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Lucifero era seduto sulla sedia con le gambe sopra la scrivania e girava tra le dita della mano destra una penna nera.
L'ultimo cimelio che gli era rimasto da quanto era morto.
Sospirò, mentre la penna cadeva a terra.
Il Diavolo si alzò e prese la penna, proprio quando qualcuno aprì la porta dello studio.
-Ti ci vorrebbe proprio un tocco femminile, qui- disse una voce femminile leggermente disgustata.
Lucifero alzò lo sguardo verso la voce.
Poi sorrise.
-Proprio tu me lo dici?- disse Lucifero, spostando un po' di roba dalla scrivania stracolma di oggetti per appoggiarci la mano.
In effetti, aveva ragione. C'era troppo disordine nel suo studio.
L'Angelica sbuffò.
-Ok che sono maschiaccio, ma questo è troppo! Cioè, come fai a vivere così?- gli  disse.
Lucifero si sedette sulla sedia.
-Suppongo che tu non sia venuta dal Paradiso per parlarmi del mio disordine, vero Dio?- chiese, ghignando.
-Te l'avrò detto almeno mille volte. Ok che sono Dio, ma sono femmina! Potresti almeno chiamarmi Dea, che so- disse l'Angelica, facendo fremere le sue quattro ali.
-Ok,"Dea", che devi dirmi?- disse il Diavolo, rimettendosi nella posizione che aveva prima che l'Angelica entrasse.
-Al Purgatorio un As si è arrabbiato perchè era morto, ed ha dato colpi alle pareti della "Sala d'Attesa" e ai Sorveglianti. Il risultato? Una Sorvegliante ferita gravemente, gli altri As sconvolti e un muro rotto. Abbiamo chiamato le Guaritrici che hanno addormentato l'As e hanno portato la Sorvegliante in Paradiso. Non sappiamo cosa fare del muro e degli altri As. Ancora devono essere affermati. Dovresti andare a controllare la situazione, a sentire quall'As dire che lui non meritava di morire mi ha fatto venire i nervi- disse Dio, mentre infilava le mani nelle tasche della felpa grigia.
-E io che c'entro?- chiese Lucifero.
-Tu hai aiutato a costruire il castello di ossidiana, no? Allora saprai sicuramente riparare un semplice muro- replicò l'Angelica.
Lucifero sospirò.
-Mi devi dire qualcos'altro?- chiese.
L'Angelica esitò e si fece più seria.
-È solo una sensazione. La Vita dice che sta per accadere qualcosa sulla Terra. Ripeto, è solo una sensazione, non è sicuro- disse, quasi sussurrando.
-Ah, e ti prego- aggiunse, ritornando al tono di voce normale.
-Vai a controllare la "Sala d'Attesa", Horys- disse, usando il vero nome di Lucifero.
Poi uscì dallo studio.
-E riordina un po' quel porcile!- disse, con la voce ovattata dalla porta.
Lucifero era sbalordito.
Loro usavano il nome dell'altro solo per cose serie, e questo non sembrava tanto serio.
O, forse, così credeva...
Dio entrò di nuovo.
-Non dire niente alla Morte- disse, prima di andarsene, velocemente come era arrivata.

                                 ***

Nathan riprese fiato.
Aveva corso tanto.
"Troppo" si corresse.
Aveva dovuto correre tutta al notte prima di riuscire a seminare quelle guardie testarde.
Per fortuna non provava fatica.
Adesso si trovava nel bosco che aveva percorso insieme agli altri prima di entrare nella città.
Non sapeva precisamente dove era e, anche se aveva la mappa, non capiva da che parte girarla.
Aveva perso il senso di orientamento.
Allora incominciò a camminare a casaccio.
Era una giornata calda, e qualsiasi persona si sarebbe squagliata a stare dentro a un mantello per giunta nero.
Ma Nathan non se lo tolse. Anche se non c'era nessuno, tanto non sentiva caldo.
Anzi, adesso che ci pensava, non sentiva niente da un po'.
Sembrava che il bosco avesse perso i suoi suoni e si fosse addormentato.
Nathan si fermò.
Qualcosa non quadrava.
Si girò e corsa da dove era venuto.
Non sapeva perchè i suoni non si sentissero, ma non era un buon segno.
Poi vide qualcosa di familiare.
Una punta di ala rossa che spariva dietro un albero.
"Phoenix" pensò istintivamente, e girò verso dove era sparita l'ala.
-Phoenix!- urlò subito dopo, senza smettere di correre.
La Mezzo-Drago sembrò non sentirlo.
Nonostante non avesse fatto nient'altro tutta la notte, Nathan corse più veloce.
Però Phoenix era più veloce.
"Da quando Phoenix è così veloce?" Pensò l'anima.
Aumentò la velocità.
Sentì, grazie all'improvvisa assenza di fruscii, che Phoenix si era fermata.
"Finalmente" Nathan rallentò.
E venne attaccato.
Tutto quello che fide fu una macchia indistinta rossa e poi nero.
Il suo ultimo pensiero prima di perdere i sensi fu "Phoenix... mi ha attaccato?"

                                  ***
Nathan si svegliò infreddolito steso su dura roccia.
"Quindi... sono stato davvero attaccato da Phoenix?" Pensò.
Si guardò intorno. Non conosceva questo posto.
Era una grotta buia, l'unica luce debole proveniva dalle torce.
Nathan si mise a sedere.
E vide qualcosa che spariva.
Anzi, probabilmente era già lì da tempo e anche mimetizzata, che si accorse della punta d'ala solo quando scomparve.
Nethen si mise malamente in piedi e si affrettò a seguire l'ala.
Però con quel ritmo ci avrebbe messo un'eternità, e si sarebbe sicuramente perso per tutte le gallerie che probabilmente ci sarebbero state.
Ma non ce n'erano.
Cioè, c'erano delle curve, ma niente incroci o biforcazioni.
Ma Phoenix correva tantissimo, e a Nathan stava venendo il dubbio che quella non era Phoenix.
"Oh" pensò Nathan "sotto incantesimo".
Si sforzò di andare più veloce, per raggiungere la sua Phoenix.
E, dopo aver svoltato un'angolo, si fermò.
Stava osservando degli occhi gialli.
-Phoenix, preferirei parlarti nella tua forma- disse Nathan, con la voce roca.
Il drago sbuffò una nuvoletta di fumo e si girò. Poi camminò nella stessa direzione di prima.
-Ehi, Phoenix, aspettami!- disse Nathan, cominciando a camminare veloce per stargli dietro.
Le torce lì emanavano una luce più debole, quindi Nathan pensò che forse si stavano avvicinando all'uscita.
Però gli preoccupava Phoenix.
Non si comportava mai così.
O era sotto incantesimo oppure...
Il drago passò vicino una torcia.
...oppure non era lei.
Il drago era azzurro.
Non rosso.
-Cosa hai fatto a Phoenix?- disse Nathan, fermandosi di botto e facendo girare la testa dal drago.
Il drago sbuffò un'altra nuvoletta di fumo, si girò e, dopo un po' gli giunsea Nathan la sua voce roca.
-Non so perché mi stai chiamando Phoenix, ma tu sei un non-vivo e quindi sei un'intruso-
Nathan cominciò a correre verso il drago.
-E allora dove è Phoenix?- chiese.
-E che ne so io, comunque siamo arrivati- disse il drago, e si fermò davanti all'uscita.
Nathan guardò.
Centinaia di draghi ricambiarono lo sguardo.

Il Mio Demone CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora