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WYN.

Mi buttai sul letto in preda ad una crisi ma non versai altre lacrime.

Lenora entrò subito dietro di me e si limitò a guardarmi.

—se vuoi parlare con tuo padre me ne vado in biblioteca— mi disse, spostai gli occhi su di lei e le feci di sì con la testa, lei allora aprì la porta —mandami un messaggio quando hai fatto— fece per uscire —Lenora!— la chiamai, lei si voltò verso di me —grazie per tutto, davvero— le dissi con il cuore, lei mi guardò per un momento stranita e poi, stranamente e sorprendentemente, mi fece un piccolo sorriso —non c'è nulla di cui mi debba ringraziare, Wyn, è il minimo— mi disse e poi uscì dalla stanza.

Non potei evitare di sorridere.

Presi il computer dalla scrivania e feci una videochiamata Skype con mio padre. Era sera, speravo solo che non avesse il turno di notte, non aveva mai dei turni fissi purtroppo.

Quando la sua faccia comparì sullo schermo e lo vidi steso sul letto della camera da letto sua e di mamma, mi rilassai.

—mi niña, ¿cómo estás?— mi disse con il suo spagnolo perfetto. Quando parlava la nostra lingua si sentiva il suo accento portoricano, nonostante gli anni in America non abbandonava mai le sue origini.

'bambina mia, come stai?'

—potrei stare meglio, papà— ammisi, il suo piccolo sorriso si spense, divenne subito serio —che è successo?— domandò, sospirai indecisa se raccontargli tutto, non volevo che in preda all'ira andasse a parlare con Analise. Non volevo causare altri problemi ad Aaron.

—dove sono mamma e Brooks?— domandai per cercare di temporeggiare —tuo fratello ha iniziato le partite e ovviamente tua madre è andato a vederlo. Sarei andato anche io se non fossi tornato da poco da lavoro— mi disse e una piccola fitta di tristezza mi pervase —oddio, la sua prima partita senza di me come spettatrice— dissi, andavo sempre a tutte le sue partite, non me ne perdevo una —magari, quando capiterà nel weekend qualche partita, tu e Lenora potreste venire qui— mi propose —si, direi che si può fare. Immagino che Brooks non veda l'ora di potersi di nuovo coalizzare con Lenora contro di me— dissi facendomi scappare una risata, alcune volte pensavo che volesse più bene alla mia migliore amica che a me, la definiva "il mio idolo".

—anche tu gli manchi, Wyn, oggi a pranzo era proprio di questo che si lamentava, il fatto che sua sorella maggiore non era più a casa— mi disse e sorrisi, il mio fratellino: il mio amore più grande.

—adesso hai intenzione di dirmi che cosa ti succede?— domandò papà, orami avevo fatto il danno, ma per una volta potevo pensare a me e non ad Aaron? Potevo pensare al mio bene e non al suo? Sentivo il bisogno di parlare con mio padre perché solo lui riusciva a capirmi e darmi buoni consigli, non c'era nulla di sbagliato in questo. E poi, tutta questa faccenda sarebbe venuta a galla prima o poi, i miei già sapevano che Aaron era stato in riformatorio, quando lo avevano arrestato, la polizia era venuta a casa e papà, per fortuna, non era in servizio.

Così, mi decisi finalmente a raccontare gli eventi dell'arresto di Aaron, per poi arrivare a quelli di quando ero all'università, compresa la conversazione di qualche minuto fa. Papà non esprimeva emozioni, ascoltava e basta, non sapevo come stava prendendo tutta la faccenda, ma sinceramente avevo paura della sua reazione, se l'avesse presa male sarebbe persino venuto fin qui a dire due parole ad Aaron, ma già ci si era messa Lenora, per stasera andava bene così.

Quando finì di raccontare tutto aspettai che dicesse qualcosa, ma sapevo che in realtà stava ragionando, cercando le migliori parole da rivolgermi, io e Aaron avevamo commesso errori in tutta questa storia, errori che magari, se avessimo comunicato, avremmo potuto evitare.

My Secret DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora