Capitolo 15

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Dopo tre settimane di viaggio arrivammo al confine con il regno di Urai.

Tutti i nostri bagagli vennero ispezionati ma alla fine ci lasciarono passare, io non permisi che toccassero le mie cose, così le portai fuori da sola dal mio zaino e li rimisi in ordine come dovevano stare.

Il regno di Urai era molto grande e una parte desertica, dopo tre giorni di viaggio non trovando fiumi o villaggi, le nostre scorte di cibo e acqua finirono, o meglio le loro scorte, perché io avevo tutto quello di cui avevo bisogno.

I cavalli erano allo stremo così presi il mio otre e iniziai ad abbeverarli, essendo incantato mi bastava scrollarlo tre volte per farlo riempire di altra acqua limpida e fresca.

Non volevo mostrare di poter controllare anche l'attributo acqua, così grazie all'otre potei dare loro un po' di refrigerio senza farmi scoprire.

Riempii anche le botti vuote dell'acqua nel carro e ripartimmo.

Al quinto giorno in quel terreno inospitale avvenne un incidente, la carrozza all'improvviso si ribaltò poi sprofondò in una buca insieme a tre cavalieri dell'avanguardia che finirono con i loro cavalli nella voragine, nello stesso momento una lucertola di sabbia uscì fuori da quel buco e iniziò ad attaccare la carrozza, saltai dal mio cavallo sulla groppa della lucertola, sguainai la mia spada e con un singolo fendente ben assestato affondai la lama sulla nuca della lucertola e la uccisi.

Usai la mia magia sulle parti rafforzate in metallo della carrozza per farla levitare fuori dal buco, i tre soldati a cavallo che erano caduti nella buca ne uscirono indenni, ma i cavalli erano morti soffocati dalla sabbia.

I principi e la principessa stavano bene e anche il cocchiere e i suoi cavalli, anche se un po' scossi e ammaccati.

Io mi buttai nella fossa e iniziai a macellare la carne della lucertola del deserto, avevo con me delle sacche refrigeranti in più, più quelle che si erano svuotate dopo averne mangiato il contenuto.

Portai via ben sessanta chilogrammi di carne che riposi in modo ordinata nel mio zaino.

I tre soldati rimasti senza cavalcatura dovettero salire sul carro merci, dopo di che ripartimmo.

Nel frattempo io feci rapporto alla regina, mi ero tenuta un po' indietro per non farmi sentire dagli altri mentre eravamo in viaggio.

Quella notte tutti erano stanchi, affamati e sporchi, tranne me.

Speziai la carne e iniziai a cuocerla a fuoco lento, l'odore si propagò per tutto il bivacco, avevano resistito quattro giorni alla fame, alla fine si erano decisi a farsi avanti e venire a chiedermi del cibo.

«Se volete mangiare portate le vostre gavette.»

Sapevo che la carne non sarebbe durata a lungo se avessi fatto le vecchie porzioni a cui il cuoco li aveva abituati, così preparai anche del pane.

Feci porzioni uguali per tutti e poi iniziai a mangiare il mio cibo.

Il cuoco venne a protestare con me dicendo che le porzioni per i principi erano troppe scarse, così gli diedi un calcio sulla bocca dello stomaco.

«Nessuno mi paga per stare qui, non ottengo nulla per scortarvi. Sei così stupido da avere sprecato cibo per tutto il viaggio e ti permetti di venire a rimproverarmi? Sparisci dalla mia vista.»

Richard si fece avanti per dire la sua.

«Clara non ti sembra di stare esagerando ora? Le porzioni per i principi sono davvero troppo scarse, il cuoco ha ragione.»

«Taci coglione, chi diavolo è Clara. Mi chiamo Tori, la regina consorte stessa mi ha dato questo nome. Se i principi non sono soddisfatti possono non mangiare, avevate tutta la carne a disposizione, una lucertola del deserto enorme e tre cavalli, ma nessuno di voi ha pensato di macellare la carne, quello è il cuoco ufficiale della spedizione, sapeva che il carro era privo di cibo ma non si è fatto avanti a chiedere della carne quando ero nella buca.»

Presi un pezzo di pane, lo misi in bocca con un po' di succulenta carne.

Sapevo bene perché ai principi le porzioni di carne sembravano misere, perché i reali non mangiano pane, quello è riservato ai popolani. Ma se avessero voluto sopravvivere avrebbero dovuto mangiare la carne con il pane, come tutte le persone normali.

Quella notte, mentre tutti dormivano, misi le solite protezioni intorno al campo di bivacco, presi il mio cavallo e mi allontanai, tre chilometri prima avevo trovato una grossa fonte di cibo, ma non vollero fermarsi a raccoglierla, perché in realtà il cibo era sotto terra e da sopra si vedeva solo dell'erba secca.

Trovai subito il posto e iniziai a scavare, c'erano tantissime patate del deserto, molto ricche di ferro e potassio.

Ne tirai fuori cento chilogrammi e le infilai nel mio zaino, non le presi tutte, perché non si deve mai depredare un sito del tutto o l'anno dopo non sarebbero ricresciute.

Me ne tornai in tenda e vi trovai dentro Adam.

«Dove sei stata?»

«A raccogliere patate, ti avevo chiesto di fermarci tre chilometri fa, ma hai rifiutato. Ora vattene.»

Adam sembrava volermi chiedere qualcosa da giorni alla fine sbottai.

«Se devi chiedere qualcosa, chiedi.»

«Perché sei andata via di casa, mamma e papà hanno detto che sei fuggita con un uomo.»

«Sei davvero così stupido da credere a queste cazzate? Perché non hai chiesto agli invitati alla festa del mio risveglio della magia. I tuoi cari genitori, dopo il rituale, mi hanno offeso davanti a tutti, lasciandomi da sola, poi il maggiordomo è venuto a prendermi e mi ha sbattuto fuori di casa, quando ho provato a rientrare le guardie mi hanno aggredito e buttata a terra, sono finita in una grossa pozzanghera bagnandomi tutta. Avevo solo tredici anni e mi hanno cacciato di casa, mi sono ritrovata sola, bagnata e senza un soldo. Ero senza nome e cognome, sai che se cerchi un lavoro non ti pagano nemmeno o se lo fanno ti danno la carità? Speravo che tu o gli altri miei fratelli veniste a cercarmi, ma ve ne siete fregati tutti, potevo essere anche morta per voi e non vi sarebbe interessato. Ma cosa cazzo vi dice la testa, anche se fossi fuggita con un uomo avevo solo tredici anni ero minorenne, ma ve ne siete sbattuti altamente. Anche la regina madre che è mia nonna non si ricordava di me, gli hanno dovuto dire che ero quello che gli portava i dolci, e sai cosa ha risposto? Che non gliene fregava nulla ma era dispiaciuta di non poter più mangiare i miei dolci.»

«Sei ancora minorenne e io non ti credo, mamma e papà non mi avrebbero mai mentito.»

«I cittadini comuni diventano maggiorenni a sedici anni, solo i nobili a diciannove. Chiedi agli invitati o ai sacerdoti che mi hanno testato per la magia, erano tutti lì, visto che non mi credi. Vattene.»

ESPULSA DALLA FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora