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WYN.

Distolsi lo sguardo da Aaron e presi in fretta e furia del cibo dal frigo per poi ritornare in camera mia a disfare le valigie.

Aveva intenzione di comportarsi nello stesso modo in cui lo aveva appena fatto in palestra ogni volta che saremo stati da soli? Non avrei retto un comportamento del genere da parte sua ancora per molto.

—vuoi una mano a disfare le valigie, Wyn?— mi domandò Cameron mentre ero a metà scalinata, mi voltai verso di lui tenendo stretta la confezione di gelato che avevo trovato nel congelatore, evitai con tutte le mie forze di guardare Aaron e sorrisi a Cam —no, grazie, hai già fatto tanto portandole, ti devo un favore— dissi.

Mi ero resa conto che Cameron, oltre ad essere l'equivalente di un uragano per il suo carattere determinato, divertente, forte, era anche gentile e disposto ad aiutare chi ne avesse bisogno.

Il biondo con i capelli alla militare fece un sorrisetto, come se avesse già pensato a che favore avrei potuto fargli —c'é qualcosa che potresti fare, sai?— disse.

Feci l'errore di guardare un momento Aaron, aveva un sorriso dipinto in volto, come se avesse capito cosa voleva il suo migliore amico da me.

Era proprio bello quando sorrideva. Si fermava il tempo, il mondo, mi fermavo io, solo per ammirarlo, la luce che aveva negli occhi quando era davvero felice era una cosa ineguagliabile. Vederlo così dopo anni di sofferenza mi rendeva felice, volevo che lui fosse felice, perché se lo meritava.

Lui alzò lo sguardo e i nostri occhi si scontrarono di nuovo. Quanto potevano essere profondi un paio di occhi blu come il mare?

Continuò a sorridere e questa volta lo feci anche io, perché mi bastava vedere lui felice per esserlo anche io.

Queste sensazioni dovevano pur significare qualcosa, giusto? Perché non volevo ammettere a me stessa che Aaron Barlow mi piaceva?

—però se vi guardate così mi fate sentire il terzo incomodo— commentò Cameron riportandomi nella realtà, sbattei le palpebre un paio di volte e poi tornai a guardare lui —stavi dicendo? Cosa posso fare per te?— domandai, anche se pensadoci, non capivo veramente come avrei potuto aiutare Cameron.

Lui sorrise di nuovo —riesci ad organizzarmi un appuntamento con Sawyer?— domandò. Cosa? Intendeva la Sawyer che conoscevo io? Lo guardai confusa, perché vorrebbe uscire con lei? —intendi Sawyer Attanasio, giusto?— domandai per conferma, lui annuì ancora divertito —non credo che questo rientri tra le mie competenze, Cam. Non hai il coraggio di andarlo a chiedere tu?— domandai —sicuramente mi direbbe di no, ma a te non lo farebbe, no?— scossi la testa —se ti dice di no, perché non ti fai due domandine? Magari non le interessi— dissi.

In quel momento il campanello di casa suonò, Cameron andò ad aprire —sarà sicuramente mia sorella— commentò.

Cazzo. Mi ero dimenticata che probabilmente avrei visto Claire Morrison più volte di quanto avrei voluto.

Entrò nel salone con un ampio sorriso, la sua chioma di capelli biondi le ricadeva morbida sui entrambi i lati del viso, indossava un top bianco troppo striminzito per gli inizi di Ottobre e un jeans nero abbinato a delle scarpe dello stesso colore.

Sorrise ampiamente mentre posava gli occhi su Aaron —ehilà, Barlow— disse con voce maliarda mentre gli si avvicinava, gli posò un bacio sulla guancia e io strinsi i pugni involontariamente.

Le mie ipotesi dovute a quella conversazione di due giorni fa erano state confermate da questo atteggiamento: Claire aveva un debole per Aaron.

Avevo sempre pensato che un giorno mi sarei dovuta ritrovare davanti la realtà che anche altre ragazze avrebbero notato la bellezza di quel ragazzo, ma non credevo che sarebbe stato così presto, e non credevo che mi avrebbe dato così tanto fastidio.

Lei poi lo abbracciò, come se dargli un bacio sulla guancia non fosse stato già sufficiente, lui ricambio l'abbraccio ma puntò i suoi occhi su di me.

Sospirai, era ovvio che mi stava guardando cercando una mia reazione, ma non avrebbe avuto la soddisfazione di vedermi gelosa, anche se in fondo lo ero e anche tanto.

Erano stati insieme? Che tipo di rapporto c'era tra loro?

Si separarono, poi Claire seguì lo sguardo di Aaron e vide me in mezzo alle scale con una confezione di gelato in mano.

—vedo che il trasferimento è già stato fatto— commentò acida, Aaron continuava a guardare me, come se si aspettasse che facessi qualcosa, ma non avrei fatto nulla, anche se volevo allontanare Claire da lui e poi dirgli che era mio e che non doveva farsi toccare dalle altre.

Ma non potevo, non quando nemmeno io riuscivo a capirmi e a capire cosa mi passasse per la testa, anche se un'idea credevo di averla.

Così, mi voltai senza dire una parola e andai in camera mia. Mi misi sul letto e avviai una videochiamata Skype con la mia famiglia.

A rispondere fu mio padre —cariño, ¿Como estás?— mi domandò, sospirai, decisi a dire tutto senza giri di parole —credo di essere innamorata, papà— ammisi con lo sguardo basso —cosa? E di chi?— domandò ancora, deglutì —di Aaron— dissi.

Ammetterlo ad alta voce mi faceva uno strano effetto, mi ero sempre negata a questo pensiero, eppure adesso non riuscivo a dare altre spiegazioni alle sensazioni che provavo solamente quando c'era lui.

—ah, ma questo lo sapevo già. Aspettavo il giorno in cui te ne rendessi conto anche tu, cariño— disse divertito, cosa? —papà, non dirai sul serio— dissi —e invece si. Credo che la cosa sia nata ormai da molto e tu avevi solo bisogno di rendertene conto. Il fatto che adesso viviate insieme ti facilita le cose, non è così?— sospirai e scossi la testa incredula —e a te sta bene? Insomma, credevo che Aaron ti avesse deluso— dissi confusa —infatti è così, ma te lo ripeto ancora una volta: è la tua vita, sono le tue esperienze e le tue scelte, io posso darti consigli ed opinioni, ma spetta sempre e solo a te decidere che cosa fare— fece una pausa e poi guardò qualcuno, probabilmente mamma, che si venne a sedere di fianco a lui. La guardava ancora come se fosse la prima volta che la vedeva, erano così così innamorati nonostante gli anni. Io avrei voluto una cosa del genere per me, qualcuno che mi amasse nonostante tutto e nonostante tutti gli anni insieme, non volevo vivere in una relazione basata sull'abitudine —e poi, sappiamo che al cuore non si comanda, Bronwyn— aggiunse mio padre mentre mia madre annuiva con la testa e mi guardava.

—fà quello che ti senti, d'accordo?— mi disse lei —si, mamma. Ma non vorrei temporeggiare, le altre ragazze lo notano, e le capisco, è impossibile non farlo— dissi ammettendo la mia paura: che Aaron si stufasse di me e che provasse interesse per qualcun'altra.

—e cosa stai aspettando, allora? Non devi per forza dichiararti, ma avvicinati a lui, riprendete quel rapporto che avevate, Wyn— mi disse —anzi, questo weekend tuo fratello ha una partita, non è che ti andrebbe di venire? Potresti fargli una sorpresa, magari puoi chiedere ad Aaron di accompagnarti— rivedere mio fratello facendogli una sorpresa? Ma certo che lo avrei fatto, ma chiedere ad Aaron di accompagnarmi...

—non so, mamma, adesso vedo— le dissi e con questo chiusi la telefonata. Sentì una presenza e guardai verso la porta che mi ero dimenticata di chiudere. Aaron era poggiato allo stipite e mi stava guardando:

—sappi che ti accompagno volentieri a vedere tuo fratello.

Sorrise e poi si allontanò. Andai nel panico, aveva sentito quest'ultima parte della conversazione o aveva sentito anche la parte in cui ammettevo i miei sentimenti?

My Secret DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora