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-Otnem-aiccartnir olligis- formulò il mago incappucciato, tendendo le mani adunche sopra l'enorme mappa del mondo.
Cinque pallini luminosi si posizionarono nella mappa, tutti relativamente vicini a un disegno di un castello.
"Non è un bene" pensò il mago incappucciato, mentre si allontanava dalla mappa.
Uscì dalla stanza e si diresse verso il suo padrone.
-Mio signore- disse, respirando affannosamente.
-e'c-ehc?- domando lui, parlando una lingua diversa da quella che aveva usato il mago.
-Azziagar i, odna-nicivva on-nats is- disse il mago.
Il signore si girò.
Era incappucciato anche lui, solo che il mantello che lo incappucciava era bordeaux, invece quello del mago era blu scuro.
-Ore vvad?- chiese il padrone.
Il mago tentennò.
-Ve lo posso mostrare, signore- disse, usando la lingua principale.
Poi si voltò e ritornò nella stanza da dove era venuto, seguito dal padrone.
Il mago indicò la mappa e il padrone la guardò.
-Amelb orp-oires. Eppu-rt el araperp. E raddoppiate le difese dei prigionieri- ordinò secco e poi se ne andò, facendo sbattere la porta alle spalle e lasciando il mago da solo.

                               ***

La fine del crepaccio, delimitato da una striscia di alberi, si vedeva in lontananza da un paio d'ore, ma sembrava non avvicinarsi mai.
Phoenix aveva ormai l'impressione che il caldo facesse parte di lei, da quanto ne sentiva.
La tinta per capelli viola si era sciolta e stava lasciando macchie viola sul fondo bianco del crepaccio.
La ragazza si girò verso Mortis.
Lei era impassibile come sempre, e il caldo sembrava non fargli niente.
Phoenix voltò lo sguardo verso le sue spalle.
I due Demoni che volevano catturare Demo stavano svolazzando pigramente in avanti, mentre Demo gli girava intorno, infastidendoli.
Dalle loro facce si poteva capire che Demo stava riuscendo nel suo intento, ma che loro preferivano non proferire parola per paura delle strane magie di Mortis.
Phoenix volse lo sguardo di nuovo in avanti, non sorprendendosi di vedere che non sembravano essersi avvicinati neanche di un millimetro.
-Ma quando arriviamo- si lamentò Phoenix, ansimando per il caldo.
Mortis non disse niente, ma alzò lo sguardo verso il cielo, verso il sole.
Phoenix la imitò.
Sinceramente parlando, il sole era sempre lo stesso di sempre: una stella, un'enorme palla di fuoco arancione che brillava il mondo.
Dopo un po' che lo fissava, Phoenix dovette distogliere lo sguardo, e decise di puntarlo sulla ragazza al suo fianco, mentre una palla gialla si posava dove volgeva lo sguardo.
Lei continuava a guardare il sole, non mostrando il dolore (che forse non esisteva) nel guardarlo.
Phoenix continuò a guardarla, mentre la palla gialla svaniva.
Poi ci fu.
Quel movimento involontario, una contrazione della mascella di Mortis così veloce che Phoenix temette per un momento di esserselo immaginato.
Ma poi Mortis distolse lo sguardo e Phoenix capì che non era frutto della sua mente.
La domanda sbagliata uscì involontariamente.
-Che succede?- chiese Phoenix, pentendosi un secondo dopo di aver fatto questa domanda.
-Niente- fu la ovvia risposta da parte della compagna di viaggio.
-Lo fate finire?- chiese una voce lamentosa da dietro di loro.
Mortis e Phoenix si girarono contemporaneamente.
-Questo coso è peggio di una tortura- disse un Demone, probabilmente non lo stesso che aveva parlato prima, alludendosi a Demo.
-Ehi- disse il diretto interessato, fingendosi offeso e incrociando le braccia al petto.
Phoenix sorrise.
-Era questo l'intento- disse calma Mortis, girandosi e ricominciandoa camminare, come solo leggermente infastidita delle lamentele dei Demoni.
-Moriremo, se continua ancora- disse con voce supplichevole il primo Demone.
Phoenix corrucciò le sopracciglia.
-Ma non siete già morti?- chiese ai tre Demoni davanti a lei.
-Beh, più o meno...-
-Tecnicamente...-
-Dipende da...-
Dissero contemporaneamente tutti e tre i Demoni, interrompendosi subito dopo per guardarsi fra di loro.
A Phoenix la scena le fece quasi ridere.
-Quindi?- chiese, cercando di non farlo.
-Praticamente sì, siamo morti, ma nel mondo umano è possibile ucciderci- disse un Demone, ricevendo subito dopo una gomitata dall'altro.
-ahi, che c'è?- disse, strofinandosi il braccio ferito.
-Adesso ci uccide- disse quello.
-No, non vi uccido- li rassicurò Phoenix.
Loro non sembrarono credergli.
-Ma se morite per la seconda volta, finite di nuovo all'Inferno?- chiese Phoenix, girandosi e camminando veloce verso Mortis, che ormai li aveva distanziati di parecchio.
-Non posso dirtelo- fu la risposta di tutti e tre i Demoni, che si guardarono di nuovo tra loro come avevano fatto prima.
Phoenix fece spallucce, e corse per raggiungere Mortis.
"Segreti da Demoni" pensò.
"Esatto" affermò Demo dentro la sua testa.
Phoenix alzò lo sguardo.
La foresta sembrava più vicina rispetto a prima.
O forse era solo un'allucinazione del caldo.
La ragazza non si fece domande e continuò a camminare stancamente.

Arrivarono alla foresta che era notte.
Appena Phoenix mise un piede sull'erba bagnata della foresta si accasciò a terra, sospirando di piacere.
I Demoni arrivarono poco dopo, per nulla stanchi.
Mortis fu più contenuta.
Si sedette a terra, non preoccupandosi dell'umidità presente nell'erba, e guardò il cielo.
C'era luna piena.
Mortis sorrise debolmente.
E, sotto lo sguardo confuso di Phoenix, sussurrò due lettere.
-Vi aspetto-

                               ***

Giuly camminava ininterrottamente da ore, seguita da Luna.
Stava letteralmente cascando dal sonno, tanto che stava trascinando le gambe.
"Avrò distanziato abbastanza Luni?" Si chiedeva in continuazione, l'unico metodo che la mandava avanti.
-Devo... continuare... a camminare...- si diceva, mentre gli occhi le se chiudevano.
Continuò a camminare per una decina di metri, poi cadde a terra, sfinita.
-Non... ce la faccio... più- sussurrò, allo stremo.
Luna gli si avvicinò, miagolando.
Poi gonfiò il pelo e soffiò verso un punto davanti a lei.
Giuly ebbe il tempo di vedere due figure davanti a lei, poi si addormentò, pensando solo "Non me frega se mi prendono".
Qualche chilometro distante da lei, un licantropo stava odorando l'aria alla ricerca di odori familiari.
Trovo una traccia debole, e soddisfatto la seguì.

                                ***

-Da dove viene quel gatto?- chiese stupita Phoenix, mentre Mortis si avvicinava lentamente a Giuly. Il gatto le soffiava contro.
-Tutto bene?- chiese Demo da dietro, che stava sorvegliando i due Demoni.
-Sì, c'è solo un gatto che non avevamo mai visto che ci impedisce di prendere Giuly- rispose Phoenix alla domanda del suo Demone, girandosi verso di lui per un po'.
In quei secondi di distrazione, Mortis lanciò un urletto.
Phoenix si girò.
A posto del gatto, ora c'era una ragazza nuda. Aveva i capelli grigi, ma non era vecchia anzi, poteva avere qualche anno in più di loro. E accanto alla ragazza era apparsa un'Angelo Custose.
-State lontani da Giuly- ringhiò la ragazza.
Mortis fece un passo indietro.
-Non me l'aspettavo proprio, mi hai sorpreso. Sei una mutaforma- disse, calma.
-È un Mezzo?- chiese Phoenix curiosa.
-Un cosa?- chiese indignata l'ex gatta.
-No, non lo è- rispose al posto suo Mortis.
-Oh che sta succedendo?- entrò in scena Demo, con le mani strette attorno ai polsi dei Demoni, che cercavano di liberarsi.
Si bloccò appena vide l'ex gatto.
-E chi è questa bella donzella?- chiese, facendo un sorrisetto.
Phoenix fece una smorfia.
-Pervertito. Comunque questa è il gatto- spiegò.
Luna la guardò stranita.
-A me non sembra un gatto- constatò Demo.
-Beh, prima era un gatto- disse Phoenix.
Luna volse uno sguardo di domanda verso Mortis.
-Sta parlando con il suo Demone Custode- spiegò Mortis.
Luna aprì la bocca.
Poi la richiuse.
-Siete tutti pazzi- disse infine.
-Anche Guily e l'altro parlavano nel nulla- aggiunse.
-L'altr... ah, Luni. Dov'è adesso?- chiese Phoenix.
-Bho. Aveva chiesto a Giuly di lasciarlo indietro- disse Luna.
-Perché?- Phoenix rivolse questa domanda soprattutto a Mortis.
-È luna piena- fu la laconica risposta dell'altra.
Phoenix capì.
-Spostiamoci- suggerì Mortis, e fece per prendere Giuly.
Luna la bloccò.
-Giuly la prendo io- affermò, e la prese delicatamente in braccio, con un braccio dietro le ginocchia e un'altro nella schiena.
-Bene, adesso cerchiamo di proteggerci dalla furia di un mezzo-licantropo nella luna piena- affermò allegra Mortis, e si voltò per fare strada, con il bizzarro corteo che la seguiva

Il Mio Demone CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora