5

232 10 2
                                    

WYN.
                              
                           
—una festa? Sei impazzita per caso?— domandò Lenora. No, non ero impazzita, avevo solo bisogno di svagarmi e non pensare, e quando avevo sentito delle ragazze parlare di una festa d'inizio anno avevo capito che era l'occasione perfetta.

—no, non sono impazzita. Andiamo, ci andrà quasi tutta l'università. Hai intenzione di passare tutti i fine settimana chiusa qui dentro? Dai, domani è sabato, potrai dormire senza preoccuparti delle lezioni— le dissi facendo la mia faccina da "cagnolino bastonato" (almeno così la definiva lei) cercando di convincerla.

—ancora non hai capito che questa faccina da cane bastonato che fai con me non funziona? Non hai imparato nulla in questi anni d'amicizia? Ti sembro tipa da feste?— disse e sbuffai, non esisteva persona più testarda di Lenora Hoffmann, come dovevo fare con lei? —non mi farai andare da sola spero— le dissi —e invece è esattamente quello che farò. Non ho intenzione di passare tutto l'anno ad assecondare le tue follie, Bronwyn— sentenziò e io mi sedetti sul mio letto imbronciata, sembravo una bambina ma non importava —ti sto chiedendo di andare ad una festa non di andare a fare Bungee jumping— mi lamentai, lei scosse ancora la testa e ormai capì che non potevo fare nulla per convincerla.

La mia migliore amica era quel tipo di ragazza che preferiva stare da sola, nel suo mondo, a leggere i classici romanzi e a documentarsi su qualcosa che non sapeva per capirne di più piuttosto che andare ad una festa ad ubriacarsi. Rispettavo la sua personalità, la adoravo e le volevo bene così com'era, ma avevo paura che non si vivesse a pieno la sua vita da diciottenne, adesso poteva stare bene, ma si sarebbe pentita un giorno?

—e va bene, andrò solo con Evelyn e Sawyer, se vuole venire— dissi rassegnata. Bussarono alla porta e andai io ad aprire, Lenora era troppo presa dalla sua lettura di Lolita per scomodarsi.

Il viso radioso di Evelyn mi si paró davanti —a differenza di Lenora io ti accompagnerò volentieri alla festa stasera— disse e io sorrisi, la mia amica ci lanciò uno sguardo infastidito e poi si mise le cuffiette nelle orecchie. Ecco, adesso era entrata completamente nel suo mondo.

Evelyn la guardò confusa e poi guardò me —ma cosa le è successo? Perché si comporta così?— mi sussurrò, sospirai, avrei tanto voluto dirglielo, così non avrebbe pensato che fosse un'antipatica asociale, ma non erano cose che mi riguardavano e non spettava a me raccontarle tutto —vorrei potertelo dire, ma sai, non sono cose mie— le dissi e lei annuì capendo —si, lo so, non so perché l'ho chiesto, era ovvio che non mi avresti detto nulla. Ma sembra proprio che mi odi— commentò ancora, risi, sembrava che Lenora odiasse tutto il mondo in realtà, alcune volte sembrava che odiasse anche me.

Aprì l'armadio indecisa su cosa mettermi, Evelyn si sedette sul mio letto e mi guardò mentre pensavo ad un outfit carino per la serata. —hai invitato anche Sawyer per caso?— le chiesi, non conoscevo bene nessuna delle due ancora, ma era proprio per questo che volevo passare del tempo con loro, per stringere un'amicizia più stretta —si, ha detto che per lei va bene, tanto non lavora nel weekend. Ci ha chiesto il favore di andarla a prendere a casa sua, non abita molto lontano da qui— spiegò, mi voltai verso di lei —la tieni la patente, giusto?— le chiesi, lei annuì confusa —perché? Tu no?— scossi la testa —mio padre è un tipo particolare, vuole che abbia almeno 21 anni— si, era assurdo, ma Alejandro Rivera era difficile da smuovere dalle sue decisioni, mia madre aveva anche provato a dissuaderlo, se non c'era riuscita lei perché avrei dovuto riuscirci io?

—cosa? E che dovrebbe cambiare tra adesso che hai 18 anni e tra quando ne avrai 21?— domandò Evelyn, alzai le spalle —pensa che a quell'età sarò più matura di quanto lo sia adesso. Non so che gli passa per la testa, di certo non sono quel tipo di figlia ribelle che si mette a guidare oltre i limiti di velocità, non voglio morire— dissi, glielo avevo detto, eppure non c'era stato niente da fare. Aveva paura che potessi fare un'incidente, perché quando avevo 16 anni (età alla quale avrei già potuto prenderla) si erano verificati diversi incidenti d'auto e i ragazzi avevano più o meno la mia età o solo pochi anni in più, era un poliziotto, non volevo pensare a quanti ragazzi senza vita avesse dovuto vedere per strada, non capivo come riuscisse a fare il lavoro che faceva.

My Secret DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora