WYN.
Essere tra le sue braccia era la miglior sensazione che potessi provare.
Mi sentivo così al sicuro con lui, protetta.
Avrei tanto voluto che quella sensazione potesse durare in eterno, ma sapevo che non era possibile, mi aveva solo aiutata in un momento di difficoltà, questo non cambiava le cose tra di noi, questo non cambiava il fatto che lo avessi deluso e che lui non si fosse scusato con me.
Ma mi tenni stretta a lui anche quando sentivo che andava meglio. Era stata una pessima idea, non avrei mai dovuto sfidare la mia fobia in questo modo di punto in bianco, lo sapevo, eppure ci avevo provato come una stupida.
—Wyn, sei viva?— sentì domandare da Lenora, mi separai subito da Aaron e mi voltai verso di lei che ci guardò sorpresa e confusa. Reggeva sia il suo che il mio zaino —ehm, si. Piccolo attacco di panico perché sono entrata dentro a quei microbagni, per fortuna Aaron mi ha aiutata— le dissi sentendo le guance colorarsi per l'imbarazzo.
—cosa? Ma sei stupida per caso? Non lo hai visto che era uno spazio piccolo quello?— mi rimproverò, feci per rispondere ma Aaron si intromise —non c'è bisogno di agitarsi, l'ho aiutata io e adesso sta bene. Voi due vi conoscete da tanto?— domandò, lo guardai —si è trasferita a Roanoke un mese dopo il vostro arresto. Abbiamo legato qualche settimana dopo— gli spiegai in breve, lui annuì e vidi il modo in cui metteva di nuovo distanza fra di noi, sapevo che quel momento di dolcezza era finito, eppure mi aveva detto che non mi avrebbe lasciato, lo aveva detto solo per tranquillizzarmi e assecondarmi?
—vogliamo andare?— mi domandò Lenora, io annuì, ormai non c'era nulla da fare in quel posto con lui.
Lo guardai un'ultima volta ma lui subito abbassò lo sguardo, così, rassegnata, seguì la mia migliore amica fuori dalla caffetteria, lasciando Aaron alle mie spalle, ma sentendomi adesso legata a lui ancora di più di prima.
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Lenora era una bravissima atleta. Peccato che io non fossi brava quanto lei in qualche sport in particolare.Quel pomeriggio, dopo aver finito i vari lavori per lo studio che avevo iniziato con forse un po' troppo anticipo, ero venuta a vedere gli allenamenti della mia migliore amica, nel campo da corsa all'aperto che si trovava vicino quella palestra nella quale avevo visto gli impostors allenarsi per la prima volta.
Quando giocavano al liceo non ero mai andata a vedere una loro partita, però con le voci che giravano, sapevo che erano molto bravi ed era grazie a loro se la squadra di basket della nostra scuola all'epoca era la più forte, quando erano andati in riformatorio le cose erano precipitate.
Lenora faceva le corse di atletica, e cazzo se era brava, era una delle più veloci ed era proprio grazie a questo sport che aveva avuto la borsa di studio. Un giorno l'avrei vista benissimo alle olimpiadi gareggiando per una medaglia e, probabilmente, vincendola anche.
Ero seduta su uno degli spalti, precisamente in seconda fila, per poterla vedere bene mentre si allenava per le gare che sarebbero iniziate, come ogni altra competizione negli altri sport che si praticavano in questa università.
Io mi godevo il vento leggero che c'era oggi mentre guardavo gli atleti che si allenavano. Avevo sentito dire dal coach che ne mancavano alcuni, e non mi sorprendeva il fatto che Lenora non fosse tra questi, amava arrivare in orario così nessuno se la poteva prendere con lei.
In pochi minuti arrivarono gli atleti mancanti, da quello che mi aveva detto Lenora loro erano una sottospecie di squadra, si allenavano sempre tutti insieme anche se quando si gareggiava ovviamente ognuno di loro faceva una corsa differente, ma generalmente, anche se facevano cose diverse, si allenavano insieme poi si dividevano in seguito e seguivano gli allenamenti separati.
Tra gli atleti ritardatari vidi Lev, il ragazzo che avevo incontrato il giorno che mi aveva poi accompagnata in palestra a vedere gli Impostors, diciamo il mio nuovo amico, anche se non lo avevo più sentito.
Appena mi vide un sorriso enorme gli si dipinse in volto, si avvicinò anche se era in ritardo. Mi aveva detto che anche lui era qui con una borsa di studio e che per pagare il resto delle spese puliva l'università insieme ad altri ragazzi, ma se faceva atletica non aveva potuto provare a prendere una borsa di studio per quella?
—Bronwyn! Non mi aspettavo di vederti qui— mi disse abbracciandomi, ricambiai e poi ci separammo —la vedi quella ragazza con i capelli marroni lisci con quell'espressione seria che sembri dire che odia il mondo? Ecco, quella è Lenora, la mia migliore amica e compagna di stanza, sono venuta per lei— gli dissi indicandogli la mia amica, lui mi guardò sorpreso —cosa? Lenora Hoffmann è la tua migliore amica? Cavolo, non sembra una persona molto simpatica, è solo una mia impressione?— mi disse curioso —é una ragazza dal carattere particolare— gli dissi —senti, perché non hai una borsa di studio per lo sport?— gli chiesi —perché quando avevo fatto domanda per essa non mi hanno preso, sono entrato in squadra solo da un paio di giorni, a quanto pare uno ha già rinunciato— spiegò, cavolo, di già?
Sentì delle voci ma non provenivano dagli atleti in pista, ma bensì dalla squadra di basket che si stava dirigendo verso il campo da basket all'aperto che era di fianco al capo da corsa, ma perché tutti si allenavano all'aperto? Eravamo ai fini di settembre, non faceva così tanto caldo ormai.
Non potei evitare di far viaggiare lo sguardo sugli impostors, su Aaron. Parlavano e ridevano tra loro con indosso le loro divise. Guardai Aaron, rideva mentre parlava con Cameron, non potei evitare di sorridere a mia volta vedendo quel sorriso raggiante sul suo viso, ero felice di vederlo in quel modo.
Ad un certo punto, Aaron guardò verso il campo da corsa e vide me e Lev. Fece viaggiare lo sguardo su entrambi e d'improvviso il suo sorriso si sfumò, odiavo il fatto che forse non mi avrebbe più rivolto un sorriso, e che mi avrebbe guardata in quel modo per tutto il tempo che saremmo stati qui. Perché se la situazione tra di noi non sarebbe cambiata avremmo perso quei pochi rapporti che c'erano rimasti? Non ero pronta a vederlo scomparire dalla mia vita.
Vidi il suo viso farsi duro come una pietra mentre guardava Lev e a quanta poca distanza si trovava da me, era geloso per caso? E perché avrebbe dovuto esserlo?
Distolse lo sguardo quando anche i suoi amici mi guardarono, poi seguì il resto dei compagni con l'umore ormai nero. I suoi amici mi guardarono con espressioni neutre e poi lo seguirono.
La sua reazione? Sarebbe stata un mistero per me.
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My Secret Desire
Romans"era sempre stata lei, anche quando mi ero negato, era lei il mio desiderio nascosto, quello che volevo quando scendeva la notte" (When The Night Comes Down series. Libro 1) Si chiama Aaron Barlow ed è il mio ex vicino di casa. Abbiamo vissuto uno...