Capitolo 30

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Delmar venne a trovare sua madre, la donna scoppiò a piangere e lui dovette farsi avanti per consolarla, quella sera arrivò anche Cristopher e la stessa scena del mattino si ripeté con mia madre che piangeva come una fontana.

Anche Albert era rientrato per dare una mano in negozio e io gliene fui molto grata.

Avevo notato che mia madre non mi chiamava per nome, come se non sapesse chi fossi, e mi trattava come una persona che era stata incaricata dal re di servirla.

Un giorno Cristopher mi chiamò sorellina, stavamo parlando tra di noi e io non avevo voglia di cucinare così avevo dato l'incarico a lui, era nata una piccola discussione perché nemmeno mio fratello voleva cucinare e cercò di far valere il suo diritto di fratello maggiore su di me, ma io gli ricordai che questa era casa mia, alla fine fu Albert a cucinare. Ma a mia madre non sfuggì la nostra conversazione dalla stanza che condivideva con Evanna Smith.

Quando Cristopher entrò in camera a portare la cena alle due donne, mia madre esitò un attimo, poi chiese: «Robert, chi è quella donna che fa le faccende qui?»

«Quale donna?»

«Quella con i capelli argentati e gli occhi d'oro.»

«Mamma ma stai scherzando vero?» Chiese mio fratello che iniziava ad arrabbiarsi, io che ero in cucina potevo sentire tutto e anche Albert che era imbarazzato per me.

«Robert, che cosa ho detto per farti arrabbiare?»

«Mamma, quella non è una serva. Quella è tua figlia.»

«La mia Clara ha solo sette anni, quella donna deve averne almeno diciotto.»

Non potendo più ascoltare la loro conversazione mi feci avanti.

«La loro memoria non è buona in questo momento, nemmeno quella della signora Smith.»

«Com'è possibile che non si ricorda di te?»

«Vieni fuori e ne parliamo.»

Cristopher uscì dalla stanza dopo aver lasciato il pasto per le due donne.

«Che cosa sta succedendo?»

«Delmar mi aveva accennato che sua madre aveva rimosso alcune parti spiacevoli dalla sua memoria, credeva solo che il figlio fosse venuto a trovarla visto che stava male.»

«Vuol dire che non sanno quello che ti hanno fatto o quello che hanno fatto a Delmar?»

«Esatto. Non cercare di forzare la loro memoria, se vogliono sapere qualcosa aspetta che siano loro a chiedere.»

«Ma non è giusto. Non sopporto l'idea che ti abbiano trattato come una serva per tutti questi giorni.»

«Lascia stare, non è colpa loro. Quando saranno pronte per viaggiare il marchese Davies verrà a prenderle e le porterà in un luogo sicuro.»

La convalescenza delle due donne durò quasi un mese, il marchese Davies arrivò alle nove di sera per prelevarle, io gli diedi ad entrambe degli abiti nuovi da indossare, mia madre storse il naso. Sapevo cosa voleva dire quel gesto, che il vestito non era di suo gusto. Lasciai perdere, per me poteva andare in giro nuda per quello che mi importava.

Ogni volta che una delle donne mi chiamava cameriera la mia pazienza si faceva sempre più sottile, quando videro arrivare il marchese Davies si lamentarono con lui per il fatto che non ero professionale e che gli avevo fornito degli abiti non consoni al loro status, il marchese che non aveva peli sulla lingua gli disse: «Signore, state insultando Tori Lee arcimago, principessa e protettrice del regno di Arats, chi diavolo vi ha detto che era la vostra serva? Siete state portate qui in gran segreto perché le vostre vite erano in pericolo, il re stesso vi ha affidato alle sue cure, ed è così che la ringraziate?»

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora