Capitolo 5

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Arrivammo alla periferia nord della capitale Era, non si vedeva nessuno nei paraggi. Dopo il via libera entrammo in una casa a due piani, ma noi rimanemmo a quello terra.

«Seguimi e non ti fermare a guardarti intorno.» Mi disse la regina Idonea.

La seguii di stretta misura e arrivammo in una sala ricevimento molto ampia. Lungo le pareti di tutta la sala c'erano rastrelliere vuote per mettere le spade e manichini per mettere le corazze. Da un lato casse piene di metallo, diversi scrigni di cristalli elementali e al centro un grande tavolo che avrei potuto usare per le mie creazioni.

«Allora, credi che possa andare bene?»

«Sì, inizio subito a lavorare.»

«Abbiamo pulito il piano di sopra e liberato una camera per te, ti verranno portati i tuoi pasti ad orari regolari. I tuoi effetti personali arriveranno nel pomeriggio. Abbiamo bisogno di mille spade, cento lance, cento mazze ferrate e cinquemila frecce incantate, mille cotte di maglia e altrettante armature.»

«Capisco.» Dissi confermando che potevo farcela; le mazze così come le lance e le frecce non era previste, ma avrei dovuto intuire che con solo delle spade non si poteva vincere una guerra.

Andai alla cassa del metallo e presi un lingotto che appoggiai sopra il tavolo e iniziai a manipolarlo con la magia.

Il bello della magia elementale è che anche senza una tecnica di coltivazione adatta il solo fatto di usare la magia ti permette di salire di livello, anche se in modo più lento di una tecnica di grado supremo come quelle che ho io.

Il primo metallo fu trasformato in una cotta di maglia, decisi infatti che per prima cosa avrei fatto le cotte, mille per l'appunto.

Ero così intenta a lavorare che il tempo passava senza che me ne rendessi conto e il pranzo mi fu portato insieme a dell'acqua.

Ero sia affamata che assetata, bevvi una brocca d'acqua e qualcuno andò a riempirla per me una seconda volta.

Mi avevano portato bistecca e patate al forno, non so chi aveva cucinato il mio pasto, ma era tutto molto buono.

Feci solo un'ora di sosta poi ripresi a lavorare. Più andavo avanti più il lavoro rallentava di pari passo al mio consumo di energia, alle quattro del pomeriggio dovetti fermarmi, non potevo andare avanti, avevo esaurito le mie forse per quel giorno.

Mentre sistemavo le cotte di maglia sui manichini diedi una contata veloce, erano cento, in dieci giorni potevo farne tranquillamente mille.

I giorni passavano e con essi anche il primo mese di lavoro, avevo completato la prima fase del lavoro, costruire le cotte, le armature con brocchiero fissato sull'avambraccio e le armi bianche.

Ora dovevo incantare tutto, mi ero dimenticata di chiedere il sangue di una bestia di livello sei e alcune erbe magiche per creare una formazione magica semi permanente per incantare le attrezzature.

Quando lo feci presente, mi dissero di attendere la sera.

Il materiale mi fu consegnato puntualmente. Mi feci aiutare a spostare il tavolo di lato verso le casse dei lingotti di metallo ormai vuote.

Le erbe dovevano essere lavorate e poi unite al sangue e mentre lo si faceva dovevo aggiungere iscrizioni magiche per incantarle una ad una in modo che le loro proprietà venissero esaltate e non si volatilizzassero durante la lavorazione.

La pozione a base di erbe e sangue era pronta, iniziai a disegnare la formazione magica sul pavimento della sala, la formazione serviva ad incantare con una magia elementale le attrezzatture.

Quando la formazione fu finita, posizionai i cristalli di attributo terra nei punti strategici della formazione e la prima cotta di maglia nella posizione designata per essere incantata con una magia di protezione di attributo terra, uno scudo che avrebbe riflesso sia le magie che gli attacchi con le armi bianche.

Il lavoro era un po' macchinoso, perché ogni volta dovevo mettere una nuova cotta e nuovi cristalli, ma era sempre meglio che incidere una ad una le iscrizioni magiche per ogni pezzo, lavoro che mi avrebbe preso almeno mezz'ora per ogni articolo da incantare. In questo modo solo cinque minuti.

Riuscivo ad incantare circa cento pezzi al giorno ed ero molto veloce secondo me, nel frattempo nessuno era venuto a chiedermi del mio lavoro, e se non fosse per i pasti che mi venivano regolarmente consegnati avrei pensato che si fossero dimenticati di me.

Una volta finito di incantare le cotte di maglia passai alle armature con la stessa magia di protezione, meglio abbondare che lesinare.

In venti giorni il mio lavoro da armoraro magico era finito, ora mancavano le spade, le lance, le frecce e le mazze ferrate.

Le spade furono tutte incantate con un incantesimo di tipo vento per renderle più affilate e micidiali, le lance con incantesimi di attributo fulmine per paralizzare i nemici, le mazze ferrate con incantesimo di attributo terra che era forte sia in attacco che in difesa, ed infine le frecce con un potente incantesimo di attributo fuoco.

Quando finii di incantare l'ultimo pezzo, mi resi conto che erano passati due mesi e mezzo dal mio ingresso in questa casa, pochi minuti dopo mi fu portato il pranzo e avverti l'incaricato di turno che avevo finito.

«Mangi e poi vada a prendere le sue cose, la riportiamo indietro appena sarà possibile, lei si tenga pronta in qualsiasi momento.»

Andai a mangiare e a mettere a posto le mie cose e attesi, dopo due giorni venni svegliata alle tre di notte per il mio trasferimento, nella carrozza c'ero solo io, mi lasciarono a due isolati dal mio appartamento.

Quando arrivai a casa notai uno strato di polvere che si era posato un po' ovunque, ma ero troppo stanca per fare qualsiasi cosa che non fosse stato dormire.

Mi risvegliai alle dieci del mattino un po' frastornata perché non riconoscevo il posto, ma poi riuscii a fare mente locale e mi ricordai di non essere più nella casa delle armi.

Dovetti buttare il cibo andato a male, il ghiaccio nella ghiacciaia si era sciolto da tempo e il cibo marcito.

Feci areare e ripulire da capo, controllai il mio denaro, mi erano rimaste sessanta monete d'argento e calcolai che potevo andare avanti per un anno con quei soldi, dopotutto dovevo pagare solo il cibo, ma poi? Non ero sicura di quando la corona mi avrebbe pagato, sapevo che non sarebbe stato nell'immediato, ma solo dopo la fine della guerra che non era ancora iniziata.

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora