-Phoenix! Aprimi!- urlò Demo, battendo il pugno contro la porta.
Demo sentì anche l'urlo di Phoenix.
Si accasciò a terra e si prese la testa fra le mani.
Se solo fosse stato più veloce, la sua umana sarebbe insieme a lui e almeno sapeva cosa stava succedendo.
Lo aveva promesso a Nathan.
Gli aveva fatto promettere, nella notte, di tenere sempre sott'occhio Phoenix.
Come aveva potuto.
Intanto i colpi dietro il muro erano cessati.
"Certo" pensò Demo "hanno quello che vogliono".
Passò un po' di tempo.
Demo pensò alla sua casa.
All'Inferno, tutti i compagni dell'Accademia per diventare Demone Custode lo prendevano in giro.
Dicevano che era troppo buono per diventare un Demone Custode, ma lui non aveva ceduto. Aveva incontrato pure un'amico, lì: Herty.
Herty e lui erano diventati amici subito.
Poi lui gli aveva fatto conoscere sua sorella Ilary. Lei non frequentava l'Accademia. Ilary e Herty andavano d'accordo, al contrario suo e di sua sorella Seryon.
Seryon era la sorella di Versus, anche lei iscritta all'Accademia, come il fratello. Seryon era un'anno più grande di Versus. Da piccoli giocavano sempre insieme, poi la madre aveva preso la decisione di mandarla all'Accademia. L'anno dopo era completamente cambiata. Sorpresa del cambiamento, la madre aveva mandato anche Versus all'Accademia, ma non ha avuto gli effetti sperati.
Mentre Versus era il peggiore della scuola, Seryon era la migliore. Infatti aveva ricevuto la sua prima persona dopo solo due anni e mezzo di Accademia. Di solito si riceveva a quattro/cinque.
Versus, invece, aveva avuto Phoenix dopo sette anni di Accademia.
Quando aveva visto la sua foto nel fascicolo, aveva subito informato Ilary. Herty era andato via anni fa, dal suo umano Nathan. Nathan che aveva riconosciuto subito appena lo aveva visto.
Nel giorno della partenza, i professori si erano complimentati con lui e gli avevano spiegato dove sarebbe spuntato. Lo avevano accompagnato al portale e lo avevano spinto dentro. L'ultima immagine che aveva visto era stata Ilary che lo salutava.
Poi era spuntato in una foresta. Er pomeriggio. Si era alzato in volo e aveva volato dove lo aveva guidato l'istinto. Era riuscito ad arrivare da Phoenix la notte del tredicesimo giorno e Versus era emozionatissimo.
E da allora aveva vissuto insieme a lei. Lei lo aveva chiamato Demo. Aveva conosciuto Talia, un'Angela che il suo umano chiamava Alexandra. Aveva incontrato Giuly, una ragazza senza Custode. Aveva incontrato Luni. Aveva incontrato Nathan. E aveva incontrato la creatura più strana del mondo: Mortis. Nata da un Demone della Luce e un'Angelo del Buio. Era un Mezzo, sì, ma non vedeva Demoni e Angeli, vedeva auree. Strano.Demo sospirò. Aveva praticamente fatto un riassunto mentale della sua vita.
Gli mancava l'Inferno. Gli mancava Herty. Gli mancava Ilary. Ma soprattutto gli mancava la vecchia Seryon. Demo sentì le lacrime spingere per uscire, ma lui le ricacciò indietro. "Un Demone non piange mai" è questa la regola principale che insegnano all'Accademia. Adesso non doveva pensare alla sua sorellona, doveva pensare a Phoenix.
Si alzò in piedi.
"Allora... cosa posso fare?" Pensò Demo guardandosi intorno. Vide l'orologio. Aveva passato sette minuti a pensare.
Si voltò verso la porta.
"Potrei aprirla" pensò, ma scartò subito quella idea. Un'altra regola importantissima era non poter aprire o toccare o spostare gli oggetti. Poteva rischiare e provare, ma non sapeva che sarebbe successo. Poteva perdere il posto di Demone Custode di Phoenix. Oppure poteva essere bandito dall'Inferno. Oppure...
"Basta pensarci" si auto-comandò Demo.
Girò in giro per un quarto d'ora.
Ogni minuto che passava era un minuto di disperazione.
-BASTA!- urlò Demo, nello stesso istante in cui Mortis e Phoenix urlarono.
-Phoenix!- disse Demo e appoggiò l'orecchio nel muro.
Non si sentiva niente.
Scene raccapriccianti incominciarono ad invadere la testa di Demo.
Si passò le dita fra i capelli.
"Cosa posso fare? Cosa posso fare?" Pensava Demo, girando in tondo.
Si fermò.
Era davanti alla porta.
"NO!" urlò interiormente.
Cominciò a rigirare in tondo.
Il sudore stava togliendo il trucco e alcune piume cadevano a terra.
Demo imprecò e dalla borsa a tracolla prese il trucco e si ritruccò. Poi prese delle piume e se le riattaccò alle ali.
Si buttò sul letto e si mise le mani sulla faccia.
Era super stressato.
L'idea di aprire la porta e di uscire fuori era sempre più insistente.
Se sarebbe stato cacciato dall'Inferno, avrebbe trascorso la sua vita con Phoenix. Se non sarebbe stato più il Demone di Phoenix, Herty avrebbe di sicuro preso il suo posto e Herty era il suo migliore amico.
Demo si alzò.
Si avvicinò alla porta.
Mise una mano nella maniglia della porta.
-Nooo non ce la faccio- disse Demo con una voce lamentosa.
Si allontanò dalla porta e si ri buttò sul letto.
Si alzò subito dopo.
"Ce la devo fare" disse.
Fece la stessa cosa di prima.
Per una volta.
Per due volte.
Per tre volte.
Per quattro volte.
Sbuffò e si ributtò nel letto.
Rimase a prendere il coraggio così per un po'.
Si alzò.
Si mosse lentamente verso la porta, guardandola come se fosse qualcosa di spaventoso.
-Dai ce la posso fare. Dai ce la posso fare- sussurrò a se stesso.
Appoggiò la mano sulla maniglia.
Sentì delle voci oltre la porta, quindi decise che era meglio aspettare. Le voci si allontanarono.
-Dai ce la posso fare- sussurrò un'ultima volta.
Poi si preparò ad abbassare la maniglia.
La stava per abbassare, quando la porta si aprì.
Demo saltò all'indietro.
Entrarono Mortis e Phoenix.
-Phoenix?- disse alla ragazza dai capelli rossi.
-Sì?- chiese lei.
Demo la abbracciò.
-Sei viva- le disse all'orecchio.
Phoenix ricambiò l'abbraccio.
-Perché, non dovrei?- disse lei, sorpresa.
Demo si staccò dall'abbraccio.
-Sai, avevate urlato e io...- spiegò imbarazzato.
-E tu hai pensato male- concluse una voce famigliare.
Demo si girò.
-Voi!?- disse, sgranando gli occhi.
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Il Mio Demone Custode
FantasyPhoenix è una normale umana in un mondo popolato di creature fantastiche, licantropi, vampiri, maghi, fate, streghe e molte altre ancora. Lei vive una vita normale, ma ha due desideri: Non essere umana e avere un migliore amico. Tutto cambia con la...