Capitolo 25

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Gli eserciti erano schierati, il mio compito era quello di neutralizzare l'offensiva dei maghi dai capelli rossi.

Senza che nessuno mi notasse, durante la notte ero sgattaiolata fuori dalla mia tenda e andata su quello che ora era diventato il campo di battaglia.

Avevo eretto diverse matrici magiche usando il potente sangue della tartaruga di livello novanta e lanciato diversi incantesimi di bando della magia elementale.

Le matrici erano tre, una bloccava gli attacchi magici di livello magus e superiori, per poter avere la massima efficacia dovetti usare tutto il mio ingegno, dopotutto si trattava di fermare a più ondate degli attacchi supremi e non era uno scherzo. Con gli incantesimi di bando i magus dai capelli rossi erano fuori gioco.

Un'altra matrice faceva perdere le forze ai soldati nemici, la terza matrice dava forza ai nostri soldati, o meglio gli avrebbe dato forza quando avrei consegnato a tutti l'amuleto di identificazione in modo che le matrici li avrebbero riconosciuti come amici.

I nostri soldati erano pronti e schierati, il suono di un corno diede inizio alla prima battaglia e forse l'ultima se fosse andata come speravo.

Gli arcieri nemici lanciarono le frecce contro il nostro esercito, ma grazie alle armature che avevo progettato anni prima rimasero illesi.

I quattordici magus si fecero avanti, a quanto pare volevano finirla in un'unica offensiva, come me del resto.

Lanciarono le loro più potenti magie verso il nostro esercito, era spaventoso da vedere, i nostri soldati tremavano dalla paura, poi la magia che stava per piombare sulle nostre fila scomparve, annullata dalla mia trappola.

I magus si guardarono senza campire, così decisero di continuare ad attaccare, ma nessuno delle loro magie andava a buon fine, scomparivano come se non fossero mai state lanciate.

Un secondo corno suonò, i magus frustrati lasciarono il campo di battaglia, era il momento delle nostre frecce di attributo fuoco e vento di colpire il nemico. Alcuni morirono sotto la nostra offensiva ma non quanti avevamo sperato.

«Soldati preparatevi allo scontro frontale.» Urlò il generale Williams. «Schierarsi.» Come un corpo unico i nostri soldati si allinearono e rimasero in attesa. «Attaccate!»

I nostri soldati e quelli del regno di Monok si buttarono nella mischia e a metà campo di battaglia si scontrarono.

La battaglia fu unilaterale, perché appena i soldati nemici entrarono nella formazione magica caddero a terra sulle ginocchia privi di forza, mentre i nostri soldati pieni di vigore li massacrarono.

La carneficina durò due ore, in quel tempo l'intero esercito nemico fu spazzato via, si salvarono gli ufficiali che non presero parte alla battaglia, gli arcieri che non prendevano parte al corpo a corpo e i magus che si erano ritirati poco prima.

Ci riprendemmo le nostre terre e avanzammo di dieci chilometri per rivendicare quel terreno come bottino di guerra.

Secondo un trattato continentale molto vecchio, per rivendicare come proprie le terre conquistate, l'esercito doveva proteggerle per quattro mesi e in quel periodo tracciare il nuovo confine.

Avevamo vinto in una guerra lampo e riconquistato le terre e in più ci eravamo appropriati di parte del territorio del regno di Monok, ma le difficoltà dovevano ancora venire.

Un muro di elemento fulmine venne eretto lungo quello che doveva essere il nostro territorio, come i nostri soldati si avvicinavano venivano folgorati.

In altre zone i nostri soldati venivano inceneriti, e in tre occasioni i magus dai capelli rossi cercarono di annientarci durante il sonno ma io li bloccai in tempo, riuscii anche ad uccidere quattro di loro.

Avevamo le mani bloccate, l'unico modo per rivendicare quelle terre era sbarazzarsi dei dieci magus rimasti.

«Non possiamo continuare così, quei magus hanno intercettato anche in nostri rifornimenti, tra una settimana saremo fuori gioco.»

«Ho del cibo con me, per una settimana può bastare.» Dissi pensando a tutta quella carne di tartaruga che avevo messo via.

«Ma con quei magus tra i piedi non potremo resistere ancora, con i loro attacchi furtivi hanno sterminato un terzo del nostro esercito.»

«Vorrà dire che questa volta saranno loro ad essere cacciati.»

«Arcimago, loro sono in dieci e voi siete uno.»

«Non si preoccupi generale, domani mattina avrà tutte le loro teste.»

Uscii dalla tenda e mi preparai alla caccia.

Sapevo dove si trovavano i magus perché con il loro attributo potenziato potevo sentire la loro presenza anche a chilometri.

Presi il mio bastone da arcimago e mi dileguai nella notte scura senza stelle ne luna, le nuvole celavano tutto anche la mia presenza, questo mi risparmiò di usare l'attributo oscurità per nascondere la mia presenza.

Trovai i magus a dieci chilometri dal nostro accampamento, erano tutti insieme. Usai la magia oscurità per creare un illusione in cui imprigionarli.

A quanto pare non conoscevano questo attributo perché caddero subito nell'illusione, mozzai la testa di nove di loro con un incantesimo ghigliottina, poi usai delle catene con dei sigilli per bloccare la magia del decimo magus e lo feci uscire dall'illusione.

«Come hai fatto ad arrivare qui e catturarmi?»

«Non hai il diritto di chiedere, sei mio prigioniero. Sono io a fare le domande qui.» Presi un elisir e glielo feci mangiare con la forza.

«Che cosa mi hai fatto mangiare?»

«Siero della verità. Dimmi, da dove venite?»

«Veniamo da un continente molto lontano, noi quattordici siamo stati banditi e cacciati. Dopo un lungo navigare siamo arrivati sulle coste di questo continente.»

«Ci sono arcimaghi nel vostro continente?»

«Non esistono gli arcimaghi, solo nelle leggende.»

Fu l'ultima cosa che disse prima che la sua testa si separasse dal suo corpo.

Tornai all'accampamento militare portandomi dietro le teste dei dieci magus.

Riuscimmo a mantenere la nostra posizione per convalidare la riconquista delle nostre terre per i quattro mesi necessari, e già che c'eravamo ci appropriammo non solo di quei dieci chilometri in più, ma di cento.

Io eressi una potente formazione magica sul confine, che avrebbe impedito il passaggio da parte dei cittadini del regno di Monok o del loro esercito, ora quelle terre per loro erano perse per sempre, la formazione magica era come un enorme muro invalicabile, solo un altro arcimago avrebbe potuta abbatterla e ci avrebbe impiegato almeno un anno.

Tornammo trionfanti nella capitale, i cittadini ci facevano festa al nostro passaggio, ma per me era troppo, così me la svignai dalla sfilata e me ne tornai a casa. 

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora