare un punto di incontro»

«e intanto adrià? Intanto continuiamo a trattarci come se tutto tra noi non fosse successo mai?»

«intanto potresti contare fino a dieci prima di aprire bocca, guarda che conosco il tuo caratteraccio di merda»

Al moro scappò un piccolo sorriso involontario, effettivamente quasi nessuno conosceva a pieno il suo carattere forte come Adriano.
Chiuse gli occhi e strinse per poco il suo amico in un abbraccio, sperando di riuscire prima o poi a ritrovare un equilibrio, nonostante avesse l'impressione che fosse più poi che prima.

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