Capitolo 31 - Emozioni incontenibili (parte seconda)

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Quasi 4000 parole😅

Quella mattina Heléna si era superata. Invece delle frittelle con le banane preparò una marmellata di datteri e scaldò il pane fino a farlo diventare croccante. Mise anche a bollire del latte e io la convinsi a farmi preparare la tavola nell'attesa. Alià invece ci osservò acciambellata davanti alla porta. Mentre apparecchiavo mi beai del profumo di rose della casa e l'odore del pane caldo. La mia mente viaggiò tra ricordi... e volti. Più di tutti mi mancava la nonna. Avrei voluto trovare un modo per farle sapere almeno che stavo bene. Sperai solo che non fosse troppo in pena per me e Miwa.

«Eccola qui» esclamò Hélena, brandendo il cucchiaio di legno con aria trionfante. «Calda e perfetta, come sempre.» 

Capii che si stava rivolgendo alla marmellata e mi scappò una risata. Lei mi guardò divertita. 

«Anche mia nonna si complimenta con il cibo che cucina» le spiegai, sorridente.

«Mi piacerebbe conoscerla» ribatté lei, sistemando le fette di pane in due piatti. 

«Sono sicuro che andreste d'accordo» ridacchiai.

Presi posto sulla sedia e mi ritrovai sotto il naso ben cinque fette di pane coperte di marmellata, accompagnate da una tazza di latte fumante. Addentai subito quella delizia e Hélena si gongolò dei miei mugugni di piacere. I minuti seguenti passarono tra chiacchiere e risate sugli argomenti più disparati. In quel momento tutti problemi degli ultimi giorni sembrarono svanire, quasi li avessi lasciati fuori dalla porta. 

A un certo punto anche Alià parve interessarsi alla conversazione, tanto che venne a sdraiarsi vicino alle gambe del tavolo. Bussarono. Le risate si interruppero. Io e Hélena ci scambiammo uno sguardo interrogativo. Mi alzai e lei andò ad aprire la porta. Un vestito giallo fiorito ansimava sulla soglia.

«Buongiorno, Heléna» espirò con un lieve inchino. 

«Il faraone è qui?» 

«Certo, cara. Stavo giusto per mandartelo.»

La donna si spostò per permettere a Pervinca di vedermi.

«Qualcosa non va?» Saltai su.

Lei raddrizzò la schiena, mise le mani in avanti e le mosse appena. 

«Oh, no. Ero solo venuta per dirvi che a momenti il divino Ra dovrebbe tornare e ho pensato che sarebbe meglio se vi trovasse nella piramide...» Pervinca si lanciò in una spiegazione dettagliata riguardo motivi, ritardi, lezioni, un vaso urtato mentre camminava... Eh?

«Ho capito, Pervinca» la bloccai con una mano. 

Quanto parla. 

«Posso venire anche adesso, se sei così preoccupata» proposi, avvicinandomi alla porta. 

Vidi chiaramente il suo volto colorarsi di un rosso vivido. Faceva davvero così caldo fuori? Uscii all'aperto sotto lo sguardo divertito di Heléna. Un venticello freddo passò giusto di lì. Rabbrividii appena.

«Grazie di tutto» ripetei e la donna mi fece un occhiolino, prima di salutarci e chiudere la porta. «Andiamo?» Mi rivolsi a Pervinca. 

Lei annuì con veemenza. Ci incamminammo verso la piramide, in quel momento di un giallo spento. Sembrava proprio che la presenza di Ra fosse persino capace di dare luce alle cose, come se le riempisse di vita. 

«Vedo che lo portate ancora.» 

La voce timida della ragazza mi strappò a quel pensiero e, dopo un primo momento di confusione, capii che si stava riferendo al ciondolo. Le sorrisi. 

Il Segreto del FaraoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora