Stephen James 𝕀 𝕎𝕒𝕟𝕟𝕒 𝕓𝕖 𝕪𝕠𝕦𝕣 𝕞𝕒𝕤𝕥𝕖𝕣 🔴

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Stavo per andare a letto quando sento delle urla provenire da fuori del condominio. Mi affaccio per vedere chi fosse, ed era colui che volevo evitare.   <<T/n apri il portone, non puoi ignorarmi!>>   Chiusi la finestra per andare a letto, ma sentì il citofono suonare, vado a vederechi fosse dallo sponcino della porta ed era il mio vicino.  <<Se non lo fai smettere, giuro che chiamo la polizia e faccio arrestare entrambi.>> 
<<Sali, il portone è aperto.>>   Il mio vicino non poteva farsi gli affari suoi?  Vedo la porta di casa mia aprirsi e lui entrare, sento la mia rabbia ribollire, volevo picchiarlo o fare qualcosa, ma sapevo come poteva finire.
<<Perché mi stai ignorando?>>   <<Non lo so, chiedilo alla tua ragazza>> gli risposi sottolineando l'ultima parola. Lui non mi rispose, come immaginavo d'altronde.    <<Che c'è, ora non vuoi più parlare?>>  Gli squillò il telefono, e come dice il detto: parli del diavolo spuntano le corna.
<<Cosa vuoi?>>   <<Dove sei? Come mai non sei a casa?>>      <<Non t'interessa.>>  <<Sei da quella zoccola, non è vero?>> 
  <<Non ti permettere di chiamarla così!>>   <<Ora la difendi anche?  Io non ho parole.>>    <<Sai che c'è, io ti lascio, e avrei dovuto farlo molto tempo fa>> disse per poi riattaccare il telefono.    <<Stephen hai fatto un grave errore, potevi tenerla per non stare da solo.>>  Mi prese per le cavigli e mi fece sdraiare lungo il divano per poi mettersi sopra di me.  <<Lo so che lo dici per vedere la mia reazione, ma so l'effetto che ho su di te e so che provi anche qualcosa di più nei miei confronti.>>   Aveva ragione, cavolo se ne aveva, ma non posso dargliela vinta, non così facilmente almeno.   <<Sai, credo che tu debba scendere dalle nuvole, fa troppo male se cadi da troppo in alto.>>   
<<Ho capito il tuo gioco, perché sono io che te l'ho insegnato.>>   Quando fa così mi fa perdere totalmente la testa e fa ardere il desiderio di sentirmi desiderata sotto ogni punto di vista.  <<Ora sei te quella che non parla, equesto vuol dire soltanto una cosa.>>   <<Cosa?>>
<<Che mi vuoi ancora>> disse per poi bacirmi il collo.    <<Ti odio>> gli risposi.   <<Non è ero, tu odi solo il fatto che riesco a farti cedere ogni volta.>>     <<Stai zitto e baciami.>> Vedo che il desderio di farlo bramava in lui, perché non se lo fece ripetere due volte. Gli allacciai le gambe intorno alla sua vita, lui mi prese e emi fece mettere a cavalcioni su di lui, amavo questa posizione, si poteva capire quanto potere avevi e quanto era desideroso di averti. Mi levo la maglia che avevo indosso e nel mentre che mi diede baci sul collo, gli sbottonai la camicia. Accarezzai ogni centimetro della sua pelle, quanto era bello, lui si che era il tipo ragazzo che poteva farti perdere il controllo.
<<Ti voglio daddy.>>  Questo lo faceva impazzire, era la classica frase, ma questo era il motivo assicurato che non potevi camminare con facilità il giorno seguente. Mi prese in braccio e mi portò nella camera da letto, tutto questo senza mai staccarsi dalle mie labbra. Iniziò a baciarmi sempre più giù, togliendo ogni indumento che fosse d'intralcio, rimanendo completamente nuda. Mi fece dei succhiotti su tutto il corpo, o come li chiama lui, dei capolavori per far capire che sei mia. Si fermò un'attimo e mi guardò negli occhi, avevo capito, ora inizia il bello. Fece dei movimenti circolari con la lingua per poi mettermi due dita dentro, e con l'altra mano stava palpando e stuzzicando il mio seno, iniziai ad ansimare, sempre e sempre di più. Se prima stava andando piano, ora sta decisamente andando veloce, me lo sentivo, stavo per venire.
<<S..Sto per venire.>>  Si fermò, si alzò, si sfilò gli indumenti che gli erano rimasti e si mise il preservativo. Mi fece mettere a 90,  con una mano mi prese i polsi, e con l'altra i capelli,e in un'attimo con un colpo secco entrò in me. Nella stanza si sentivano solo i nostri gemiti, e nient'altro. Per me il sesso era sentirsi desiderati e farlo finché non svieni con le così dette farfalle nello stomaco, e lui era l'unico che fece diventare questo mio pensiero che si stava spegnendo in realtà.  <<Piccola, sto per venire, sai cosa fare.>> Si sdraiò nel letto, io mi avvicnai a lui, lo gurdai negli occhi e poi lo misi in bocca. Mi prese i capelli con una mano e mi fece andare sempre più in profondità, sempre di più, finché non viene anche lui. Ci sdraiamo entrambi sfiniti uno accanto all'altro.  <<Ti amo piccola.>>   <<Che sdolcinato.>>    <<Che stronza che sei.>>   <<Lo so.>>  
<<Dopo ti punirò per questo.>>  <<Non vedo l'ora.>>

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