Capitolo 11 - I nostri cammini si separano

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Rimasi in completo silenzio, ammirando la luce nello sguardo di Ra. Questo significava che ero riuscito nel mio intento e avevo dimostrato il mio valore al dio. Proprio come mio padre aveva fatto prima di me. Adesso cosa sarebbe successo? 

«Giovane faraone.» In perfetta armonia con i miei pensieri, il dio parlò con una voce ferma e profonda. «Avverto un pericolo incombere sul nostro regno. È nostro compito proteggere Katàn e tutti i suoi abitanti. Vieni, torniamo nella Terra.» 

La sua sicurezza mi aveva congelato sul posto, ma mi affrettai a seguirlo, notando che era già fuori dal tempio. Osservandolo di spalle potei notare che era calvo, tranne per una coda corvina circondata da tre anelli (oro, bianco e rame) che partiva da metà testa. Mi portai subito al fianco di Ra e, in un battito di ciglia, mi ritrovai in una luminosa sala del trono. Riconobbi subito che si trattava della sala del torno nella piramide del faraone, perché c'erano i vasi neri con i giraluna e i drappi blu sulle colonne laterali. 

«Ma prima era tutto buio» esclamai, notando come ogni cosa sembrasse risplendere di luce propria, senza che nemmeno il sole filtrasse dalle finestre infondo alla sala. 

«Il sole ambrato che portavi al collo conteneva il mio spirito e il mio potere. Hai potuto percepirlo quando hai guarito quell'orca siderale. Ora che me lo hai restituito, la piramide ha riacquisito la sua luce» rispose il dio, facendomi ricordare della sua presenza. «Andiamo» disse, riprendendo a camminare. 

Non ebbi altra scelta che seguirlo fuori dalla piramide. Mentre correvo sul tappeto, ebbi modo di notare che Ra si muoveva molto più velocemente di me. Eppure si limitava a camminare. Ma come ci riusciva? 

«Giovane faraone, mettiti davanti a me e pronuncia l'incanto dell'apertura» riprese Ra, fermandosi poco prima delle porte di pietra e voltassi verso di me. «Il popolo deve sapere che sei il nuovo sovrano dalla loro Terra.» 

Annuii e mi sbrigai a mettermi davanti a lui, per poi articolare l'incanto. 

«Aperio» esclamai, portando una mano davanti a me. 

Questa volta fu il segno che avevo sul palmo a illuminarsi, mentre le porte venivano circondate da un alone dorato e iniziarono ad aprirsi. Appena l'ingresso si spalancò del tutto, uscii all'aperto e centinaia di applausi e grida esplosero nel cielo, insieme a bracciali o piccole nuvole di coriandoli. L'intera piazza era gremita e, a un certo punto, tutte quelle voci si unirono per irrompere in una sorta di canto celebrativo. 

«Il sole è tornato e i nostri cuori si riempiono di gioia. Cantiamo per te, faraone. Ti accogliamo tra di noi, divino Ra. Possa Katàn godere della vostra luce pura, nobili protettori.» 

Appena il canto si concluse, ogni singolo abitante della Terra di Ra s'inchinò per noi. Provai una sensazione di smarrimento mista a stupore. Mi ci sarebbe voluto molto tempo per abituarmi a tutto questo. 

«Popolo» lo chiamò Ra, raggiungendomi. «Io e il faraone vi promettiamo di proteggervi e di guidarvi verso la pace. Non dovrete più temere Seth e i suoi mercenari, perché faremo in modo che non feriscano più la nostra amata Terra.» 

Fin dal primo momento in cui il dio aveva preso la parola, mi ero sentito attratto dalla sua oratoria e di certo non ero il solo. Si percepiva appena il suono del vento, mentre Ra assicurava al suo popolo che lo avremmo protetto. Quando tacque, fu come se l'intera isola riprendesse a respirare e l'aria si riempì degli esulti del popolo. E fu proprio tra di loro che emerse una figura imponente e orgogliosa. 

Era Ajan, ma aveva un aspetto completamente diverso: portava un velo bianco sulla testa, tenuto insieme da un anello di rame che gli circondava il capo; ai polsi portava dei lungi bracciali di rame; i fianchi erano avvolti da un perizoma candido tenuto su da una cintura di cuoio; il contorno dei suoi occhi smeraldini era nero e potei riconoscere lo stesso disegno dell'occhio di metallo che avevo usato per entrare nel tempio; ai piedi calzava un paio di sandali di cuoio intrecciato. Infine una cintura di cuoio era appoggiata sul suo petto e notai delle frecce alle sue spalle. Mentre si avvicinava a noi, mi ricordai di quello che mi aveva detto Hélena.

Il Segreto del FaraoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora