In tutta onestà ero un po' dispiaciuto di non essere rimasto di più. Non avevo nemmeno avuto l'occasione di parlare un granché. Anche se in un certo senso dubitavo del fatto che Malinda fosse incline lunghi dialoghi. Mi era sembrata così fredda e pratica. Quasi peggio di Ra e ce ne voleva per superarlo a mio parere. Il diretto interessato incedeva con passo deciso e io continuai a ripetermi nella testa il motivo per cui gli stavo vicino.
Lo stai facendo per gli altri. Puoi farcela.
Il lato positivo – almeno dal mio punto di vista – era il fatto che Ra fosse così concentrato sul suo obiettivo di finire questo viaggio il prima possibile che non mi degnava di uno sguardo. Ringraziai mentalmente Yugani per avermi fatto sfogare, altrimenti non sapevo se sarei riuscito a trattenermi. I sussurri ci tennero compagnia, finché non arrivammo nella Terra successiva. L'ultima.
Appena appoggiai i piedi a terra, sentii dei suoni lontani. Drizzai le orecchie. Sembrava...musica? Ed era anche molto ritmata. Non ricordavo nemmeno quando fosse stata l'ultima volta che avevo udito una melodia così. Forse fu questo che mi spinse ad attraversare la via principale con passo svelto, lasciandomi Ra alle spalle.
Le cupole di perla scintillarono sotto la luce del sole e l'erba mi solleticò le caviglie, mentre percorrevo quella strada. La melodia si fece sempre più vicina, tanto che presi a correre. A una certa distanza riconobbi dei flauti, dei tamburi e degli strumenti a corda che cantavano all'unisono una sinfonia in crescendo. Arrivai alla piazza quasi senza fiato, dove la musica arrivò al suo apice.
Sotto i miei occhi un cerchio di persone erano intente a suonare, altre sedute a osservare e nel mezzo un gruppo di ballerini si stava esibendo in una danza acrobatica. Vestivano tutti in un modo così colorato e si muovevano insieme a dei ventagli con dei lunghi veli attaccati alle estremità delle bacchette, che facevano svolazzare da una parte all'altra. Danzavano come un sol uomo e, in quel momento, una figura si fece largo tra le altre. Fu per la corona nera striata d'oro che riconobbi il custode di Anubi.
Emerse dal centro con un incredibile salto, atterrò con grazia felina e sfoggiò un largo sorriso al suo popolo, che lo acclamò a gran voce. Aveva i capelli rossi come il fuoco e un paio di occhi smeraldini pimpanti. Era a torso nudo e l'usekh dorato spiccava sulla sua pelle scura. Indossava dei pantaloni bianchi, in quel momento sporchi di terra, tenuti su da una cintura nera e da cui si apriva un mantello nero dai bordi dorati. Sul davanti svolazzava un tessuto rettangolare bianco dai bordi neri, su cui erano disegnati dei rombi scuri con dei cerchi bianchi al centro. Calzava un paio di ballerine fatte apposta per l'occasione.
«Sam-ba! Sam-ba! Sam-ba!» gridavano tutti a ritmo di musica e il custode batteva le mani per dare il tempo.
La musica cambiò e si fece guidare dai movimenti del ragazzo. Qualcuno fischiò e i tamburi presero a battere un ritmo serrato. Si aggiunse anche una chitarra, che sottolineò i movimenti del custode. Lo vidi battere un piede diverse volte e poi si lanciò una danza sfrenata. Non riuscii nemmeno a descriverlo, tanto ero preso a seguire i suoi movimenti. Erano potenti ma eleganti e le persone che fino a un momento prima avevano ballato si fermarono per battere le mani o i piedi a tempo, quasi ad aiutarlo a non perdere il ritmo.
A un tratto il ragazzo si fermò per muovere solo le gambe e i fianchi, come se un terremoto lo stesse scuotendo. Rimasero solo i tamburi a dare il tempo. Il custode incrociò le braccia davanti a sé e, quando le sollevò lentamente al cielo, teneva in mano due ventagli con i veli bianchi. I tamburi batterono un sonoro colpo e i ventagli si aprono con uno scatto. Quello che seguì fu uno spettacolo di danza serrata e acrobazie mozzafiato, sia a terra che in aria. Dopo qualche minuto il ragazzo si esibì in un gran finale: tornò al centro piroettando con eleganza e muovendo a destra e a sinistra i suoi ventagli.
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Il Segreto del Faraone
Fantasy🌤Primo libro de "La Duologia degli Antichi"🌤 Faraone (s.m.) 1. Nell'antico [regno di Katàn,] nome popolare del [dio Ra]; poi, dall'anno [X10], titolo che veniva premesso al nome del sovrano [scelto dalla divinità]. Il sole splende s...