12.

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L'uomo stava soffocando, schiacciato contro il tronco d'albero e con il collo nella mano destra di Phoenix.
Il piatto di pasta che la ragazza stava mangiando qualche istante fa era buttato un po' più in là a terra, capovolto.
-Phoenix, lascialo- disse Luni in tono autoritario.
Phoenix sbuffò e lasciò il collo del tizio.
Lui non fece nulla.
Era impegnato a guardare Phoenix, con la faccia che diceva chiaramente "come è possibile?"
Poi degnò uno sguardo agli altri.
Neanche il tempo di vederli tutti, che un colpo alla testa lo fece svenire.
-Ma cosa?- disse Phoenix a Luni.
-Prima mi dici di lasciarlo e poi lo bastoni?-
-Era solo per farlo svenire- si giustificò Luni.

All'improvviso da dietro l'albero esce un'Angelo, che si mette accanto a l'uomo con un'aria preoccupata.
Era castano, con occhi viola. Aveva ancora l'Aureola, segno che ancora non aveva portato il suo umano a decisioni sbagliate.
Poi alzò lo sguardo e vide che le altre persone presenti lo stavano fissando.
Emise un piccolo urlo.
-Voi...voi... mi vedete?- chiese.
Guardò attentamente i presenti.
Una aveva un Demone;
Il più grande aveva un'Angela senza Aureola;
Due non avevano un Custode e uno dei due non aveva il battito cardiaco.
Un brivido gli percorse la spina dorsale.
-Ma quello parla?- chiese, indicando Nathan.
-Perchè non dovrei parlare?- disse lui come risposta.
L'Angelo era confuso, ma per poco, visto che siccome il suo uomo era svenuto, anche lui stava perdendo piano a piano i sensi.

Phoenix osservava l'Angelo e l'uomo privi di sensi nel tavolo di pietra dove erano stati spostati. Dentro, ovviamente, un passaggio segreto della palestra.
L'ambiente era illuminato da torce che, diversamente da quelle dalla palestra, illuminavano poco. L'ambiente era piccolo e stretto. C'era solo un tavolo e due sedie, poste una di fronte all'altra. Per l'occasione ne erano state aggiunte altre due. Luni aveva chiamato quella stanza "stanza degli interrogatori" e poi, con la scusa di dover accertarsi che Nathan non facesse niente per distruggere casa, aveva lasciato che gli interrogatori li avrebbero fatto lei e Giuly, facendo a turno.
Ne lei e Giuly avevano creduto alla scusa, e glielo avevano fatto notare.
-Visto?- disse lui come risposta -sapete individuare le bugie, quindi saprete quando il bell'addormentato saprà mentendo- e senza neanche dargli il tempo di chiedere dove stesse andando realmente, aveva lasciato un secchio pieno d'acqua lì accanto e era scappato, rassiculandole che poi sarebbe venuto per aiutarle.

Phoenix sbuffò.
Demo mosse la coda, nervoso.
-Lo svegliamo?- domandò Giuly, prendendo il secchio.
Phoenix sospirò.
-Va bene, tanto non cambia- disse.
Giuly rovesciò il secchio pieno d'acqua sull'uomo, e di conseguenza sull'Angelo.
Si svegliarono all'improvviso, tutti e due contemporaneamente.
Si guardarono intorno, confusi.
Dopo un po', l'uomo cominciò ad usare il cervello.
-Volete farmi un interrogatorio? Io non so niente!- urlò.
Phoenix e Giuly non dissero niente.
L'uomo distolse lo sguardo e notò una cosa.
-Perchè c'è un'altra sedia? Dovete interrogare qualcun'altro?- chiese.
Demo ridacchiò.
Phoenix e Giuly sorrisero.
-È un gesto di cortesia- disse Giuly.
-Puoi sederti- disse poi Phoenix all'Angelo.
-Sono già seduto- disse l'uomo confuso, non capendo che non si stava rivolgendo a lui.
La ragazza dai capelli rossi rise.
-Non dicevo e te- disse tra le piccole risate.
L'interrogato si stava rassegnando alla pazzia della ragazza Mezzo-Drago.
"Forse tutti i Mezzi-Draghi sono pazzi" pensò.
-E a chi dicevi?- chiese.
-Al tuo Angelo-
Quella risposta lo fece sbiancare.
-Vabbè, incominciamo. Cosa ci faceva nella nostra proprietà?- chiese Giuly.
L'uomo le scrutò, come se stesse cercando di leggergli il pensiero.
-Da che parte siete?- chiese.
Phoenix riflettè un po'.
-Siamo i buoni- disse poi.
-Come si chiama?- chiese Giuly nello stesso momento.
-Sandro- rispose l'uomo alla domanda di Giuly.
-Bene, Sandro. Puoi risponderci alla domanda di prima?- chiese Phoenix.
-Stavo scappando- rispose lui.
-Da chi?- chiesero contemporaneamente Giuly e Phoenix.
-Dai cattivi- rispose lui, rabbrividendo.
-Ci può raccontare tutta la storia?-
L'uomo sospirò.
-Ok- acconsentì.
E incominciò la storia.
-Facevo parte di un gruppo segreto di spionaggio. Il capo mi aveva mandato a spiare i nostri nemici, cammuffandomi.
Riuscii a superare il test di ammissione per l'esercito, che comprendeva maneggio delle armi e lotta corpo a corpo. Io ero molto bravo e sono riuscito piano a piano a salire di grado, tanto che conobbi il misterioso capo segreto- Phoenix, Giuly e Demo rabbrividirono.
-Me era sempre incappucciato. Si vantava sempre di avere un'Angelo imprigionato nelle sue prigioni speciali, ma io avevo sempre creduto che scherzasse. Ma quando avete detto "al tuo Angelo" ho capito che diceva sul serio- l'uomo rabbrividì.
-Poi venne a fargli visita un tizio, che ha scoperto subito che ero un'infiltrato. Diceva cose del tipo...- si mise le mani nelle tempie, massaggiandole -"non ha un Demone!" Io non ci capivo niente, ma probabilmente tutte le altre guardie sì, perché hanno cercato di uccidermi.
Ma io sono scappato e quando mi sono ritrovato qui, quella lì- indicò Phoenix- ha cercato di uccidermi-
Lei rimase impassibile.
-Avevo riconosciuto la divisa- disse.
A quel punto arrivò Luni.
-Ragazze, il tempo è finito. Voi potete andare, io accompagno in nostro ospite alla sua camera- disse.
-Ah, e tenete d'occhio Nathan, non mi fido di lui- aggiunse.
Le ragazze e Demo si alzarono e se ne andarono.

Per fortuna i Custodi hanno un'ottima memoria e un'ottimo senso dell'orientamento, perché se no, senza Demo non ce l'avrebbero fatta a ritornare nella casa. Dove li aspettava Nathan.
Phoenix si affacciò alla finestra e si accorse che il sole stava tramontando.
-Io vado a dormire- disse poi, staccandosi dalla finestra e andando verso il corridoio delle camere.
-Pure io- disse Giuly, seguendola.
-Io resto un po' qui-  disse Demo.
Nathan si sdraiò sul divano e, insieme a Demo, aspettò Luni.

Il Mio Demone CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora