Capitolo 4

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A cena decisi di cucinarmi dei taglioni in brodo, avevo la farina per fare la pasta così come gli ingredienti per il brodo vegetale,  all'ultimo momento decisi di aggiungere un uovo per dare un po' di consistenza, visto che non avrei mangiato altro.

Quando finii di cucinare mi resi conto di aver abbondato un po' troppo con le dosi, all'improvviso sentii la porta di casa aprirsi e andai a vedere chi fosse. Delmar entrò con un pacco che appoggiò sul tavolo.

«Hai mangiato?» Chiesi più per nascondere il mio scontento, continuava ad intrufolarsi senza bussare.

«No.»

«Allora siediti e fammi compagnia.»

Aggiunsi un altro uovo al brodo vegetale e impiattai per due.

Delmar prese la sua ciotola e le posate che gli porsi e iniziò a mangiare, sembrava gradire il pasto e mentre lui era già a metà io avevo appena iniziato.

«Non sapevo che un nobile sapesse cucinare, di solito le figlie come i maschi vengono tenuti lontani dalle cucine.»

«Mi è sempre piaciuto preparare i pasti, ma i miei genitori lo trovavano irrispettoso per una duchessina. Però se prepari dolci non vieni etichettata come una che va contro le convenzioni sociali, un giorno feci dei biscotti al cioccolato con anice. Li misi in un vassoio con coperchio e lo portai ad una festa per le ragazze nubili organizzato dalla regina madre. La regina assaggiò i miei biscotti e quando seppe che li avevo fatti io mi fece molti complimenti, da allora ogni volta che andavo a palazzo le portavo qualcosa. Le altre ragazze della mia età furono costrette dai loro genitori ad imparare a fare dolci.»

«Questo quando è successo? Non mi ricordo di un fatto del genere.»

«Un anno dopo che sei stato cacciato, immagino che le voci non ti fossero giunte.»

«Mi sbaglio o la regina madre è anche tua nonna?»

«Non sbagli.»

«Chissà come avrà preso il fatto che i tuoi genitori ti hanno cacciato di casa e ripudiata.»

«Non ne ho idea, forse la regina Idonea ne sa qualcosa, puoi provare a chiedere a lei. Se hai ancora fame c'è più cibo sul fornello, però sono finite le uova, ne ho cotte solo due in camicia.»

«Allora mi servo.»

Dopo cena Delmar aspettò che mettessi a posto e lavassi i piatti, prima di dedicarmi al suo problema di magia.

I cristalli erano senza attributo come avevo chiesto, presi il primo elemento il fungo di ghiaccio spinoso e lo avvicinai al cristallo, poi tracciai una matrice magica sul tavolo della cucina, il fungo privato dalla sua magia di tipo ghiaccio si raggrinzì tutto e il cristallo si illuminò di una forte luce bianca e cristallina.

Feci lo stesso con gli altri oggetti che avevo chiesto a Delmar e tutti i cristalli senza attributo ora avevano al loro interno un attributo elementale raro.

«Prendi un cristallo in mano.»

Delmar prese il cristallo con l'essenza di legno di albero maestro per l'attributo legno, il cristallo rimase inerte nelle sue mani, così lo posò e gli dissi di prenderne un altro. Dopo vari tentativi il cristallo con attributo ghiaccio si illuminò così intensamente da distruggersi.

«Sei un mago con attributo ghiaccio, e visto che nessuno degli altri cristalli ha reagito a te significa che hai un solo elemento.»

«Beh, ma tutti hanno un solo elemento.» Disse Delmar ancora un po' sopraffatto all'idea di essere un mago. «Peccato che come attributo raro non ci sono informazioni di come allenarlo e nemmeno delle magie elementali che si possono creare.»

«Di questo non ti devi preoccupare, questo pomeriggio non sono stata con le mani in mano e ho scritto un trattato per ogni elemento raro, tecniche di coltivazione e varie magie di diverso grado di difficoltà.»

«Sei la migliore. Dici che l'elemento ghiaccio sia potente?»

«All'inizio no, ma immagina di coltivare l'elemento ghiaccio fino a farlo diventare resistente e duro come l'acciaio, di creare lame o di attaccare un nemico facendolo diventare un puntaspilli di ghiaccio.»

«Ah! Mi piace! Dammi il trattato e la tecnica di coltivazione!» Ordinò Delmar con tono autoritario, lo stesso tono che era abituato ad usare con i suoi sottoposti, ma io non me la presi.

«Certo. Aspetta qui, ce l'ho in camera.»

Uscii dalla mia camera con il materiale in mano, Delmar me lo strappò di mano e scappò via, ma prima mi urlò che domani sarebbe arrivato il materiale che avevo richiesto per le armature e le spade.

Ero stanca e volevo andare a dormire, ma addosso avevo ancora i vestiti della mia cerimonia del risveglio della magia. Andai a fare il bucato, sarebbe bastato un lavaggio leggero così che i vestiti non si sarebbero stropicciati molto, e domani mattina sarebbero stati asciutti, visto che era estate non dovevo preoccuparmi di strizzarli troppo.

Andai a dormire esausta e mi svegliai con qualcuno che bussava con insistenza alla porta.

«Arrivò!» Urlai, il mio orologio a carica mi diceva che erano le cinque e mezza di mattino.

Mi vestii al volo, indossai le scarpe e andai ad aprire.

«Signorina Tori, il padrone vuole che venga con me, abbiamo il materiale e il luogo dove lavorerà da oggi in poi.»

«Mi dai un momento?»

«Certo.»

Andai in cucina a bere un bicchiere d'acqua, poi presi una pagnotta di pane e uscii con l'uomo che era venuto a prendermi, per strada in tanto mangiavo il mio pane, non sapevo se avrei potuto mangiare e quando, quindi era meglio correre ai ripari.

Girammo l'isolato, la strada era buia e i lampioni ancora accesi, arrivammo ad una carrozza e mi fecero salire, dentro c'era la regina Idonea ad aspettarmi.

«Saluti regina Idonea, lunga vita a vostra signoria.»

«Basta con queste formalità. Non hai visto che sulla carrozza non ci sono insegne? Cerca di non farmi scoprire, se il re viene informato che ho lasciato il palazzo rischio con la mia vita personalmente.»

«Le mie scuse.»

«Delmar mi ha chiesto della regina madre, ti dirò quello che ho detto anche a lui. Non è per nulla dispiaciuta per te. Nemmeno si ricordava di te quando le hanno fatto presente che eri stata buttata fuori di casa, poi qualcuno le ha ricordato che eri quella che le portava i dolci c'è rimasta male solo perché non potrà più mangiarli.»

Non potevo dire di non essere turbata, perché lo ero. Dopo quello che era successo alla magione degli Smith quando cacciarono Delmar, sapevo che i miei genitori erano dello stesso stampo e in un certo senso me lo aspettavo da loro. Ma avevo sempre creduto che la nonna ci tenesse a me, venire a scoprire che non si ricordava nemmeno chi fossi mi ha spezzato il cuore.

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora