Capitolo 10

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La serata andò avanti per altre due ore, prima di congedare i suoi ospiti il re iniziò a premiare coloro che avevano contribuito alla vittoria sui nostri nemici e aiutato a debellare la maledizione che lo aveva tenuto in scacco per tutti quegli anni.

Io e Delmar fummo gli ultimi ad essere chiamati.

Ci consegnarono un editto imperiale, ciascuno, in cui si diceva che potevamo usare un cognome, ma non doveva essere presente tra quelli delle classi nobili.

Io scelsi Lee, che significa prato o foresta, Delmar scelse Hunter e cioè cacciatore che era il suo soprannome quando entrò nella malavita locale, prima di farla sua.

Il mio cognome e quello di Delmar furono registrati nell'anagrafe del regno in modo da poterlo usare subito, nel caso ne avessimo avuto bisogno.

La mia famiglia e quella di Delmar non vennero a congratularsi con noi, eppure il re aveva letto un memorandum dove elencava quello che avevamo fatto per il regno prima di premiarci, ancora una volta mi fece stare male. Lo so, non dovrei farmi influenzare così tanto dagli altri, ma è difficile in breve tempo riuscire a lavorare su di sé abbastanza per imparare a fregarsene di persone che si è amato per gran parte della propria vita per poi venire a scoprire che i sentimenti che provavi per loro non erano nemmeno ricambiati.

Alcuni nobili presenti però vennero a stringerci la mano, erano gli stessi presenti alle riunioni al King's Rose e furono felici di poterci vedere in viso, mi sarei ricordata di loro in futuro, il loro gesto fu molto apprezzato, almeno da me.

«Che cosa farai ora che sei tornata ad essere un normale cittadino e non uno scarto della società?» Mi chiese Delmar in carrozza durante il viaggio di ritorno dalla cena di gala.

«Voglio aprire un negozio, venderò armature, armi e oggetti incantati di varia natura.»

«Farai concorrenza al povero Andy Dixon.»

«No, non prenderò ordini di nessun genere. Farò non più di dieci articoli per tipo e tutti diversi che terrò sempre a disposizione nel mio negozio, ma non prenderò nessun ordine dai clienti, se vogliono la mia merce devono prendere quella esposta. Mi serve tempo per potermi allenare nella coltivazione e non voglio stare ore infruttuose a negozio, sarà aperto solo nel fine settimana. A proposito, sai cosa si deve fare per avere i permessi per aprire un negozio?»

«Certo, prima di tutto devi avere già un locale pronto e iscriverti alla gilda dei commercianti.» Delmar iniziò ad elencare seriamente tutte le procedure burocratiche ed io ascoltavo con interesse. «Fare domanda all'ufficio del commercio del nostro regno per una nuova apertura di una attività e spiegare cosa andrai a vendere. Pagare una tassa di mille monete d'argento per il permesso di apertura del negozio, tenere un libro contabile di partita doppia e versare la tassa annua del sei percento delle tue entrate al netto dei costi all'ufficio riscossione tributi e tasse del regno.»

«C'è un posto adatto che potrei usare?»

«Dovrai allontanarti dalla zona malfamata in cui ti trovi a vivere ora, devi avvicinarti al centro della capitale se vuoi avere più visibilità. Prova ad andare alla gilda immobiliare ti sapranno dire loro in base a quanto vuoi spendere, secondo me dovresti prendere una casa, nel piano terra aprire il tuo negozio e nel primo piano andare a vivere.»

«Farò così allora, grazie Delmar. Ricordati di venirmi a trovare quando hai tempo, per te accetto ordinazioni.»

«Ottimo!»

La mattina dopo andai ad iscrivermi alla gilda dei commercianti e poi a parlare con quella immobiliare.

Le offerte di vendita di immobili erano esposte in una grande parete, impiegai tre ore a leggere tutto, alla fine trovai quello che cercavo, una casa a due piani con mansarda abitabile vicino al centro il cui tetto era crollato e le infiltrazioni di acqua la stavano danneggiando. Il prezzo di vendita era trentamila monete d'argento, con lo stesso prezzo avrei potuto comprare una villa in periferia, ma dovetti fare uno sforzo e prenderla. La gilda mi indirizzò ad una impresa edile a cui chiesi di rifare la casa da capo e abbattere i muri oramai marci. Io e l'imprenditore edile buttammo giù un disegno preliminare della casa, volevo il piano terra adibito a negozio con bagno personale, uno per i clienti, il laboratorio dove avrei creato le mie opere e un magazzino merci, per il magazzino la stanza doveva essere almeno di cinque metri per cinque, il metallo occupava molto spazio prima di essere trasformato in lingotti. Al primo piano il mio appartamento che volevo pieno di confort, poi la mansarda abitabile che avrei potuto usare come magazzino secondario.

Il preventivo era di sessantamila monete d'argento, lo firmai e diedi una caparra del dieci per cento per dare inizio ai lavori.

Rimasi nel mio appartamento in attesa della fine dei lavori per altri sei mesi, era passato più di un anno da quando avevo lasciato casa, il mio compleanno era già stato e non me ne ero nemmeno accorta.

Non rividi più Delmar e non sapendo dove abitasse non potevo andare a trovarlo, se avessi chiesto in giro rischiavo di inimicarmi qualcuno, così non andai a cercarlo.

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora