Capitolo 20

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Il mio viaggio era iniziato, affittai un cavallo ad un prezzo così esorbitante che avrei potuto comprarne uno per lo stesso prezzo, e se avessi avuto un posto dove tenerlo lo avrei comprato.

Mi diressi a nord sul confine con il regno di Monok dove c'è la catena montuosa del fuoco e del ghiaccio, chiamata così per la presenza di caldere a bassa quota e di ghiacciai perenni ad alta quota.

Mentre mi dirigevo verso la catena montuosa mi imbattei nella squadra di mercenari di Edward Robinson, trasportavano tre feriti e neanche quelli che dovevano essere sani lo sembravano, bendati completamente e con lo sguardo sconfitto.

«Edward, che cosa è successo?»

«Tori sei tu? Un disastro, abbiamo fallito la nostra prima missione. Dovevamo andare a cogliere dei fiori di fuoco nella caldera del vulcano, ma un mostro ne è uscito fuori e se non fosse stato per i nostri amuleti di protezione saremmo tutti morti.»

«Un mostro? Che tipo di mostro?»

«Una specie di lucertola e serpete, non lo so. Siamo fuggiti troppo alla svelta per cercare di capire di che bestia si trattasse.»

«Fai fermare i tuoi uomini gli darò una controllata.»

«Grazie Tori. Fermi tutti, ci riposiamo qui.» Urlò Edward ai suoi uomini.

Iniziai a controllare gli uomini nelle barelle, erano quelli che non avevano fatto in tempo ad attivare gli amuleti di protezione, erano completamente bruciati e la pelle sotto le bende era scomparsa. Gli avevano dato la pomata per le scottature e quella antibatterica, ma per un caso così grave non erano sufficienti.

Usai la magia acqua per ripulire il corpo del primo uomo, gli diedi un elisir per far rimarginare le ferite di qualità superiore, non erano in vendita nel negozio perché costavano troppo e nessuno le avrebbe comprate. La pelle iniziò a riformarsi a vista d'occhio, così passai al secondo uomo e poi al terzo.

Nel frattempo avevano contratto una febbre alta a causa dello shock, così gli diedi anche degli elisir per abbassarla.

Gli altri avevano ustioni più leggerle e gli unguenti usati sarebbero bastati.

Rimontai a cavallo e ripartii, non potevo perdere altro tempo.

Il mio piano originale era quello di fermarmi alle caldere per coltivare l'attributo fuoco e poi risalire e andare ai ghiacciai perenni, però a questo punto avrei dovuto fare il contrario, avevo bisogno dell'attributo ghiaccio al massimo livello.

Dovevo fare una deviazione per arrivare nella cima più alta del monte Ork, dove avrei trovato i ghiacciai.

Condussi il cavallo che avevo pagato a caro prezzo fino a un terzo del percorso dalla cima del monte, purtroppo non c'erano sentieri e né strade praticabili a cavallo così dovetti legarlo vicino a un ruscello in un punto abbondante di erba, sarebbe sopravvissuto fino il mio ritorno.

Iniziai la lunga salita e l'aria iniziava a farsi rarefatta, a volte un forte mal di testa mi colpiva e mi costringeva a ridiscendere di un centinaio di metri, attendere che mi acclimatassi prima di ripartire.

Impiegai tredici ore ad arrivare in cima, ero esausta e dolorante.

Montai la tenda e mi preparai un pasto veloce poi subito a letto.

La mattina dopo ridiscesi parte di un crinale dove c'era una gola e lì si trovava il ghiacciaio perenne.

Mi tolsi gli abiti termoregolabili e ne misi alcuni normali presi da un negozio qualunque, mi sedetti a terra con il ghiaccio che mi bruciava la pelle e faceva attaccare il pantalone, se non volevo morire congelata dovevo iniziare a praticare la mia tecnica di coltivazione, non persi più tempo e presto la mia temperatura corporea iniziò a tornare alla normalità proteggendomi dal freddo assiderante, allo stesso tempo assimilava il freddo esterno aumentando la velocità di coltivazione.

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora