Capitolo 2

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La strada era deserta e buia, avevo camminato per un'ora prima di arrivare nei bassifondi ma non c'era nessuno a cui poter chiedere informazioni.

Le mie conoscenze passate sulla magia e il pugnale che avevo con me mi garantivano una certa sicurezza, se qualcuno avesse voluto farmi del male se ne sarebbe pentito.

Sembrava che quella notte tutti i delinquenti e ruffiani della capitale fossero spariti, proprio quando uno aveva bisogno di trovarli, a questo punto potevo solo fare una cosa, andare a chiedere nei bordelli.

Ce ne erano tre nella capitale, il Bloody Dagger a nord, The Red Lady ad est ed infine quello più vicino alla mia posizione il King's Rose.

Il mio vestito bagnato era una tortura con il vento autunnale che mi sverzava, stavo congelando, quando arrivai davanti al bordello trovai tutto sbarrato, decisi comunque di provare a bussare, ma prima di riuscirci qualcuno mi urtò e caddi di nuovo a terra.

Erano tre uomini con mantello nero e maschere sul viso, bussarono tre volte, una pausa poi altre due.

Qualcuno aprì e li fece entrare di volata.

Sapevo che se volevo mischiarmi con questa clientela con il mio abito non avrei ingannato nessuno, ma potevo provare a manipolare il mio coltello in una mezza maschera che mi avrebbe coperto gli occhi.

Presi il coltello che era pesante sulla mia mano, attinsi alla mia magia elementale di attributo metallo e il coltello iniziò a fondersi, ben presto prese la forma di una maschera, avanzò del metallo e ne feci un piccolo coltello da lancio.

Indossai la maschera e bussai come avevo visto fare a quegli uomini, la donna che venne ad aprire sembrava sorpresa ma si riprese subito, se conoscevo il codice voleva dire che ero del giro.

«Prego si accomodi.» Mi disse la donna. «Da questa parte, la riunione inizierà tra cinque minuti, ci sono ancora dei posti liberi.»

Fui condotta in una specie di teatro delle maschere, mi sedetti su di una sedia e rimasi in attesa di capire cosa stava succedendo.

Sul palco, dove avrebbero dovuto esibirsi gli artisti, arrivò un uomo con una maschera d'argento, l'uomo era imponente e metteva un certo timore reverenziale.

«Benvenuti a questa riunione, sapete già tutti perché siamo qui, era scritto negli inviti. Abbiamo solo mezzo anno prima che il re indica un'altra delle sue stupide esercitazioni sul confine, abbiamo perso già la nostra sovranità su di un ampio territorio, tra di voi ci sono marchesi, conti e nobili vari, sapete molto meglio di me com'è la situazione, in questi anni, da quando Grosvenor è sul trono, avete perso molto del vostro potere e delle terre da voi governate.»

«Ma cosa possiamo farci? Il re si comporta come un pazzo una volta ogni tre anni, ha più volte detto al suo ciambellano che se dovesse riaccadere avrebbero dovuto fermarlo, ma la sua magia in quei momenti è così forte che nessuno riesce a farlo ragionare senza perdere la vita.» Disse uno degli uomini mascherati seduto a pochi posti da quello mio, stavo iniziando a capire cosa stava succedendo e non sapevo se per me era un bene immischiarmi, ma era comunque interessante da ascoltare.

«In realtà tra di noi qui presenti c'è un sacerdote, è stato a corte due giorni fa per indagare sulla condizione del re, il responso è che il nostro sovrano è stato maledetto. Quando la maledizione si attiva, perde la ragione e si sente perseguitato, allo stesso tempo il suo potere crescendo  mina la sua salute in modo irreversibile.»

Gli uomini presenti iniziarono a parlare tutti insieme arrabbiati del fatto che il sovrano che tutti amano fosse ridotto ad una marionetta nelle mani di chi sa chi.

«Vorrei la parola.» Disse un uomo che dalla mia posizione era un po' lontano e quindi non riuscivo a vederlo bene.

«Prego!»

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora