Capitolo 18

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Avevo passato l'ultimo mese a rimpinguare i miei magazzini di merci, e grazie alla stoffa acquistata in un villaggio nel deserto del regno di Urai potei creare dei vestiti eleganti da uomo, donna e anche tuniche da mago. Mi piacevano così tanto che preparai dei vestiti da sera anche per me e due tuniche da mago per colore.

Delmar mi venne a trovare dicendomi di aver raggiunto il livello cento per l'attributo ghiaccio, questo gli aveva permesso di conquistare tutta la malavita della capitale e radunarla sotto il suo vessillo.

«Tuo fratello Adam è venuto a cercarmi, voleva sapere dell'uomo con cui eri scappata quando sei andata via di casa.»

«Non ho un fratello. Che cosa gli hai detto?»

«La verità. Poi gli ho dato il nome di un conte e un marchese che potevano testimoniare per te o di chiedere alla regina consorte visto che erano parenti, ha detto che avrebbe controllato.»

«Che idiota, perché non ha interrogato il maggiordomo o le guardie della magione che mi hanno cacciato via?»

«Ha detto che lo farà per ultimo, non vuole farsi scoprire dai suoi genitori a chiedere in giro. Ho saputo che sei andata in missione per la regina.»

«Sì, ho dovuto fare da babysitter ad un mucchio di idioti, non ti sei perso niente. Però mi domando come siano andate le trattative.»

«Non sono andate troppo lisce. Ho sentito dire che volevano commerciare con oggetti incantati, ma i principi non sapevano cosa volesse dire incantati o cosa fosse una iscrizione o un incantesimo, hanno fatto una brutta figura, anche perché la principessa e tuo fratello indossavano delle tuniche incantate e neanche lo sapevamo ma i reali di Kalia che non sono stupidi hanno capito che le tuniche non erano semplici.»

«E poi?»

«Il re di Kalia ha scritto una lunga lettera al nostro re, ma non so cosa ci fosse scritto. Però qualcuno è venuto al tuo negozio e ha comprato un sacco di roba, una carovana con dei nobili è partita per Kalia portandosi dietro la tua merce come doni per i sovrani. Vogliono capire se gli oggetti incantati di cui parlano sono quelli del tuo negozio. Devi stare attenta nei prossimi giorni e mesi, sei un soggetto a rischio per rapimento e furto.»

«Se vogliono provare a rapirmi e rubare le mie cose che ci provino.»

«È solo una supposizione per il momento, non c'è nulla di certo.»

Delmar se ne andò con le sue raccomandazioni dette e non lo rividi per mesi, nel frattempo avevo compiuto diciassette anni.

Però incontrai di nuovo la regina consorte Idonea, venne nel mio negozio e visto che la riconobbi subito anche se mascherata la condussi nella mia sala da pranzo, dove si mise comoda mentre preparavo alcuni rinfreschi.

«Una nostra delegazione è partita mesi fa per il regno di Kalia ma non è mai arrivata.»

«Il viaggio è duro, la notte bisogno stare sempre allerta per via degli attacchi degli animali feroci, il clima non aiuta, ci sono pochi villaggi lungo il percorso per fare scorte di cibo e acqua, e le zanzare della febbre sono sempre in agguato.»

«Ho letto i rapporti dei nostri e nessuno ha parlato di queste cose.»

«Io te ne ho parlato tramite le sfere di comunicazione.»

«È vero.» 

«Sembra che nei loro rapporti hanno omesso molte cose, perché si vergognano.»

«Vergognano di cosa?»

«Di essere degli incompetenti. Aspetta qui, vado un attimo a prendere una cosa.»

Andai nel mio appartamento dove c'era il rapporto che avevo scritto durante tutto il viaggio, pieno delle mie rimostranze, erano cento pagine, ma la scrittura era pulita e leggibile e i fogli numerati nel caso si fossero mischiati.

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora