Capitolo 32 - Per una notte

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6000 parole di faville un po' in ritardo :3

Uscii dalla piramide di buona lena e venni accolto da un sole splendente. Se avessi potuto mi sarei stiracchiato o avrei cercato un bel posto in cui sdraiarmi e prendere il sole. Sentivo di averne bisogno.

«Buon pomeriggio, faraone.» 

Una voce vivace mi strappò ai miei pensieri. Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi color cioccolato di Brandor. Mi salutò con un lieve inchino. Era sempre così formale. 

«Una nave della custode di Bastet è appena arrivata giù alla spiaggia, come previsto.» 

Annuii, dopo aver ricambiato il saluto. Le mie gambe si muovevano da sole, abituate a quella nuova routine da un paio di settimane. Ciò a cui invece non mi ero ancora abituato erano tutti i pensieri che mi affollavano la testa. Quelle tranquille giornate passate a studiare e ad allenarmi sembravano così lontane, che mi chiesi se non le avessi sognate. 

I lividi che avevo sulla schiena, però, mi ricordarono che l'allenamento di Ra era diventato più pesante dopo quella riunione nella sala eterea. Proprio quando avevo pensato di essere finalmente riuscito a raggiungerlo, ecco che lui diventava più veloce, più forte e sempre più difficile da sopportare in quei momenti. Cercavo di tenere a mente che tutto quello che facevamo era per essere pronti a difenderci. 

Ma c'è proprio bisogno di mandarmi al tappeto con tanta forza? 

A ogni passo delle leggere fitte mi attraversavano la schiena. La crema di Hélena stavolta non riusciva a far tacere quel dolore. A metà strada dovetti passarci sopra una mano. Brandor se ne accorse subito.

«Allenamento duro?» chiese, tenendo lo sguardo davanti a sé con un sorriso comprensivo. 

«Sì, Ra non mi molla un momento» espirai. «È così forte.»

«Anche mio padre è forte» ribatté lui e mi mostrò il braccio destro. 

Si tolse le fasce finché non sbucò un livido enorme, che mi fece sgranare gli occhi. Non era niente se paragonato ai miei. Ridacchiò, prima di rispondere alla domanda che mi si leggeva in faccia. 

«Non ci sono scorciatoie per diventare guerrieri, faraone. E papà me lo ha fatto capire subito. Non fa così male, insomma due giorni fa era molto peggio. Sto meglio adesso.» 

Si mise in una posa buffa – il braccio alzato con il pugno stretto e il volto della determinazione fatta a persona – e proseguì a parlare del fatto che, nonostante Ajan ci andasse pesante, lui stava migliorando molto. Gli mancavano solo due settimane per concludere l'addestramento e, a quel punto, lo avrei visto in divisa ufficiale a sorvegliare i confini della Terra di Ra oltre a a farmi da scorta personale. Su quell'ultimo punto ebbi da ribattere. 

«Non ce n'è bisogno, Brandor» dissi. «Posso difendermi benissimo da solo. Mi alleno con Ra per questo.» 

«Lo so, ma voglio starti vicino» insisté lui. «Soprattutto adesso che Seth potrebbe attaccarci» aggiunse a bassa voce.

Storsi il naso. 

«Ti ringrazio per la preoccupazione, ma non sprecarla con me, davvero. È il nostro popolo che dobbiamo proteggere e, per come la vedo io, questo include anche te» asserii, guardandolo intensamente. 

Lui scosse la testa. 

«Spiacente, faraone» ribatté, restituendomi lo stesso sguardo determinato. «Per me siete voi il primo da proteggere.» Non mi lasciò nemmeno il tempo di ribattere. «La Terra di Bastet sta mandando delle navi cariche di pietre incantate e, anche se non potete dirmi i dettagli, so che servono per difendere il nostro popolo. Quindi siete voi e il divino Ra a rimanere da soli in questa guerra. Non lo permetterò.» 

Il Segreto del FaraoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora