13

152 9 0
                                    

WYN.

Chiusi con forza la porta della mia stanza e feci un respiro profondo.

—si può sapere che problemi hai? C'era bisogno di sbatterla così forte quella dannata porta?— mi domandò Lenora mentre mi andavo a sedere sul mio letto. La guardai —si, c'era bisogno— le dissi semplicemente, lei si mise a sedere sul letto e posò sulla scrivania il suo amato Lolita.

—che ti è successo adesso?— domandò, sospirai —non li sopporto— dissi semplicemente, lei sbuffò e venne sedersi sul mio letto —cosa ti hanno fatto?— domandò, iniziai a raccontare gli avvenimenti di qualche minuto fa e la sua espressione mi fece capire che era sul punto di esplodere come se fosse una bomba ad orologeria.

Si alzò indignata —ma che cazzo? Si può sapere che fine a fatto la Bronwyn che risponde a tono perché nessuno le può mettere i piedi in testa? Tuo padre non ti ha insegnato ad essere così, hai davvero paura di ferire i sentimenti di un branco di idioti che aspetta il giorno della loro "vendetta" per sentirsi uomini visto che non riescono ad esserlo per il resto dei trecentosessanta quattro giorni dell'anno? È davvero di quei diciannovenni frustrati che hai paura?— sbottò e mi feci piccola piccola sul mio posto.

Sapevo che aveva ragione e capivo la sua rabbia, avevo paura di ferire i loro sentimenti? Soprattutto quelli di Emerson e Aaron quando loro non facevano altro che insultarmi e dirmi cose cattive?

Non rispettavo le persone che non rispettavano me. A quanto pare me lo ero dimenticato.

Lenora si inginocchiò davanti a me e mi mise due dita sotto il mio mento —meriti di essere rispettata, Wyn, e se vedi che qualcuno non lo fa, allora fatti rispettare— mi asciugò le lacrime che non avevo nemmeno sentito scendere e in quel momento mi sentì la ragazza più fortunata del mondo ad avere lei al mio fianco.

Non era quell'amica che ti abbracciava e che ti diceva frasi sdolcinate se eri in una crisi di pianto, ma ti prendeva, ti metteva da una parte e ti faceva uno di quei discorsi in cui ti ricordava il tuo valore nel caso te lo fossi dimenticato, e la adoravo.

—é così difficile, però. Dicono cose così cattive ogni volta— dissi guardandola negli occhi marroni, lei si alzò —sai cosa faccio adesso allora? Vado a bussare alla porta di Claire Morrison, mi faccio dire dove si trova suo fratello e il resto di quei coglioni e ci vado a scambiare due parole— fece per andare alla porta ma mi avvicinai subito per fermarla —non è necessario che tu ti metta in mezzo, sto bene, adesso mi passa questo momento no e torno ad essere me stessa— le dissi ma Lenora scosse la testa, era testarda come un mulo —non esiste, non mi fermerai. Mi sono stata zitta, ma adesso mi sono rotta le palle— disse e uscì dalla stanza. Io la seguì, cercando di fermarla, ma invano.

Bussò alla porta di Claire Morrison nello stesso momento in cui Evelyn uscì dalla porta della sua stanza seguita da sua sorella, appena vide Lenora si avvicinò a me —cosa sta facendo?— mi domandò —vuole andare a parlare con Aaron e i ragazzi— le dissi —perché? Cosa è successo?— mi domandò ancora, feci per parlare ma mi interruppe —ti hanno di nuovo trattata male?— chiese ancora, non dissi nulla, ma lo sguardo che le diedi le fece capire tutto quello che c'era da capire. Evelyn si voltò verso Lenora —non è un problema se vengo con te, no? Ho tanta voglia di litigare stasera— disse. Lenora la guardò per un momento con un'espressione seria in viso, poi lanciò uno sguardo a me e di nuovo ad Evie.

—sarà meglio per te che tu non ti faccia intimorire— la avvertì la mia migliore amica, Evelyn rise —non c'è niente e nessuno di cui essere intimorite, giusto?— disse.

Eloise le si avvicinò —perché ti metti in mezzo a cose che non ti riguardano? Vi conoscete da una settimana— le disse, Evie la guardò male —perché non vai dove devi andare, sorella cara?— Eloise scosse la testa rassegnata e poi si avviò verso l'ascensore per poi andarsene. In quel momento Claire aprì la porta e si ritrovò la faccia di Lenora. La guardò confusa —posso aiutarti?— chiese. Indossava un pigiama nero a maniche lunghe, i capelli oro come quelli di Cameron erano legati in una coda bassa.

My Secret DesireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora