Ogni anima

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Arrivi ad un certo punto della vita dove nulla ti è dovuto, dove il 90% delle persone vivono al giorno e senza fare programmi anche solo per la settimana dopo, consapevoli che in realtà tutto ciò che vivono è solo un di più di cui devono essere grati.
Quel 10% invece, sono le persone che di progetti ne hanno, che continuano ad amare, che si chiedono "perché a vent'anni si e venti dopo no?", e che prendono la vita quasi come una sfida fino a pretendere ancora quel giorno in più.
Niccolò chiuse gli occhi lentamente mentre la sua mano era ancora poggiata sulla carta e l'altra teneva stretta una penna, come se in quella stretta forte avesse rinchiuso tutto il timore che gli scorreva nelle vene.
Sussultò appena sentì un movimento di fianco a lui, e notando che Sara si stava solo voltando cercando la sua presenza nel sonno, si calmò avvicinando una mano al suo viso.
Delicatamente sfiorò la sua pelle chiara e calda maledicendosi di avere le dita congelate, ma lei non accusò nulla, anzi, si tranquillizzò rilassando i tratti del volto.
La guardava e si chiedeva da dove cominciare, da dove partire.. ma come avrebbe fatto anche solo a determinare un inizio a quella parentesi della sua vita così grande da mettere da parte tutto il resto?
Sospirò e si convinse che non era l'inizio il problema, ma la fine, e quindi osservando l'orario mattutino, si decise a buttare giù due parole in onore della persona che gli aveva salvato la vita.

[...]

«mamma, mamma sveglia»

Erano circa le dieci quando Sara, aprendo gli occhi spaesata, si ritrovò davanti il volto della sua bambina che tentava di svegliarla con un sorrisetto in volto.
Rebecca aveva ormai tre anni da poco compiuti, tre anni dove aveva portato letteralmente un uragano di vita nei giorni dei suoi genitori, i suoi fratelli e chiunque amasse quegli occhietti di cerbiatta dal taglio tirato e i capelli scuri e mossi.
A primo impatto Sara pensò che Becky doveva andare a scuola e che si era svegliata tardi, ma era domenica, per questo si era concessa un po' di sonno in più.
La motivazione non erano neanche i suoi fratelli, visto che da qualche giorno era l'unica piccola peste per casa.
Tralasciando Angelica che aveva appena iniziato l'ultimo anno di studi a Londra, Simone, ormai diciannovenne, aveva deciso di partire per pochi giorni con Marta verso una meta a sorpresa, dato che solo due settimane dopo sarebbe partito per un campus inseguendo il suo sogno del basket.
I due erano rimasti ancora molto uniti nonostante gli anni, Marta aveva imparato a vivere, stava attenta per tutelare la sua salute ma quella fiammella d'amore tra lei e Simone non si era mai spenta, nonostante anche le passioni molto diverse che avevano.
Ricapitolando quindi, niente scuola, niente fratelli, per quale motivazione Rebecca l'aveva svegliata?

«che c'è amore?» domandò strofinandosi un occhio.

«guarda che ho trovato nei miei giocattoli»

«Becky non devi scendere le scale senza me o papà, te lo dico sempre»

Il primo istinto prima di guardare ciò che aveva tra le mani sua figlia, fu ovviamente la preoccupazione della piccola che faceva letteralmente un volo da due rampe scale non avendo i calzini antiscivolo.

«lo so mamma è che prima papà mi ha dato un bacio mentre dormivo, quindi mi sono svegliata e dopo un po' mi sono messa a giocare» balbettò la piccola mettendo su un'espressione dispiaciuta, consapevole che nessuno riusciva mai a resistere quando faceva così.

«va bene per questa volta chiudo un occhio, fammi vedere cos'hai trovato»

Mentre apriva vagamente quel foglio che le era stato portato, deglutì notando la scrittura di Niccolò.
C'erano scritte molte cose lì dentro, e inizialmente pensò che non le toccasse leggere, ma poi leggendo "per Sara" capì.
Ultimamente aveva la testa piena di preoccupazioni, andava tutto bene, però sentiva sempre delle brutte sensazioni e una brutta atmosfera da qualche mese a quella parte.
Abbozzò un sorriso e accompagnò nuovamente Rebecca al piano di sotto per lasciarla giocare in tranquillità, e chiudendosi dietro la porta della cucina, iniziò a leggere quella calligrafia che conosceva bene come le sue tasche.

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