8.

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Phoenix si svegliò tutta dolorante.
Ricordava perfettamente cosa era accaduto ieri. Ogni minimo particolare.
Era un po' eccitata per l'allenamento che avrebbe fatto oggi. Chissà come sarebbe stato.

Phoenix si vestì, lasciò Demo a terra e non lo svegliò, e uscì.
Notò che non c'era Giuly, probabilmente si era svegliata prima.
-Buongiorno!- esclamò la protagonista dei pensieri di Phoenix, saltando davanti alla ragazza rossa.
Phoenix fece un salto all'indietro.
-Mio dio! Mi hai fatto prendere un colpo!- urlò.
Per tutta risposta, Giuly ridacchiò.
-Forza, dobbiamo andare in palestra- disse poi.
Phoenix sgranò gli occhi.
-Abbiamo una palestra?! E da quando?!-
Guily ridacchiò di nuovo.
-È nascosta- disse semplicemente.
Arrivati in salotto, si fermarono.
Poi Giuly andò verso un quadro.
Lo tolse. Nella parete, nascosto dal quadro, c'era un piccolo pulsante.
Giuly lo premette.
Si sentì un click, poi alcune assi del pavimento si alzarono, rivelando una scala a chiocciola che scendeva, e non si vedeva la fine.

-Forza!- disse Giuly mentre incominciava a scendere.
Phoenix era ancora imbambolata a fissare la scala. Se c'era questo passaggio segreto, chissà quanti altri ce n'erano ancora.
Poi si accorse che Giuly stava facendo su e giù con la mano davanti a suoi occhi, mentre diceva -Terra chiama Phoenix-.
-Sì, sì, ci sono- disse lei scuotendo la testa.
-Dobbiamo andare! Luni ci aspetta- disse Giuly.
A quel punto arrivò Demo.
-Wow, ma che figo!- disse non appena vide la scala.
-Dove porta?- chiese poi.
-In palesta- rispose Phoenix.
-Allora andiamoci!- esclamò Demo, contento. E si fiondò giù per le scale.
-Acc... ma qui non si vede niente. O, no, aspetta! Ma che figo! Si sono accese delle torce da sole!- la voce di Demo le raggiunse, facendole ridere.
-Andiamo- disse poi Phoenix, incominciando a scendere.
Giuly scese pure e dopo cinque gradini richiuse il passaggio grazie a un altro bottone che si trovava lì.

Scesero per circa un minuto, poi arrivarono in un'enorme sala rettangolare sotterranea.
Aveva il pavimento liscio e lucido. Forse era fatto di marmo.
Le pareti non erano quadrate, erano tonde, e sembrava di essere dentro un tunnel gigante, che s'interrompeva con due pareti di roccia.
Il tetto era molto in alto, ed era pieno di stalattiti (o stalagmiti, Phoenix non se lo ricordava mai).
In una delle pareti, c'era una porta, che conteneva di sicuro degli attrezzi utili per l'addestramento, o per aumentare la resistenza fisica.
Ai lati della palestra c'erano tutti gli strumenti che non entravano nella stanza dietro la porta.

Luni era al centro della palestra, e accanto a lui c'erano tre tappetini. Phoenix aveva già mente a cosa sarebbero potuti servire.
-Incominceremo con un po' di stretching- disse infatti Luni. Giuly alzò lo sguardo in cielo, sbuffando. Phoenix poté dedurre che Giuly e lo stretching erano due rette parallele. Non si sarebbero incontrate mai.
Invece lei se la cavava bene.

Luni le fece consumare tutte le energie, non solo con lo stretching.
Le fece correre, arrampicare, saltare.
Di tutto. E pensare che era solo il primo allenamento. All'una le fece mangiare un piatto di lattuga con patate bollite, poi ricominciavano.
Quando finirono non avevano neanche la forza di salire le scale.
-Bene, ultimo esercizio: andare a letto- disse Luni, mentre saliva le scale due a due, come se in tutto l'allenamento non avesse fatto nient'altro che mangiare un gelato.

Le ragazze e Demo arrivarono dopo un'ora, con tanto di dieci minuti di riposo a metà scala. Trascinarono i piedi fino ai proprio letto e si buttarono sopra come se non ci fosse un domani.
Dopo nemmeno cinque secondi erano già nel mondo dei sogni.

I giorni trascorsero uguali per qualche settimana: mangiare, scendere in palestra, allenarsi, pranzare, allenarsi,
Salire le scale e andare a dormire.
Poi, cambiarono improvvisamente routine quotidiana.
Un giorno, scendendo le scale, videro in palestra una enorme piscina.
-A che serve una piscina?- chiese Giuly a Luni. Lui sorrise.
-Serve per te- disse soltanto.
Giuly sgranò gli occhi.
-Per me!?- chiese.
-Tra poco capirai- rispose lui, andando verso la piscina.
Giuly lo seguì.
Luni fece avvicinare Giuly, sembrava che volesse dirgli qualcosa di importante e misterioso all'orecchio.
Poi, quando Giuly era abbastanza vicina, con un movimento repentino la buttò in acqua.
Phoenix cominciò a ridere, senza riuscire a smettere.
Demo imitò la sua umana.
Alex ridacchiò e Luni sorrise.
Giuly stava ritornando in superficie, e Phoenix vide che si era trasformata in sirena: aveva la pelle ricoperta di squame verde-acqua azzurro, la coda dello stesso colore e le pinne viola. Aveva delle pinne nella schiena, nella coda dalle parti delle ex-cosce, nei gomiti e alla fine della coda. Gli occhi erano viola. Era incazzatissima.
-Come hai potuto buttarmi in piscina!?- disse a Luni e, senza aspettare risposte, lo buttò in acqua.
Phoenix e Demo cominciarono a ridere più forte di prima e, sinceramente, nemmeno loro sapevano perchè.
Luni riemerse.
-Visto? Avete scoperto su cose si basa l'allenamento di oggi- disse, mentre Demo e Phoenix smettevano lentamente di ridere.
Luni uscì dalla piscina, tutto grondante di acqua.
-Bene, Phoenix. Prova a trasformarti in Drago- desse Luni, contento.
Phoenix fissò Luni con serietà.
-Non sene parla, fa malissimo- disse lei.
Luni sorrise.
-Non in Mezzo-Drago, in Drago. Fa meno male- disse lui.
La ragazza sospirò.
-Sei sicuro?- chiese a Luni.
-Ne sono certo- rispose lui.
Allora Phoenix si allontanò un po' chiuse gli occhi e pensò intensamente al suo animale preferito.
Riaprì gli occhi.
Era ancora umana.
Sbuffò.
Luni si accorse del suo disappunto, e le disse -prova a pensare a qualche ricordo intenso, tipo quando hai sentito tanta rabbia, o tanta gioia, oppure ta..-
-Si, grazie, ho capito- lo interruppe Phoenix.
Allora scelse il ricordo di quando aveva provato una strana voglia di volare, poco prima di incontrare Luni.
Phoenix si sforzò a ricordare, e si accorse di stare lentamente cambiando forma.
Quando la trasformazione finì, Phoenix si ritrovò a vedere due Luni e Giuly piccoli quando il suo braccio.
Si era trasformata in un Drago rosso, con la coda leggermente più scura del corpo. Le ali erano grandi, sempre rosse. Gli occhi erano gialli.
Phoenix aprì un po' le ali.
Si sentiva di poter volare nei cieli e non fermarsi mai più.

Il Mio Demone CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora