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WYN.

Non ero pronta a rivederlo dopo tre anni.

Me n'ero resa conto appena avevo sentito la portiera della macchina sbattere e i passi nel vialetto della casa affianco. Avevo fatto appello a tutto il mio autocontrollo per non avvicinarmi alla finestra di camera mia, scostare la tenda e affacciarmi per vedere com'era diventato, per vedere come stava, solamente per vederlo.

Guardai la mia valigia viola scuro aperta sul mio letto, stasera sarei partita per Richmond, perché io e la mia migliore amica Lenora saremmo partite per l'università. 

Ero pronta? Assolutamente no, soprattutto perché lui e gli altri sarebbero stati lì.

Sospirai e controllai di aver messo tutto nella valigia, poi la chiusi.

Mi guardai intorno, mi sarebbe mancato svegliarmi in questa stanza dove c'erano tanti miei ricordi, dove c'era una parte della mia vita, ma adesso ero pronta a costruirmene altri altrove.

—Wyn! Ven aquí!

'Wyn, vieni qui'

Presi le valigie e scesi al piano di sotto prima che mio padre mi chiamasse di nuovo, probabilmente Lenora era arrivata, era già ora di andare?

Al piano di sotto vidi mia madre, mio padre e il mio fratellino in cucina in compagnia di Lenora, andai subito ad abbracciare mio padre per primo, cavolo se mi sarebbero mancati, mio padre non ricambiò l'abbraccio subito, si sentiva sempre a disagio con queste dimostrazioni d'affetto, poi andai da mia madre che mi strinse forte. Infine presi il mio fratellino di 11 anni in braccio e lo riempì di baci

—Wyn! Smettila!— esclamò lui infastidito, purtroppo aveva preso da papà —ti mancheranno le mie dimostrazioni d'affetto, Brooks. Ti dò una settimana di tempo— gli dissi, lui mi fece la linguaccia di tutta risposta e poi si sedette sullo sgabello del bancone della cucina e riprese a mangiare il suo hamburger.

Guardai Lenora —possiamo andare?— chiese un po' spazientita.

'Bronwyn Rivera e Lenora Hoffmann erano le migliori amiche più diverse della storia'

Lo avevano detto in molti e in effetti era vero, non c'era una cosa nella quale io e Lenora fossimo simili, ma lei mi aveva difeso al terzo anno di liceo quando delle ragazze avevano provato a strapparmi i miei compiti di fisica, Lenora non ci aveva messo molto a rimetterle al loro posto e da quel giorno, nonostante le numerose diversità, eravamo diventate inseparabili.

A lei piaceva la mia spontaneità e a me piaceva il suo essere autentica con chiunque incontrasse, persino quando l'avevo portata a casa non si era fatta problemi a rispondere a tono al Questore di polizia di Roanoke, la nostra cittadina. Piaceva tanto anche ai miei genitori, soprattutto a mio padre, perché di solito tutti si intimorivano con un suo sguardo e il fatto che con Lenora non fosse andata così lo aveva alquanto sorpreso.

—si, andiamo— dissi e dopo l'ennesimo saluto alla mia famiglia uscì di casa. Misi le valigie nel bagagliaio della macchina di Lenora (considerato che delle due l'unica ad avere la patente era lei), feci per salire sul sedile del passeggero ma sentì un fruscio provenire dalla casa dei vicini e subito mi voltai sentendo una presenza nel giardino dei Barlow ma non vidi nessuno.

Cosa? Ma io avevo sentito qualcosa muoversi...

Feci di nuovo per salire in macchina ma quel fruscio si sentì di nuovo e mi voltai ancora vedendo una figura nel buio in piedi fuori alla porta di casa Barlow.

Era lui?

—si può sapere che cazzo stai facendo, Bronwyn?— chiese Lenora, la guardai confusa —non vedi anche tu qualcuno nel giardino dei Barlow?— le chiesi, lei guardò in quella direzione e poi sbuffò —non c'è nessuno lì, hai anche le allucinazioni per caso? Quel ragazzo ti ha così tanto traumatizzata o cosa? Muoviti a salire se non vuoi che ti lasci qui— dissi e io salì in macchina non volendo farle perdere la pazienza, mi allacciai la cintura e lei subito partì.

Ma una volta superata la casa dei Barlow io guardai di nuovo indietro dallo specchietto, non c'era nessuno, eppure avrei giurato di averlo visto lì.

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Questa è la mia nuova storia, è qualcosa di diverso spero vi piaccia ❤️

My Secret DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora