«è proprio necessario?»
Cristian alzò lo sguardo dalla stoffa rossa della cravatta e annuì accennando un sorriso, poi subito dopo concluse il nodo e fece un passo all'indietro.
«non vedo perché dovresti rimanere a casa quando hai sempre partecipato ad ogni ballo insieme a lei, da ormai vent'anni, è la stessa cosa» disse il ragazzo facendo spallucce.
Niccolò lo fulminò con lo sguardo mentre con un dito cercava di allentarsi la cravatta per renderla un po' meno scomoda e più larga, aveva sempre odiato vestirsi in modo formale fin da bambino, il massimo che riusciva a fare era indossare una camicia mezza sbottonata e arrotolare le maniche sulle braccia.
Anche al suo matrimonio non durò più di mezz'ora vestito da pinguino, subito tornò comodo come sempre, avendo la scusa del caldo di giugno poi aveva anche più possibilità che nessuno gli dicesse nulla.
In realtà non ne avrebbe avute lo stesso, non aveva per nulla brutti ricordi di quel giorno, anzi fu abbastanza rilassante.
Aveva partecipato a molti matrimoni e gli sposi arrivavano stremati a fine serata, l'unica cosa per cui lui arrivò stremato fu forse il karaoke delle tre del mattino con gli ultimi invitati e le ultime bottiglie d'alcol, eppure fino al mattino dopo sembrò non essere neanche un minimo stanco.
Fu Sara verso le sette e mezza a dirgli di dormire e non continuare a rigirarsi nel letto, poche ore dopo avrebbero dovuto raggiungere l'aeroporto per il volo mattutino.
A quel punto lui scoprì la sua ragazza dal lenzuolo e si mise ad osservare la sua pancia, totalmente piatta e immobile, eppure lo fece lo stesso.
Per un po' di ore aveva sconnesso dall'idea di essere quasi papà, però dopo il giorno e la notte più belli della sua vita stare un po' ad immaginare la creaturina che tra non troppo avrebbe stretto tra le braccia, gli sembrava solo la ciliegina sulla torta.
Purtroppo però non era più la stessa cosa, non stava mettendo uno smoking per sposarsi, non voleva non arrivare al punto di arrivo per l'ansia, e quella sera non avrebbe saputo nessuna notizia particolarmente strabiliante.
L'unica cosa che era rimasta uguale era che se allungava una mano trovava ancora una piccola vita nella pancia della donna per cui provava sentimenti smisurati, forse quella era la sua unica certezza.«proverò a far finta che vada bene allora» balbettò abbassando il tono della voce e scombinandosi i capelli.
«meglio così, comunque io e Angelica non veniamo, stiamo a casa perché non ha dormito per niente nel volo di prima, era un po' stanca» parlò Cristian sistemando la giacca sulla poltrona e porgendo la maschera a Niccolò da portare sugli occhi.
«mh, e vedete de dormì» disse quest'ultimo con tono sarcastico; il concetto arrivò ben chiaro dato che Cristian annuì facendo una mezza risatina nervosa.
Considerava Niccolò zio suo da quando era nato praticamente, ma da quando stava con Angelica lo considerava in un modo un po' diverso.
Sapeva che il primo uomo che la sua ragazza amava sulla faccia della terra sarebbe sempre stato suo padre, sempre lo stesso con cui avrebbe fatto i conti se gli fosse saltato in mente di spezzarle in due il cuore.
Questo faceva sì che i suoi gesti automaticamente fossero un po' più formali e pacati, certo non era arrivato a dargli del voi, però le cose erano un po' cambiate da questo punto di vista; al contrario di Angelica, che se da sempre riteneva Vanessa come sua zia preferita, attualmente era come un'altra mamma.
Sempre parlando di Angelica, lei invece aveva appena spento la piastra per le onde ai capelli, mentre Sara si era appena poggiata al tavolino per guardarsi un po' meglio allo specchio.«posso sapere quando trucco mi hai messo?» disse la bionda rivolgendosi a sua figlia, la quale fece spallucce e accennò un sorriso.
«stai benissimo, sicuro con la maschera non si vedrà troppo, ma ad ogni modo hai il pancione che ti fa sgamare»
Sara cacciò un sospiro e osservò per un altro mezzo secondo la sua immagine allo specchio, per essersi preparata in neanche mezz'ora aveva fatto miracoli.
Indossava un vestito aderente bordeaux che si, evidenziava molto la pancia, ma non era un problema dato che aveva sempre amato vedersi col pancione.
Angelica si era impegnata quanto più possibile nel farla assomigliare un minimo a Marilyn Monroe, ricreando capelli, trucco e outfit di quando la star fece il suo ingresso ad uno dei tanti red carpet.
Certo non era identica, ma andava ugualmente bene.«Mh.. da riccia sembri più Shakira che Marilyn Monroe, ma vabbè, sempre meglio di quella dottoressa anziana che l'anno prossimo va in pensione e pretende di assomigliare a cenerentola soprattutto in viso»
«si amore domani mi sveglio e assomiglio anche ad Angelina Jolie, non esagerare»
Sara trattenne una risata e poi legò dietro la sua testa la maschera color oro essenziale per la festa, aveva fatto un po' tardi ma era ancora in tempo.
Stampò un bacio sulla fronte di Angelica e si raccomandò di guidare piano verso casa, così da stare a pensiero tranquillo.
Uscì dalla stanza in cui di fretta si era cambiata e sistemata, scese due piani dell'ascensore e subito l'atmosfera di festa la travolse come l'ultimo ballo del liceo.
Salutava distrattamente le poche persone che riconosceva e soprattutto quelli che la riconoscevano, non che avessero difficoltà, e man mano che camminava ammise di aver salutato distrattamente qualcuno senza neanche riconoscerlo dato che era stata chiamata.
Si avvicinò al bancone e prese un analcolico, una delle poche cose che poteva bere oltre acqua e Coca-Cola.
Non era mai stata amante dell alcol, ma quella birra bevuta il sabato sera sotto le stelle, distesa di fianco a Niccolò mentre arrivava un po' di vento essendo in terrazza iniziava a mancarle.
Le sembrò una coincidenza enorme quando sentì una mano sfiorarla da dietro, come se avesse attirato a sé la persona a cui stava..«ciao..» sussurrò con una punta di delusione nella voce appena si voltò, non poteva negare che voltandosi con un sorriso enorme sperava di ritrovarsi Niccolò davanti, non Federico.
«ehi.. non pensavo di trovarti qui, hai fatto tardi» disse il biondo facendo un colpetto di tosse, percepiva parecchia tensione dopo il loro ultimo incontro.
«si lo so, ho dato una mano ad una mia paziente per uno spettacolo insieme a dei bambini di un intero reparto»
Non lo guardava neanche negli occhi, osservava tutto intorno a lei come se tutto fosse più importante, fin quando qualcosa d'importante la vide davvero.
Mezza parte del suo viso era coperta da una maschera simile a quella che aveva lei, eppure quelle fossette ai lati della bocca quando sorrideva, gli occhi che si riducevano ad un taglio sottile se li assottigliava, quelle labbra disegnate che aveva sempre osservato con il volto incantato, li avrebbe riconosciuti sempre.
Il momento in cui superò Federico e si fece spazio tra la folla per raggiungerlo sembrava una di quelle scene a rallentatore e con la musica da effetto nei film, ci sarebbe stata bene.
Lo raggiunse e quando anche lo sguardo di lui la adocchiò da subito, ci furono solo appena due secondi dove i due non si mossero.
Niccolò l'aveva squadrata almeno dieci volte facendo su e giù con gli occhi per quel corpo di cui conosceva ogni centimetro ma che ogni volta a distanza di anni gli toglieva il fiato allo stesso modo; poi si bloccò sul suo viso, o almeno quello che poteva vedere.
Strinse i denti non sapendo neanche quale passo sensato fare, e allentò il gesto quando Sara gli poggiò una mano sulla spalla facendo aderire i loro corpi e gli lasciò un bacio sulla guancia.
Poteva il mondo smettere di funzionare con un solo tocco di labbra sul viso?
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Sei bella come Roma 3
Fanfiction"L'età è solo un numero che limita le tue scelte" Perché non puoi più provare lo stesso amore di una volta dopo tanti anni? Perché non ritornare bambini? Perché non ricominciare tutto da capo? Tante nuove svolte stravolgeranno la vita di Sara e Nicc...