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WYN.

Il giorno seguente, dopo la fine delle lezioni, io e Lenora avevamo deciso di andare alla caffetteria (cosa strana considerato che credevo che lei volesse subito tornarsene in camera).

Ci sedemmo ad un tavolo, solo io e lei, non mi ero azzardata a chiederle se potesse venire anche Evelyn perché in seguito al litigio di ieri sera sentivo che non avrei dovuto nominare quella ragazza per un paio di giorni.

Anche se dopo che aveva smesso di piangere non mi aveva detto nulla, e diceva che stava bene, io avevo ancora i sensi di colpa per quello che le avevo detto, perciò, stare solo noi due per un po' come ai tempi del liceo mi sembrava una buona idea.

Intanto mi guardai intorno per cercare Sawyer, visto che era da tanto che non la vedevo. Lenora, invece, guardava il suo cellulare con fin troppa attenzione, la cosa mi fece preoccupare.

—tutto bene?— le domandai, lei continuava a fissare il telefono senza dirmi una parola, poco dopo, però, lo girò verso di me mostrandomi quello che sembrava un articolo di giornale:

"L'imprenditore multimilionario Axel Hoffmann ha appena concluso un affare che potrebbe rivoluzionare la sua carriera per sempre, rendendolo uno degli uomini più influenti, ricchi e potenti di tutta la Germania"

Guardai la mia migliore amica e vidi il suo viso contratto per la rabbia. Aveva ragione ad esserlo. Quell'uomo non si meritava niente di tutto ciò, i soldi, la fama, l'essere apprezzato e rispettato... Se la gente avesse saputo che razza di uomo era davvero avrebbe sicuramente fallito e perso ogni contatto e milione che possedeva.

—guadagnano così tanti soldi sempre le persone che meno se lo meritano— disse Lenora con il viso contratto per la rabbia. Quando i suoi genitori erano tornati in Germania perché ormai lei era maggiorenne, si era sentita libera, poteva finalmente vivere come voleva, tanto la sua vera famiglia (cioè io e la mia di famiglia) era qui, sempre pronta per lei. Infondo erano sempre stati i miei genitori che si occupavano delle altre spese che la riguardavano, i suoi si limitavano a pagarle la scuola. Quando Lenora aveva vinto la borsa di studio per questa università avevamo festeggiato alla grande, la notizia l'avevamo saputa il giorno del suo diciottesimo, uno dei migliori regali che avrebbe potuto ricevere.

—non pensarci, va bene? Fai la tua vita, lui non conta nulla— le posai la mano sulla sua stringendola mentre lei annuiva spegnendo il cellulare.

Sawyer, intanto, si avvicinò a noi —ehilà, bellezze, come va?— domandò —bene, e a te?— risposi io —tutto bene, volete ordinare?— annuimmo entrambe e una volta fatto lei si allontanò dicendoci che appena sarebbe andata in pausa sarebbe venuta da noi.

Guardai di nuovo Lenora —lei ti sta più simpatica?— domandai riferendomi a Sawyer, lei mi guardò stranita —si può sapere che ti frega? Non credo sia importante per te saperlo— disse, era ritornata ai suoi soliti modi, come se ieri sera non fosse successo nulla —perché voglio sapere come ti senti in loro presenza. Lo sai che sei una delle persone più importanti di tutta la mia vita, ci tengo a sapere come stai realmente, ci tengo a sapere come ti stai sentendo in mezzo a nuove persone, da quando siamo qui non ne abbiamo ancora parlato— le dissi, lei mi guardò e sbuffò —sto cercando di abituarmi. Se diventerò avvocato avrò sempre a che fare con persone nuove, non mi lascerò bloccare da una delle mie stupide fissazioni, non mi lascerò fermare da niente e nessuno— sentenziò convinta più che mai, sorrisi, avrebbe dato del grande filo da torcere una volta avuta la sua laurea in mano, e non potevo essere più che orgogliosa di lei.

Il mio telefono, intanto, vibrò sul tavolo. Lo guardai per vedere che notifica mi fosse arrivata e vidi un messaggio di Emerson:

"Ehi, stai bene?"

My Secret DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora