-Prologo-

1.2K 27 5
                                    


Dolore.
Un sentimento che ti annega.
Che ti distrugge.
Ti oscura il cuore e ti spezza l'anima.
Il dolore di perdere qualcuno di importante.
Il dolore di saper di non poterlo più vedere, ne di sentire la sua voce.
Il dolore di dover riviverlo in dei miseri ricordi.
Come avrei potuto superare o sopportare per il resto della mia vita l'idea di perdere la propria famiglia.
Quel giorno era arrivato.
Il giorno che più temevo.
Il giorno che non avrei mai ne dimenticato ne superato.
Sapevo di non poterlo evitare in nessun modo, anche se avrei voluto.
Nonostante tutto però ci avrei sempre creduto fino all'ultimo secondo, fino all'ultimo respiro..
Lo sapevo, è vero, i medici me l'hanno detto dalla prima volta che le sue condizioni erano gravi, ma stavano migliorando.
Ma saperlo non significa essere preparati a ciò che avverrà, non lo si è mai.
Significa solo rassegnarsi all'idea che prima o poi accadrà e non importa quando, importa solo che in un determinato momento, come quello, tutto stava per finire indipendentemente da quello che si vuole.

Ci avevo sempre creduto al destino, niente per me era dato al caso, se una cosa succedeva è perché doveva succedere.
Ma quella volta non l'avevo proprio capito..
Il destino in fondo non aveva nulla da perdere, ma io si.
E stavo per perdere tutto ciò che mi rimaneva, l'unica persona che si prendeva cura di me in ogni modo possibile.

Entrai di corsa nell'ospedale con le lacrime che solcavano le guance, una dopo l'altra.
Sfrecciai su per le scale alla velocità della luce e corsi, corsi fino a farmi mancare l'aria.
Anche se l'aria mi stava mancando veramente e non per la corsa.

Volevo solo una cosa: Rivederlo.
Volevo solo questo pur sapendo che questa sarebbe stata l'ultima volta.

Ero a pochi passi dalla sua stanza quando una mano mi bloccò per il polso facendomi girare nella direzione opposta a dove stavo andando.
Avevo un misto di emozioni nello stomaco che non ragionai nemmeno.
Ero totalmente disconessa.
"Signorina dove sta andando?, non può correre qui e tra l'altro non è nemmeno l'ora delle visite!" affermò un infermiere.
Notò il mio aspetto e fece un'espressione che non seppi decifrare.
Sembrava commiserazione.
Ma nemmeno mi importava.

Gli avrei voluto dire di lasciarmi andare, che ogni secondo poteva essere l'ultimo e che ogni minuto era prezioso, ma restai in silenzio perché tutta la rabbia che provavo era diventata solo dolore.
Un dolore che mi aveva spezzata.
Mi aveva spezzato il cuore, l'anima.
Mi aveva tolto il fiato e le parole mi morivano in bocca mentre le lacrime mi torturavano le guance.
"La prego, voglio solo rivedere mio padre" riuscii a dire tra un singhiozzo e un'altro.

Mi girai non curandomi dei continui richiami dell'infermiere e raggiunsi la porta di quella stanza, la aprii e il mio cuore perse un battito.

Era sdraiato in un lettino bianco circondato da monitor che segnavano i suoi battiti, un'altra macchina che lo aiutava a respirare ed era proprio quella a tenerlo 'in vita'.
"Papà.." sussurrai con la voce tremolante verso di lui, sdraiato nel lettino, davanti a me.
Era completamente inerte e con gli occhi chiusi.
Avrei voluto con tutto il cuore che fosse solo un brutto sogno che sarebbe finito quando mi sarei svegliata tutta sudata ma sollevata.
Ma non sarebbe accaduto e questa cosa mi tempestava la mente di continuo.

Chiusi gli occhi e presi fiato, quello che mi era mancato da quando avevo messo piede in quella stanza.
Non ero più in grado di sopportare quella situazione.
Il dolore mi aveva divorata completamente.
Il peggio doveva ancora arrivare ed io non ne ero affatto pronta, non lo ero e non lo sarei mai stata.

Mi avvicinai cautamente prendendo la sua mano tra le mie, mi accovacciai un po' abbracciandolo e stando estremamente attenta a non urtare contro i vari tubicini a cui era collegato.
"Ti prego, papà ho bisogno di te, non puoi lasciarmi anche tu.." dissi tra i singhiozzi.
Ero sicura che mi ascoltasse, sapevo che mi sentiva e speravo che avesse abbastanza forza da tornare da me.
Avrei voluto lottare con lui, prenderlo per mano e tirarlo fuori dal buio in cui era immerso.

Lost in Love - Persi nell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora