Capitolo 33 - Nell'occhio del sole (parte prima)

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Scusate il ritardo. Internet al mare non prende molto XD

Per la prima volta da giorni potei muovermi senza la preoccupazione costante dei lividi. Roteai la spada luminosa e invitai Ra a venirmi incontro. Strinsi la presa sull'elsa per parare un fendente dall'alto e spingere via la sua spada. Il dio arretrò di qualche passo, ma prese subito a incalzarmi con una serie di colpi in diagonale sia da destra che da sinistra. Strinsi i denti dalla forza che misi nelle mie risposte. 

Sapevo che Ra avrebbe solo aumentato il ritmo e a un certo punto non lo avrei più retto. Quella consapevolezza mi diede ancora più grinta. Doveva pur esserci il modo di ribattere alla sua velocità. Proprio come avevo previsto i movimenti del dio si fecero più serrati e io mulinai la spada in tutte le direzioni pur di difendermi. Se solo ci fosse stato un modo per attaccarlo e difendermi nello stesso momento. A un tratto le nostre spade si scontrarono con forza in un colpo secco. Le lame tremarono sotto la nostra potenza. 

«Sembra un buon momento per provare la tua idea, faraone» mi suggerì il dio, prima di riprendere il ritmo interrotto. 

Tra un colpo e l'altro realizzai meglio le sue parole. Per un secondo mi chiesi se ne ero all'altezza. Ero esausto dopo tutto questo combattimento. Il secondo dopo Ra tentò un affondo e fui pronto per farlo. 

«Ohmin!» espirai, sotto lo sguardo appena sorpreso di Ra. 

Una sfera dorata mi apparve davanti al petto e in un attimo esplose in una cupola che spinse via il dio. A bocca aperta lo osservai cadere di schiena e la sua spada tintinnò sul pavimento. Non seppi cosa mi trattenne dall'esultare a gran voce, ma provai comunque una sensazione fortissima da capo a piedi. Elettrizzato dal risultato, molleggiai sulle gambe, pronto a ripartire. 

«Niente male, faraone» si complimentò asciutto, mentre si rialzava per recuperare la sua spada. 

«Grazie» gli risposi, sincero.

Ormai avevo capito che quello era il suo modo di dirmi che avevo fatto un buon lavoro. 

«Come hai visto basta solo molta pratica con la spada e una grande scorta di energia.» Si mosse lateralmente. La spada puntata verso il pavimento. Lo imitai. «Tieni sempre a mente che la magia in te è limitata, quindi non puoi sempre combattere in questo modo. Fallo solo se hai la certezza di non metterti in una situazione peggiore. Chiaro?» 

«Sì, capisco» risposi, incapace di stare fermo. 

«Molto bene.» 

Ra tagliò l'aria di lato e mi corse incontro. Io presi fiato, pronto a rispondere a ogni sua mossa.

 Io presi fiato, pronto a rispondere a ogni sua mossa

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«Ahi, ahi, ahi... Ahh» mi lamentai, buttandomi sulla prima sedia che vidi. 

Non mi sentivo più né le gambe né le braccia. Almeno la mia schiena si era salvata dalla furia di Ra questa volta. Heléna cercò di non ridere troppo. 

Il Segreto del FaraoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora