Capitolo 22

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Un altro anno era passato e i miei diciotto anni arrivarono in sordina senza che io o qualcuno altro ce ne ricordassimo.

Con la mia nuova magia i miei prodotti magici aveva una qualità maggiore di prima, le armi e le armature erano potentissime, ma anche gli indumenti incantati. In realtà avevo smesso di fare armature e armi, tranne qualche ascia e arco con frecce e faretra per i mercenari che erano i miei clienti preferiti.

Anche gli elisir da me prodotti si potenziarono in modo ridicolo, tant'è che una semplice pillola per guarire ferite superficiali e scottature di primo grado, ora poteva far guarire ferite profonde, interne e scottature fino al terzo grado. Non aumentai il prezzo degli elisir per la contentezza dei miei clienti.

La mia pianta del frutto del risveglio aveva sviluppato l'impianto radicale e messo rami e foglie, nel giro di tre mesi era cresciuta due metri e poi si era fermata. Mi ricordai che la pianta da cui avevo colto il frutto non era molto alta, così capii che aveva raggiunto la sua altezza massima.

I fiori iniziarono a sbocciare e piano, piano da loro spuntarono i primi frutti.

Il frutto del risveglio di solito risveglia un elemento dall'arsenale del mago in base alle energie raccolte durante la sua crescita. Il frutto che trovai nella caldera avrebbe dovuto far risvegliare o meglio potenziare il mio attributo fuoco, perché la pianta aveva assimilato molta energia elementale del fuoco.

Se la pianta fosse nata in prossimità di un ghiacciaio l'elemento risvegliato sarebbe stato il ghiaccio e così via.

La pianta che stavo coltivando aveva una matrice di raccolta dell'energia elementale fuoco, avrei potuto scegliere un qualsiasi altro elemento, ma era quello più adatta per Delmar che aveva attributo ghiaccio e per Albert che aveva attributo acqua.

Ora che la pianta era cresciuta e si era rafforzata raccolsi altri rametti per fare altre talee, ogni talea avrebbe dato un frutto di un attributo elementale specifico, ma mi limitai agli attributi fulmine, terra, vento e acqua. Fuoco ce lo avevo già.

Le piante con le loro rispettive matrici magiche di raccolta dell'energia elementale le tenevo in mansarda perché c'era molta luce data dai lucernai sul tetto e anche spazio per farle crescere in altezza se avessero voluto.

Delmar passò a trovarmi a negozio un giorno in cui non c'era gente, così chiusi il negozio e feci venire anche Albert in sala da pranzo.

«Ho una sorpresa per entrambi.»

«Anche per me padrona?»

«Sì Albert, aspettate qui.»

Andai in mansarda e colsi due dei tre frutti nati dal mio alberello.

«Ecco uno per uno, prendeteli e mangiateli subito.»

«Che elemento risveglia?»

«Ho scelto il fuoco, ma ho in produzione anche piante che daranno frutti di altri attributi magici.»

Delmar non si fece pregare e Albert seguì il suo esempio.

Quando finirono di mangiare i frutti iniziarono ad urlare dal dolore, così lì feci sdraiare a terra e rimasi a vegliare che tutto andasse bene, non si formò nessun vortice elementale sopra la loro testa e dopo sei ore si ripresero.

«Non pensavo che potesse essere così doloroso.» Disse Delmar alzandosi in piedi.

«Ho evitato di dirvelo proprio per non spaventarvi. Albert ti alzi?»

«Sì padrona.»

«Allora sentite la magia del fuoco risvegliata dentro di voi?»

«Sì padrona, ma come faremo a coltivarla senza tecnica di coltivazione?»

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora