Capitolo 8 - Il sole dell'aquila

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Aegi. 

Aprii lentamente gli occhi al suono del mio nome. 

«Che c'è, Miwa?» Quando riuscii a mettere a fuoco la stanza, vidi che la mia amica dormiva profondamente. 

Aegi. 

Capii che c'era qualcun altro e mi misi a sedere sul letto. Nel momento in cui mi voltai verso la porta d'ingresso, rimasi a bocca aperta per la sorpresa. Un'aquila dorata col becco bianco mi osservava incuriosita attraverso il suo sguardo di ossidiana. Non sapevo minimamente cosa fare: dovevo aprirle la porta per farla uscire o dovevo svegliare Miwa? Fu il rapace a darmi la risposta: si alzò in volo, aprendo le quattro ali dorate, che si rivelarono quasi bianche all'interno e si posò sul mio letto. Zampettò piano piano verso di me e io rimasi immobile, per non spaventarlo. 

Quando mi arrivò a pochi centimetri aprì il becco e parlò con una voce arcaica e potente. 

«Aegi Kinglight, figlio di Axel Kinglight e Kira Solarina, il popolo di Ra ha bisogno di te» pronunciò, senza muovere il becco. Il mio stupore aumentò. Come faceva un'aquila non solo a parlare, ma anche a conoscere il mio nome e i miei genitori? 

«Ma chi sei? E come mi conosci?» 

«Lo capirai solo quando avrai preso la tua decisione, discendente di Axel. Sono qui per aiutarti» rispose, prima di saltar giù dal letto e zampettare verso la porta. 

Mi venne naturale alzarmi e seguire quell'animale parlante. Riuscii solo a indossare le scarpe, prima che l'essere dorato attraversò la porta, lasciandosi dietro una scia luminosa. Mi fiondai fuori dalla casa e mi ritrovai avvolto dal manto della notte. Tirava una leggera brezza e rabbrividii, ma era più importante seguire l'aquila, che in quel momento si alzò in volo e si diresse verso la piramide.

Corsi per starle dietro. Il suono dei miei passi era l'unico rumore che disturbava la quiete notturna. Mi sentivo emozionato ma anche spaventato. Tenni lo sguardo fisso sull'aquila e la vidi attraversare l'ingresso senza indugio. Quando arrivai ai piedi della piramide, rimasi impressionato dalle sue dimensioni imponenti. Poi abbassai lo sguardo sull'ingresso. Si trattava di due pesanti e larghi muri di roccia. Ci appoggiai sopra le mani e presi a spingere, ma, per quanto ci provassi, la porta non si mosse di un millimetro. Allora arretrai e cercai di trovare una via alternativa. 

Devi usare un incanto. Era la stessa voce che mi aveva chiamato, ma, voltandomi, non vidi nessuno. 

Dovevo usare un incanto? Solo che non avevo idea di cosa... Un momento! Rividi la scena in cui Hélena aveva pronunciato quella parola e la porta si era aperta da sola. 

«Ma com'era? Apriti? No, era qualcosa come apertura, apri, aprivo...» Poi mi venne in mente e, guidato da un istinto che non mi apparteneva, portai in avanti una mano e pronunciai: «Aperio!» 

Dal mio ciondolo scaturì una luce gialla, che andò a conficcarsi al centro dei due muri come una lama dorata. La luce penetrò nelle fessure e illuminò per intero le due lastre, che iniziarono a muoversi, sollevando una nube di polvere. Sfregando pesantemente sul terreno, l'ingresso si aprì verso l'interno e potei entrare. 

Una pavimentazione rocciosa e ben levigata si sostituì alla terra e i miei passi riecheggiarono per tutto il luogo, in quel momento deserto. Ben presto mi ritrovai a camminare in mezzo a due file di colonne che reggevano il soffitto. I lati della piramide, purtroppo, erano ben nascosti nell'ombra e non distinsi nemmeno una sagoma. Continuai a camminare e individuai la scia luminosa lasciata dall'aquila. 

Rimasi sorpreso nel costatare che, dove finivano le colonne, iniziavano delle larghe scale e il rapace era lì ad aspettarmi. Quando arrivai a qualche gradino da lei, l'aquila volò fino in fondo alle scale e sparì di sopra insieme alla scia luminosa. Mi bloccai nel vedere quel percorso luminoso venire inghiottito nel buio. L'idea che l'oscurità fosse così densa da assorbire la luce, mi intimidiva un po'. Ma, buio o meno, dovevo andare. Presi un bel respiro e continuai la mia corsa. In un attimo arrivai alla fine delle scale e, non appena misi piede nel secondo piano, rimasi di sasso. 

Il Segreto del FaraoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora