22.

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Per fortuna durante la notte Mortis non era stata sonnambula.
Dopo essersi svegliati e aver fatto colazione, tutti aiutarono a smontare le tende.
Dopodiché si avviarono per un sentiero nascosto.
Dopo un paio d'ore che camminarono, arrivarono davanti a delle mura alte più o meno 10 metri o anche più. Era quasi mezzogiorno e il sole doveva picchiare forte, ma gli alberi proteggevano bene.
-Bene, eccoci arrivati. Queste sono le mura delle città. Hanno quattro ingressi, uno per ogni punto cardinale.
Ogni gruppo entrerà da un entrata diversa, così ne avanzerà una. Mortis e Phoenix in quella Nord, Giuly e io a Est e Nathan a Ovest. Va bene?- disse Luni, e senza aspettare risposta, prese Giuly e la trascinò leggermente verso destra.
Poi si girò verso il gruppo a sinistra.
-Allora... arrivederci. A presto- li salutò imbarazzato Luni.
-Ciao, mi mancherete tanto- disse invece Giuly, con voce dispiaciuta.
Sembrava triste.
-La porta Nord è da quella parte- aggiunse Luni.
-Grazie, a presto- li salutò Phoenix agitando la mano sopra la testa.
-Ciao- dissero Nathan e Mortis.
Luni e Giuly si girarono e costeggiarono il muro.
Gli altri continuarono a osservarli fino a quando non li videro più.
Phoenix si girò.
-Dovremmo andare a sinistra. Nathan, tu dovresti venire un po' più tardi, se no sembra che sei con noi, no?- disse.
-Sì. Ciao Mortis, ciao Phoenix. A presto- disse Nathan.
-Ciao!- disse Mortis salutando con la mano.
-Ciao Nathan, mi mancherai- disse invece Phoenix.
Andarono a sinistra.
Phoenix sentiva lo sguardo di Nathan sulla schiena.
Mortis canticchiava una canzoncina a bassa voce. Phoenix non capiva le parole.
-Che stai cantando?- chiese Phoenix.
-Una canzoncina- rispose lei.
-Come fa?- chiese ancora Phoenix.
-Tipo così:
Sono vivo, ancora per poco
Ecco la Morte, eccomi qua.
La malattia piano piano scompare
E sto volando sempre più giù...
E cose così- disse Mortis, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso.
Phoenix la guardò.
-Perché prevedi la morte?- chiese Phoenix.
Mortis scrollò le spalle.
-Perché voglio morire-
-E perchè vuoi morire?- chiese ancora Phoenix.
Mortis sorrise.
- Morire è la medicina di qualsiasi tipo di malattia. Questo mondo fa schifo, pieno di cose che sembrano importanti ma non servono: lavoro, soldi, politica, guerra, fame, vendetta, avidità... e molte ancora. Invece nell'aldilà tutte queste cose inutili non esistono. Se vuoi fare lo scrittore, hai l'eternità per farlo. Se vuoi dormire per tre anni, puoi farlo.
Puoi fare anche amicizie nuove o rivedere i cari che hai perduto. Non ti ammali, non ti spacchi di lavoro, non ti manca tempo. Morire è così... invitante.
Tu non vuoi morire? Io sì, è molto meglio di vivere- spiegò Mortis.
Phoenix fu sorpresa dalle parole che uscirono dalla bocca di Mortis.
-Ma... vivere è bello. Da morta non sentirai più il gusto del cibo, non toccherai più niente, non sentirai più nessun odore. Certo, può sembrare invitante morire, ma ci sono cose in questo mondo che ancora non hai fatto e che sono bellissime. Pensaci- Phoenix non seppe dove aveva trovato quelle parole, ma Mortis gli faceva paura quando parlava di questo argomento. Sembrava veramente convinta e impaziente di morire, come se potesse suicidarsi da un momento all'altro.

-O, stiamo arrivando alla porta Nord- disse Morti mettendosi la sciarpa davanti alla bocca. Phoenix vedeva Demo sopra le mura della città. Che città fosse, poi, Phoenix non lo sapeva.
Davanti alla porta c'erano due guardie.
-Aspettate, ragazzine. Che ci fate voi qui?- chiese una guardia con un Angelo.
-Vorremo entrare dentro la città, nostro zio ci aspetta- mentì Phoenix, facendo gli occhi dolci.
-Potete passare, vi dobbiamo solo fare una foto e indicare se restate o ve ne andrete. Scusate i modi di George- intervenne l'altra, fulminando con lo sguardo il suo collega.
George sbuffò e incrociò le braccia.
-Dylan, erano gli ordini- ribattè.
-Ma sono diverse- sussurrò Dylan a George, ma Mortis e Phoenix avevano sentito ugualmente.
-Potremo andare?- disse Mortis, e la sua voce da bambina convinse le guardie.
-Ok, potete entrare a Borinos- disse Dylan dopo aver fatto una foto.
Le guardie aprirono il portone e Phoenix e Mortis entrarono.
Fecero tre passi, ma furono fermati da George.
-I vostri nomi!- urlò.
-Io mi chiamo Viola e lei si chiama Sara- disse Phoenix, sparando i primi nomi che gli passarono per la mente.
-Ok, ok- disse la guardia e andò al suo posto di lavoro.
Phoenix e Mortis passeggiarono un po'.
-Sei brava a mentire- sussurrò Mortis.
Phoenix rise.
-Anni e anni di addestramento- disse scherzosamente.
-Sai quanto ci credo- disse Demo intromettendosi.
-Ahah- disse Phoenix incrociando le braccia e alzando gli occhi al cielo.
-Comunque, che dobbiamo fare?- chiese poi Demo.
-Intanto pensiamo di prenotare una stanza in un Hotel, poi vediamo. Passeremo qui la notte- decretò Mortis, prendendo il sacchetto di monete dalla sua cintura.
Trovarono un grazioso hotel, che si chiamava "il suono di pioggia".
Avevano la stanza 134.

Phoenix si buttò sul letto.
-Ho fame!- si lamentò, con la voce soffocata dai cuscini e lenzuola.
-Tu hai sempre fame- la rimproverò Demo.
All'improvviso si sentirono dei colpi dietro il muro.
Mortis sbuffò.
-Saranno i vicini di camera- disse.
I colpi finirono.
-Bene, hanno smesso- disse Phoenix.
Ma i colpi ripartirono.
E si fermarono.
E ripartirono.
Continuarono così per un po'.
-E BASTA!- urlò Mortis uscendo dalla camera e sbattendo violentemente la porta alle spalle.
Phoenix e Demo restarono soli in camera.
Poi l'urlo di Mortis li riscosse.
-Mortis!- urlò Phoenix uscendo dalla camera così velocemente che dimenticò Demo dentro.

Il Mio Demone CustodeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora