Capitolo 1 - Benvenuti a Obeliska!

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Anno X175

Un piccolo uccellino dal petto bianco e le piume color sabbia svolazzava libero nel cielo sereno di Obeliska. I suoi occhietti vivaci captavano ogni angolo di quella città isolata dalle montagne, che racchiudevano ogni cosa nel loro anello perfetto: i monti Marhaba. 

Il piccolo viaggiatore però aveva una meta da raggiungere e anche in fretta. Iniziò una rapida e precisa discesa, tuffandosi nel bel mezzo del mercato. Volò vicinissimo a una tenda azzurra dai bordi dorati, inspirando l'odore di antiche spezie, zigzagò tra enormi vasi di fiori e cesti di frutta, schivò la fiammata di un mangiafuoco nel pieno della sua esibizione e infine, con un poderoso battito d'ali, si tuffò nel cuore pacifico di Obeliska. 

In quel preciso momento la maggior parte delle cucine erano invase da aromi speziati di biscotti e i pentolini erano pieni di buon latte appena munto. Ma la destinazione dell'intrepido volatile non era ancora vicina. Ora doveva aguzzare bene la vista e trovare la casa con la finestra sul tetto. Con la scia profumata di cannella a segnare la via non c'era alcun dubbio.

Ed eccola, finalmente! 

L'esserino si lanciò a tutta velocità verso la finestra che dava sulla cucina, per poi planare dolcemente sul cornicione. A quel punto cinguettò a più non posso per attirare l'attenzione dell'anziana signora, che finì di togliere i biscotti dalla teglia sopra al caminetto. 

«Sto arrivando, piccolo amico. Tieni.» 

La donna offrì all'uccellino delle briciole di biscotto e il piccolo si mise a beccare qua e là, gustandosi la colazione direttamente dal palmo rugoso dell'anziana signora. 

Quando il volatile fu soddisfatto, lei non scordò di rammentargli il loro patto: «Vai a svegliarlo tu, per piacere?» In risposta le arrivò un cinguettio di assenso, seguito da un frullo d'ali diretto verso la finestra sul tetto. Come al solito c'era sufficiente spazio per l'uccellino, che si tuffò subito nel passaggio. 

A suon di cinguettii insistenti, una figura sdraiata su un'amaca blu notte e coperta da un lenzuolo giallo si mosse nell'ombra.

A suon di cinguettii insistenti, una figura sdraiata su un'amaca blu notte e coperta da un lenzuolo giallo si mosse nell'ombra

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Non appena udii la chiamata del mio amico pennuto, scalciai le coperte giù dall'amaca e mi tirai su in piedi con uno slancio. Mi allungai, assumendo la forma di una stella marina, per stiracchiarmi al meglio. 

«Yaawn! Buongiorno a te, Hoppa. Nonna ha già preparato?» chiesi, tendendogli un dito. 

Hoppa ci si appollaiò subito e rispose: «Cip-cip!» 

«Allora sarà meglio sbrigarsi: la nonna detesta che il cibo si raffreddi.» 

Ma, prima di correre giù, misi a posto anche la coperta. In casa Kinglight tutto doveva essere in ordine prima di uscire. Mi sporsi sul bordo dell'asse di legno che faceva pavimento e presi a slegare la corda dal piolo. Di tutta la giornata questo era il mio momento preferito, perché mi sembrava di compiere un gesto eroico da vero avventuriero. 

Il Segreto del FaraoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora