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AARON.

Mi svegliai sentendo dei movimenti intorno a me.

Aprì gli occhi e come prima cosa guardai Lenora che era seduta sul letto mentre leggeva qualcosa sulla confezione di aspirine che le avevo portato. Si teneva una mano sulla fronte e aveva l'espressione corrucciata.

—buongiorno, sorellina. Come ti senti?— le domandai, lei mi guardò —perché ho dormito nel tuo letto? E perché hai dormito sul divano?— domandò ignorando le mie parole.

—ieri eri un po' brilla e sei venuta in camera mia. Ti sei addormentata e ti ho fatta rimanere qui nel caso ti fosse servito qualcosa, potevo tenerti sotto controllo. Ho dormito sul divano perché non credo che ti avrebbe fatto piacere svegliarti con me di fianco— le spiegai. Lei mi guardò titubante —mi hai portato un'aspirina e non mi hai spogliata— disse poco convinta —già, neanche questo ti avrebbe fatto piacere perciò ho lasciato stare. E si, quella è un'aspirina, puoi prenderla, non sto cercando di avvelenarti— le dissi sorridendo.

Lei mi guardò ancora incerta, non si fidava di me, eh? —perché hai fatto tutto questo?— domandò mentre prendeva l'aspirina. Perché lo avevo fatto? Bè, perché non avrei dovuto? Mi aveva fatto piacere aiutarla.

—perché siamo fratelli, Lenora, ormai le cose stanno così. Sono tuo fratello maggiore anche se di un anno e sentivo la voglia di volerti aiutare e di prendermi cura di te, perché è questo quello che fa un fratello.

Lei mi guardò in silenzio e la stessa cosa feci io, avrebbe detto qualcosa?

—allora grazie, fratellone.

Sorrisi e anche il suo viso fu dipinto da uno piccolo.

Calò per un momento il silenzio e la sentì sospirare.

—senti, ehm... Non posso crederci che sto per dirlo ma...— la guardai mentre lei si interruppe, voleva dirmi qualcosa? Alzò lo sguardo su di me e poi lo disse: —stasera ho un gara di atletica. Ti va di vedermi? Potresti venire con Wyn— mi sorprese, mi voleva lì? —davvero vuoi che venga?— le chiesi —un fratello maggiore supporta sua sorella minore, non credi?— mi rispose, annuì —hai ragione, puoi contare sulla mia presenza— le dissi e lei si alzò dal letto per avviarsi verso la porta, prima di andarsene si voltò un'ultima volta verso di me —Wyn sa quello che prova, deve solo trovare il coraggio di dirtelo, ma lo farà— assicurò e con questo uscì dalla stanza.

Lo avrebbe fatto? Era davvero sicura di quello che provava?

Decisi di farmi una doccia, dovevo smetterla di pensarci così tanto.
~~~

La aspettai al piano di sotto quando era arrivato il momento di andare alla gara di Lenora.

Saremmo andati con la mia macchina per essere sicuri di arrivare in tempo.

—quindi le cose tra te e Lenora si stanno evolvendo?— domandò Julián seduto sul divano mentre leggeva un libro —si può dire di sì— risposi —e ne sei contento? Insomma, ormai la consideri parte della tua famiglia?— domandò ancora.

Julián Hernández amava capire le situazioni che lo circondavano. Chiedeva spiegazioni anche se poteva sembrare invadente, gli piaceva sapere le cose, perché odiava i segreti, soprattutto se ad averli erano le persone a cui teneva.

—certo che ne sono contento, perché non dovrei? E poi si, è parte della mia famiglia, Julián— gli dissi un po' sconcertato da queste sue domande. Lui mi guardò e scosse la testa.

—non mi piace tanto Lenora Hoffmann, Aaron.

Sospirai.

—neanche Wyn ti piaceva e adesso mi sembra che sia ok per te, no? Una persona la devi conoscere, Lenora non è così male.

My Secret DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora