36.

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-Chi siete voi?- chiese Nathan, quasi spaventato.
La donna e l'uomo si girarono verso di lui.
Poi la donna si avvicinò.
-Piacere, sono la madre di Phoenix- si presentò, tendendo la mano.
-E io il padre- disse l'uomo.
Silenzio.
-Ma non eravate morti?!- chiese stupito Nathan.
La donna sorrise.
-Abbiamo solo finto la nostra morte, per evitare i nostri inseguitori- spiegò.
-Chi vi stava inseguendo?- chiese Nathan.
La donna si fece seria.
-Quello che adesso sta cercando voi- disse, rendendo Nathan era confuso.
La donna, dopo averlo notato, si presentò -Comunque sono Monica- disse.
Monica era una donna alta, con occhi azzurri-violetti e i capelli rossi, che gli arrivavano a metà schiena.
Era vestita con un vestito azzurrino leggero, senza maniche.
Il padre era alto, senza barba, con capelli castani e occhi verdi-marroni.
Era vestito con pantaloni in pelle e una maglietta bianca a maniche corte.
-Piacere, Paolo- disse lui, porgendo la mano.
-Nathan- disse l'anima, stringendola.
-Allooora... come hai conosciuto Phoenix? Non è morta, vero? Cioè, se tu sei un'anima...- disse Monica.
Nathan sorrise, anche se Monica non poteva vederlo per via del cappuccio.
-No, non ti preoccupare. Non è morta- "almeno spero" concluse Nathan nella sua testa.
La madre di Phoenix sospirò.
-Per fortuna. Ma... tu che ci fai qui? Voglio dire, non dovresti essere all'Inferno?- chiese dopo.
-Veramente non so bene che è successo, ma da quello che ho capito la Morte non mi ha "ucciso", cioè non ha previsto la mia morte, e quindi mi ha mandato sulla Terra per vivere la mia vita, credo. O forse per uccidere il mio assassino?- cercò di spiegare Nathan.
-Ah, ok. Non ci ho capito tanto ma vabbè. Cosa facevi prima di morire?- chiese Paolo, sorridendo gioviale.
"Strana discussione" pensò Nathan prima di dire -Non me lo ricordo, ma il mio Demone mi ha detto che ero un Mezzo-Drago-
Monica e Paolo si guardarono in un modo strano.
-Che c'è?- chiese Nathan, improvvisamente preoccupato.
Monica sospirò.
-Può essere che sei il figlio di un nostro amico che...- Monica si fermò.
-Che...?- la esortò Nathan.
-Che è rimasto ucciso tanti anni fa- continuò Paolo.
-Lo sospettavo- disse Nathan, sospirando deluso.
-Che avessi dei genitori morti?- chiese Monica confusa.
-No,che fosse una brutta notizia- disse l'anima.
Poi Nathan si accorse di una cosa.
-Dov'è il drago azzurro?- chiese, guardandosi attorno.
-Se ne è andato mentre stavamo parlando, a lui non piace parlare con qualcuno. E poi è ovvio che non si trova una compagna- disse Monica, alzando gli occhi al cielo.
-Se tu gli metti fretta...- disse Paolo.
-Io gli metto fretta? Non è vero!- protestò la donna.
Nathan si allontanò piano piano, lasciando la coppia che stava litigando.
Voleva trovare il drago azzurro.
-Emm... mi scusi. Ha visto un drago azzurro?- chiese a un draghetto verde, abbassandosi il cappuccio del mantello.
-Dipende. Quale cerchi?- chiese il draghetto.
-Red! Allontanati da quell'umano!- disse un drago rosso.
Nathan lo guardò.
Poi riguardò il draghetto verde.
-Ti chiami Red?- chiese, con una mezza risata.
-Si, lo so. Lo sciamano aveva previsto che nascessi rosso, e quindi mi hanno chiamato Red. Ma alla fine ero verde. È il destino- disse il draghetto, ridacchiando.
-Red!- chiamò il drago.
-Arrivo!- urlò Red.
-Ciao...?- disse dopo, rivolto a Nathan, cominciando a camminare verso il drago rosso che lo chiamava.
-Nathan- disse l'anima.
-Ciao Nathan- urlò Red, ormai lontano.
-Cucciolo strano, quello- disse una voce familiare da dietro Nathan.
Lui si girò.
C'era il drago azzurro.
-Ciao. Sei sparito- furono le uniche cose che disse Nathan.
Poi si rese conto di cosa aveva detto il drago.
-Perché?- chiese.
-Gli sciamani non sbagliano mai- fu l'unica risposta.
-C'è sempre una prima volta- replicò Nathan.
-Non per loro. Non si chiamerebbero sciamani, se no- disse il drago azzurro, cominciando ad andarsene.
-Hey, non andartene- disse Nathan, cominciando a seguirlo.
Il drago sbuffò, ma continuò a camminare.
Mentre Nathan seguiva il drago, ebbe modo di osservare meglio l'ambiente circostante.
La comunità dei draghi era nascosta da alberi alti, su cui erano costruite alcune casette con una specie di balconcino dove i draghi atterravano prima di andare nelle case.
Le case erano di pietra e legno, alcune erano vere e proprie grotte.
Le case non erano tutte sugli alberi, alcune erano a terra.
La luce del sole veniva filtrata dall'intrico di rami e foglie degli alberi, che nonostante tutto lasciavano passare tanta luce verde.
Nathan si chiese come facessero per la notte, ma torce piazzate in ogni punto della comunità faceva intendere.
Ma la cosa più strabiliante erano le enormi creature che ormai tutto il resto del mondo credeva estinte: draghi di tutti i colori e dimensioni, pieni di sentimenti positivi, che sembravano ignari del mondo crudele al di fuori della loro comunità.
-Wow- non poté non sussurrare Nathan.
-Sì, anche a me piace dove vivo- disse il drago, come se gli avesse letto nella mente.
-Come ti chiami? Azzurro?- chiese a bruciapelo Nathan.
Il drago sbuffò.
"Sto' drago sbuffa sempre. E poi sembra l'unico con sentimenti negativi in questo posto" pensò Nathan.
-Vabbè, ti chiamerò Azzurro- decise Nathan.
Passarono un po' di minuti in silenzio. L'unico suono che facevano erano i passi sulla terra battuta da innumerevoli zampe.
-Mi devi continuare a seguire per tutto il tempo?- sbottò il drago all'improvviso.
-Sì, voglio sapere dove stai andando e dove abiti- disse Nathan.
Il drago sospirò.
Poi aprì le ali.
Erano enormi, azzurre, piene di cicatrici che si vedevano come linee più chiare più o meno sottili.
Poi prese ad allargarle, fece qualche passettino indietro, corse in avanti, spiccò un balzo e volò.
Così in fretta, che Nathan era rimasto a guardare tutto il processo a bocca aperta.
Seguì il drago azzurro con lo sguardo, fino a che non si posò su una piattaforma di una casa su un albero.
Poi si sporse giù.
E, vedendo Nathan ancora a bocca aperta, scoppiò a ridere con la sua voce roca.
Una risata, che a malapena riuscì a raggiungere Nathan.
Ma Nathan, quando sentì la risata, non riuscì a trattenere in sorriso.

Il Mio Demone CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora