SETTEMBRE 2021 IV

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Russia - Sochi

"Hai detto qualsiasi cosa, giusto?" – "Max che cazzo hai fatto?", lo guarda con la fronte aggrottata mentre lui apre la porta della sala briefing ed entra nella stanza prima di lei, Stéphanie sospira e si chiude la porta alle spalle per poi alzare gli occhi spostandoli da un angolo all'altro della stanza. Attorno al tavolo ci sono già Christian, Helmut e ai due lati più lunghi Simon da una parte e Gian dall'altra. Prende un respiro profondo e si siedono accanto al proprio ingegnere di pista.
"Bene, direi che ci siamo tutti. Vorrei parlare di un po' di cose.", inizia Christian mettendo da parte, per il momento, il computer. Stéphanie guarda per un paio di secondi Max prima di tornare su Christian. "Vorrei prima fare un'analisi tecnica di quello che sta succedendo in pista. I danni alla tua monoposto, Max, sono stati sistemati. Ricordi qualcosa in particolare? Vogliamo migliorare la monoposto, soprattutto mandare i dati e tutti i dettagli che possano aiutare i meccanici e gli ingegneri in fabbrica, anche in vista della monoposto del prossimo anno.", Max annuisce lasciandosi andare sulla sedia in plastica. "Ho avuto un bloccaggio ed ho perso il controllo della monoposto. Quella curva è insidiosa per tutti.", l'uomo annuisce, poi poggia lo sguardo su Stéphanie. "Abbiamo anche messo sotto esame la tua monoposto, Stéphanie, dopo il Gran Premio in Olanda. I meccanici hanno lavorato giorno e notte e mi sembra di capire, anche dai risultati, che non ci siano più problemi.", la ragazza annuisce mordendosi una pellicina del dito e annuisce, "Per ora sembra vada tutto bene. I problemi alla power unit sembrano esser passati.", Helmut annuisce sorridendole. "Bene, passiamo al circuito. Ne parlerete meglio con i vostri ingegneri di pista, ecco uno dei motivi per cui sono qui, ma vorrei aggiungere qualcosa anch'io. Dal 2017 ad oggi solo una volta la Redbull è andata a podio, le restanti volte siamo sempre arrivati ai pressi del podio. Quest'anno voglio tutto: sia dalle qualifiche che dal podio, ok? Da entrambi.", li inchioda serio con lo sguardo mentre i due annuiscono. "Faremo del nostro meglio.", conclude Max sistemandosi sulla sedia mentre Stéphanie continua a rimanere rigida, come se fosse seduta sui carboni ardenti o un tappeto di chiodi mentre i due ingegneri annuiscono all'affermazione del ragazzo. Christian mette da parte dei fogli e poggia le mani giunte sul tavolo. "Il nostro addetto stampa ha già parlato con Adam e Bradley per quanto riguarda le conferenze stampa, e a proposito di interviste...", l'uomo punta gli occhi su Stéphanie, gli occhi sembrano duri ma a tradirlo è un sorriso divertito che gli dipinge il viso. "Stéphanie, abbiamo avuto modo di vedere la tua intervista e..." – "Ho detto qualcosa di male? Io... io non l'ho fatto in cattiva fede e non me ne sono nemmeno resa conto in caso.", Stéphanie si irrigidisce ancor di più sulla sedia. "Stéphanie, calmati! Volevamo ringraziarti per quello che hai detto sulla scuderia, su Helmut e... anche quello che hai detto su di me, in qualche posto del mondo potrebbero essere complimenti. Per quanto riguarda Toto Wolff..." – "È successo dopo un Gran Premio, nemmeno lo ricordavo. Se Mara non l'avesse nominato, probabilmente avrei continuato a non ricordarlo e a non darci peso.", conclude. "A me è piaciuta la tua intervista. Abbiamo fatto una camomilla a Christian ma è stata divertente.", si intromette Helmut ridendo mentre Christian scuote la testa. "Andiamo avanti. Stéphanie, cos'è successo a Monza?", i due ragazzi si guardano per un attimo prima che lei abbassi lo sguardo sulle mani senza rispondere. "Devi parlare con Simon! Dobbiamo sapere cosa sta succedendo in pista! Non puoi non rispondere o rispondere con un misero ok. Non lo voglio. Non mi basta nel momento in cui correte a 300 km/h su una pista.", la ragazza annuisce passandosi una mano sul collo e prendendo un respiro. Sapeva che dopo la pillola dolce sarebbe arrivata quella amara, ma non così tanto. "Soprattutto non dopo che l'altro è andato fuori pista!" Helmut ridacchia mentre Christian continua dopo aver sospirato rumorosamente "Simon deve sapere cosa senti e cosa vedi. Noi, alcune cose, non possiamo percepirle. Non puoi fare di testa tua, hai un team. Avere un team significa lavorare in gruppo, ognuno ha un compito e devi rispettare anche il lavoro altrui e se fosse successo..." – "Ok, ho sbagliato. Ma non è successo niente! E non volevo mancare di rispetto al lavoro di nessuno.", guarda Simon che le annuisce stringendole la mano sotto al tavolo. "È la seconda volta. In Portogallo non sei nemmeno rientrata ai box!", Stéphanie fulmina Max alzandosi in piedi e puntando gli occhi furenti sul ragazzo "Ancora? Davvero? Ancora vuoi parlarne? Dobbiamo litigare ancora su questa cosa? Kop dicht! Niemand heeft uw mening hierover gevraagd!" (Zitto! Nessuno ha chiesto la tua opinione in merito!), puntandogli anche un dito contro. Max alza gli occhi al cielo, sbuffando, mentre Helmut scoppia definitivamente a ridere tagliando in due la tensione pesante che si era creata, e tutti i presenti si girano verso di lui che, sorride scuotendo la testa. "Tu almeno sei andato a farti visitare dopo aver perso conoscenza e per minimo quindici secondi non aver nemmeno risposto a Gian?" Stéph si gira di scatto verso Max e lo fulmina mentre gli occhi di lui sono già in quelli di lei. "Io..." – "Tu che cosa? Hai perso conoscenza? Non hai risposto a Gian per quindici cazzo dì secondi e parli ancora di Portimao? Sei serio? E no, Christian, lui non è andato a farsi vedere perché è uno stupido incosciente del cazzo!" Christian, Simon e Gian guardano confusi prima il ragazzo seduto sulla sedia attorno al tavolo e poi la ragazza ancora in piedi, con gli occhi sgranati, il viso arrossato e i palmi poggiati sul tavolo. "Che cosa.." – "Stanno assieme.", i due si girano con gli occhi sgranati verso Helmut che, invece, sorride. "Cosa?" Max si porta una mano sul viso e si sfrega gli occhi "Non stiamo assieme! Noi.. Non.." - "Non sono affatto vostri. La questione non ha comunque mai influito nel lavoro di nessuno dei due" Max la guarda dopo aver terminato la frase e la guarda sedersi pesantemente sulla sedia accanto a Simon. "Voi due state assieme e non lo sapeva nessuno?" - "Noi non.." Christian continua a guardare i due ragazzi prima di tornare su Helmut "Continuerà ad essere tutto come prima. Solo che ora vorrei andare da lei senza sentirmi un criminale" - "Quindi tu sei andata in panico perché lui è uscito di pista?" Simon la guarda prendendole la mano e facendola sedere accanto a lui "Tu non dicevi niente!" Simon scuote la testa come Gian che continua a guardare Max di soppiatto "Quando pensavate di dirlo?" Gian guarda entrambi ma poi punta lo sguardo su Max "Non pensavamo fosse il caso. E ripeto. Non cambierà niente. Voi ora lo sapete, lo diremo anche a tutti quelli che lavorano qui in Redbull, ma niente domande, niente di niente. Soprattutto non deve uscire di bocca a nessuno. Ha già abbastanza gente che le da addosso per delle stronzate non devono esserci altre opportunità per i giornalisti di puntarle contro il dito. Quindi chiudiamo qui il discorso" Helmut si alza dalla sedia annuendo e fermandosi alle spalle di Stéph poggiandoci sopra le mani, lei alza la testa e lo guarda "Vieni con me?" Max la guarda alzarsi dalla sedia e seguire l'uomo fuori dalla stanza. "In nessun video dovrà esserci nessuna insinuazione in merito. Andrò nella sua stanza e lei sicuramente verrà nella mia. Ora lo sapete e spero che lei si possa togliere una parte di tutta l'ansia che ha addosso" - "Voi due.." Max guarda Christian con un sopracciglio alzato che si passa una mano sul collo "Non capisco.." Max si stringe nelle spalle alzandosi "Continueremo come abbiamo sempre fatto, lasciaci solo.. Senti, questi mesi sono stati pesanti. Entrare nella sua stanza o nella mia guardandoci alle spalle perché nessuno sapeva e doveva sapere. Non ci saranno da parte di entrambi, qualsiasi cosa accada scenate di gelosia o litigate davanti a tutti. Continuerà come abbiamo sempre fatto. Ma appena saremo fuori dalla portata di telecamere e macchine fotografiche.. Giuro, anche per lei che niente di tutto questo inciderà sul lavoro. Dobbiamo solo trovare un modo per.. Se le succede qualcosa in pista ho bisogno di sapere come stia, per non andare fuori di testa, e lei idem. Sta avendo dei cazzo di attacchi di panico perché finora abbiamo tenuto nascosto tutto e lei non sapeva fossi ancora in piedi sulle mie gambe. Cazzo non.." Max sospira scuotendo la testa e sistemando la sedia "Vedete di trovare un modo con Simon e anche tu Gian" l'ingegnere annuisce e si alza anche lui affiancando il ragazzo "Quindi posso disdire una camera d'albergo?" Max sorride annuendo prima di uscire dalla stanza seguito da Gian "Perché diavolo non me l'hai detto!" Lo spinge dalle spalle appena si richiude la porta alle spalle e sospira guardandolo percorrere il corridoio in silenzio.
"Perché ci sono tutte le tue cose qui?" - "Perché erano meno delle tue. Cosa ti ha detto Helmut?" Stéph si toglie le scarpe, il pantalone ed il reggiseno lasciandoli a terra e si butta sul letto dove viene raggiunta subito da Golia. "Glielo ha detto Daniel! Capisci? Lo strozzo! Lo sa dal Canada! Io lo strozzo! Un mese dopo che l'ha scoperto lui, l'ha detto ad Helmut! Domani arriva e domani lo prendo a schiaffi!" Max la prende dai piedi e la tira verso di lui "Ti sei messa il completino che hai comprato a Milano?" - "Se intendi quello che ho preso con Alexis, si" Il ragazzo ruota gli occhi al cielo ed inizia ad alzarle la maglia "Come ti senti ora che lo sanno? Ora che hai parlato con Helmut?" - "Ho dovuto giurare che qualsiasi cosa accadrà tra me e te non influirà sul nostro lavoro in Redbull, ma mi ha detto che non gli serve un giuramento da parte mia perché di me si fida, mentre, su di te ha detto che dovrà parlarti, perché non vuole scenate di gelosia, perché ha visto come guardavi Giovinazzi" Max sbuffa appoggiando la fronte tra i seni della ragazza e coprendosi la testa con la maglia mentre lei scoppia a ridere "Dai, vieni qui" si toglie la maglia scoprendogli la testa "Non puoi dirgli tu che giuro di non fare nessun casino?" Scuote la testa prendendogli il viso tra le mani e baciandolo "Fai l'uomo" - "Lo faccio sempre! Ma penso di aver più paura di parlare con Helmut di te che con tuo padre!" - "Esagerato!" Stéph si gira di scatto verso il comodino quando sente il suo telefono suonare "Papà!" - "Piccola.." si alza di scatto dal letto puntando gli occhi su Max "È successo qualcosa?" - "Bryan mi ha girato la tua intervista" inizia a mordicchiarsi le pellicine delle mani "Papà.." - "Perché non me ne hai mai parlato?" Si lascia scivolare a terra con la testa tra le gambe "Perché non volevo che ti preoccupassi. Non hai litigato con Olivia, per questa cosa, vero?" L'uomo dall'altra parte del telefono non le risponde e la ragazza si affossa ancora di più "Papà, ti prego! Io non.. Non dovevo dirlo.. Io.." Max la raggiunge a terra portandola tra le sue gambe "Piccola, non piangere e non sentirti in colpa. Ma non dovete tagliarmi fuori! Se tu hai bisogno di me, mi chiami e vengo da te! E lei doveva dirmelo, lo sa benissimo che avrei fatto di tutto per venire da te. O avremmo trovato una soluzione. Piccola, davvero.." - "Sistema con Olivia, è colpa mia se lei non te l'ha detto!" Lo sente sospirare mentre si appoggia al petto di Max "Piccola, lascia perdere me e Olivia. Vuoi che venga da te?" - "Devi lavorare.." - "Stéphanie!" Si stacca velocemente da Max e si rimette in piedi, scottata dal suo nome detto da suo padre, abbassa lo sguardo guardandosi i piedi nudi e le unghie laccate di blu "Si, ma non chiamarmi così" lo sente ridere e lei sbuffa "Allora vediamo di organizzarci" - "Papà, non sentirti in colpa. Io non volevo" Max le si avvicina e la porta a sedersi con lui sul letto dove inizia piano ad accarezzarle la schiena "Piccola, non preoccuparti. Domenica hai una gara, pensa solo a quella" Stéph sospira lasciando cadere il telefono sul letto e reprime un urlo soffocandolo sulla spalla di Max "Schatje.." - "No! Ho fatto un casino con quell'intervista! Cazzo! Non dovevo farla, anche se era Mara! Hanno litigato per colpa mia! Papà si sente in colpa, ora sicuramente si molleranno! Cazzo!" Scatta in piedi camminando avanti e indietro Max sospira prendendole i polsi e facendola sedere sulle sue gambe "Non si molleranno, avranno litigato solo perché lei gli ha tenuto nascosto qualcosa" le accarezza piano il viso e le bacia sulle labbra e poi sulla fronte "Come tu che mi tieni nascosto ciò che è successo alla premiazione! Me l'ha detto Pierre quando sono andato da lui" Stéph sospira allontanandosi da lui ed andando verso la finestra "Perché ti preoccupi per niente!" - "Io?" Max si alza raggiungendola e stringendola a lui "Tu non mi dici quando e se stai male. Anche se stai male per me, per colpa mia" un brivido le percorre la schiena e Max appena se ne ed se conto sfrega le sue mani sulle braccia della ragazza baciandole i capelli "Cos'è successo alla premiazione?" - "Ho vomitato dopo aver visto per l'ennesima volta te contro le barriere e non uscire. Mi girava la testa ed ha iniziato a montarmi l'attacco di panico, sono salita sul podio e quando ho guardato in giù tu non c'eri. E quando sono rientrata.." Max la stringe forte baciandole il collo "Poi Dan mi ha portato fuori. Non riuscivo a muovermi, a smettere di piangere e tu continuavi a non esserci" Max sospira facendola girare tra le sue braccia e la guarda "Da quando hai attacchi di panico?" - "Era da un po'.." - "Il primo?" Stéph sospira guardandosi intorno prima di tornare su di lui "Alla prima gara senza i miei, senza nessuno dei due. Adesso smettila" si divincola da lui e va verso il bagno chiudendosi dentro con un giro di chiave.
"Schatje, prima o poi dovrai uscire da lì! E mi spieghi dove cavolo posso andare in bagno? Non ho più l'altra camera, quindi esci!" Max appoggia la fronte contro la porta senza ottenere nessuna risposta nemmeno questa volta "Schatje, puoi farmi entrare? O almeno puoi dirmi che è tutto ok? Che stai bene? Che non.." Stéph apre la porta del bagno con gli occhi arrossati "Schatje.." lo oltrepassa senza dire niente, si infila una felpa, prende il guinzaglio e lo chiude al collo di Golia "Lo porto fuori" - "Se mi aspetti.." - "No, non puoi" Max tenta di incontrare il suo sguardo e sospira sconsolato appena incontra entrambi gli occhi colorati di marrone, li guarda per un paio di secondi prima di non averla più davanti, e sente lo schiocco della porta che si chiude. "Cazzo!" Colpisce la porta del bagno che si scontra con il muro e poi torna indietro, la blocca nuovamente per poi entrare e guardare le cose di Stéph buttate alla rinfusa sul piano, inizia a sistemarle tutte una ad una e sospira prendendo il telefono per chiamare Daniel.
"Golia!" Stéph si gira verso la voce che richiama l'attenzione del suo cane ed incontra gli occhi chiari di Lando "Sei già qua anche tu?" Lando annuisce prendendo in braccio Golia ed affiancandola "È successo qualcosa?" Questa volta è la ragazza ad annuire camminando piano accanto a lui "Daniel arriva domani, devi accontentarti di me. Che succede?" - "Non voglio parlarne.." - "Stéph.." la ragazza si passa una mano sul viso appoggiando la testa sulla spalla di Lando "Dopo l'incidente di Max.. Io.." - "Hai avuto un attacco di panico" Annuisce tornando a camminare lungo la via "Prima ho litigato con Max. O meglio, non so se abbiamo litigato. Mi sono chiusa in bagno, ho pianto e me ne sono andata" - "Perché?" Scuote la testa mordendosi le labbra "Vuole sapere degli attacchi di panico" - "E cosa c'è di male? State assieme!" Stéph si ferma guardandosi attorno forse per la prima volta, stanno camminando da una decina di minuti la maggior parte dei quali passati in silenzio tra una domanda e l'altra del ragazzo "Non stiamo assieme. E non voglio che mi vedano stare male" - "Quindi il problema non sono gli attacchi di panico ma tu che non vuoi farti vedere debole?" Annuisce prendendo Golia tra le braccia di Lando e stringendoselo al petto baciandogli la testa "È una stronzata!" - "No! È uno schifo di lavoro. E tutto viene rigirato a tuo sfavore ogni volta. Ogni singola volta! Non dovevo farmi prendere dal panico. Dovevo mantenere la calma, e invece.." - "E invece essendo umana ti sei fatta prendere dalle emozioni? Dal fatto di non sapere come stesse Max? Anche se non state assieme?" Stéph si allontana da Lando andando verso il mare, si toglie le scarpe ed avanza fin quando l'acqua non le bagna i piedi "Stéph!" Non si gira, continua a guardare davanti a lei con il viso sferzato dal vento che le fa finire i capelli sul viso "Lando, lasciami stare. Non puoi capire" - "Spiegami!" - "Non tutti sono buoni come te e Daniel. Guarda anche Pierre! Gli ho chiesto solo di non dirlo a nessuno, e invece.." scuote la testa tirandosi via i capelli da viso sbuffando "Oh, andiamo! Di certo Pierre non l'ha fatto con cattive intenzioni!" - "Non mi importa!" Lando l'abbraccia e Stéph sospira portando la testa indietro e guardando il cielo ormai scuro "Sei umana, piangi come me e come tutti gli altri. Ok, forse Max non piange ma prova emozioni anche lui, no? Altrimenti non penso che tu.. ok, vero, non state assieme. Ma cavolo, piangi quando ti viene da piangere e fregatene. Non tenerti tutto dentro. Non ho mai avuto un attacco di panico, ma non penso sia una cosa carina, quindi.." Lando lascia la frase in sospeso guardando la ragazza accanto a lui con il viso rivolto verso il suo con gli occhi chiusi e un accenno di sorriso sulle labbra, prima di allungarsi verso di lui e lasciargli un bacio sulla guancia.
"Cosa vuol dire che l'hai lasciata uscire da sola e non sai dove sia?" L'uomo guarda Max seduto sulla poltrona davanti a lui "Cosa dovevo fare? Andare con lei? Così avremmo chiuso definitivamente!" Helmut si alza dalla sedia guardando fuori dalla finestra "Avevo detto niente scenate.." - "Non mi sembra di aver fatto scenate! Ero solo venuto qui per vedere se era con te!" Max si alza dalla sedia e sfila il telefono dalla tasca "Spera per te che torni e senza nemmeno un graffio" - "Se non torna o se torna con qualche graffio cerca già altri due piloti" Helmut scuote la testa mentre lo vede uscire con il telefono all'orecchio. Sbuffa quando all'ennesima chiamata la ragazza non risponde. È come essere tornato indietro, alla pausa. Tenta di togliersi di dosso quella sensazione pesante di incertezza e sale piano le scale guardando svogliatamente il telefono che gli suona tra le mani "Che c'è Lando?" - "Dove sei? Sta impazzendo!" Max sgrana gli occhi premendo si il telefono ancora di più sul viso "Dove siete?" - "In camera tua!" A quella risposta inizia a fare i gradini a due a due e corre lungo il corridoio "È finita. Visto?" Sorpassa Lando che tenta di parlare "Cos'è finito?" Le guarda le spalle mentre sta buttando le sue cose in una valigia "Tu.." - "Ero da Helmut! Pensavo fossi lì! Se mi rispondessi al telefono.." Stéph si gira di scatto e lo guarda negli occhi per un paio di secondi  prima di lasciarsi cadere sul letto con le mani tra i capelli "Io.. È meglio che me ne vada.." Max annuisce alle parole di Lando mentre si avvicina a Stéph inginocchiandosi davanti a lei tra le sue gambe "Schatje.." si toglie le mani dal viso mettendole in quello del ragazzo iniziando a sfiorarlo con le dita "Ben je hier. Waar zou ik anders zijn?" (Sei qui) - "Ja, ben hier" (Si, sono qui. Dove altro dovrei essere?) gli accarezza le guance e le labbra "Ti avevo detto che non me ne sarei andata più come ho fatto durante la pausa. Invece.. E poi tu.." Scuote la testa e sospira mentre lui appoggia le labbra sulla coscia della ragazza "Non me ne vado perché tu scappi pur di non parlarmi. Però.." - "Non voglio farmi vedere debole dagli altri. Non voglio abbiano modo per attaccarmi. Avevo chiesto a Pierre di non dire niente! E lui invece.." - "Ok, l'ha detto. E non doveva farlo. Ma sono io schatje, non me ne frega un cazzo se piangi, se ti vengono gli attacchi di panico, o meglio me ne frega, ma non mi importa se ti fai vedere debole con me. Perché io.. Schatje, lo sai, voglio te senza la lente. Fine. Non vuoi parlare del perché, va bene. Ma non scappare da me se il motivo per cui lo fai è perché ti vedrei star male. Devo ricordarti che sono io? Che con me ti fai vedere senza lente?" Stéph sbuffa premendo le mani sulle labbra del ragazzo "Schatje.." - "Oh, zitto!" - "Non sto zitto! Cazzo mi sono preso un sacco di parole da Helmut perché ti ho lasciata uscire da sola!" Stéph sospira pesantemente scivolando a terra con Max abbracciandolo e vengono raggiunti da Golia che si sistema tra i loro corpi.

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