Capitolo 20- Festa

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Pov Laila

Il giorno di cui mi ero totalmente scordata di aver accettato di andare era arrivato piuttosto in fretta.
Purtroppo era già passato un mese dal giorno in cui la mia boccaccia aveva accettato di andare a quella maledetta festa.
Me ne pentii? Si.
Decisamente si.
Soprattutto quando il vestitino che aveva scelto Ally e che mi aveva obbligato a mettere mi si alzava mentre camminavo.
Rimanendo ancora più corto di quanto già non fosse.
Un soffio di vento mi sfiorò le gambe nude.
Sopra, invece, avevo una giacca di pelle molto calda che mi riparava dal freddo almeno un po'.
Ci fermammo davanti il portone della villa immensa da cui proveniva una musica fortissima.
Se fossi stata una sua vicina lo avrei preso a palate se metteva la musica al massimo a quell'ora della notte.

"Stupido vestito e stupida me" lo tirai giu, di nuovo.
Avevo perso il conto di quanto lo avessi fatto
"Perché riesco sempre a farmi convincere e coinvolgere?!"
"Smettila di lamentarti, sei bellissima e il vestito ti sta una favola. È un male che non mostri queste gambe pazzesche" dissi Ally prendendomi per un braccio.
"Allison ha ragione" mi prese dall'altro braccio.
"Non mi farete cambiare idea" sbuffai "dobbiamo proprio entrare?" dissi.
Si fermarono contemporaneamente.
"Laila Smith" affermò Allison "Non usciamo mai! Abbiamo bisogno di staccare un po' "
"E di divertirci" disse Becky.
"Esatto" confermò Ally.
"Ma perché non torniamo a casa a guardare-" non finii la frase.
Aprirono la porta e mi trascinarono letteralmente dentro.

Le luci colorate illuminavano i grandi interni della villa.
E la musica assordante mi arrivò fino ai timpani, tanto da farmi fischiare le orecchie per un po' di secondi.
Nel frattempo portammo le giacche in uno stanzino apposito e tornammo al centro della festa.
"Andiamo a prendere qualcosa da bere" disse Becky.
Tutte e tre, legate mano per mano cercammo di passare tra la gente per raggiungere il lato allestito per i cocktail.
"Cosa posso offrire a queste bellissime ragazze?" disse il barista.
"Qualsiasi cosa, può andar bene" disse Becky.
Il ragazzo sorrise e si mise a prepararli.
"Ah e mettici del ghiaccio, tanto ghiaccio" disse ancora Becky al barista prima di concentrare la sua attenzione su di noi "Le feste di white sono sempre strepitose, non manca mai nessuno ad una sua festa"
"Strepitosamente oscena, oserei dire"
"Strepitose anche per te, vedrai, ci divertiremo un casino" disse Ally.
"Lo sai che-" mi interruppe nuovamente.
"Lo sai che questi anni non tornano più, bisogna viverli e fare di tutto e di più" disse.
"Già, di tutto e di più" disse Becky.
Le guardai e scossi la testa.
Tra di noi, non riuscivo a cogliere la più testarda.

"Ecco a voi ragazze" disse il barista catturando la nostra attenzione, strisciando tre bicchieri verso di noi.
"Oh questa canzone è pazzesca, andiamo a ballare" disse Allison euforica.
Becky annuì e prese un sorso dal suo bicchiere.
Per consolarmi ne presi uno anch'io e sperai che il calore alla gola mi bruciasse viva.
"Dobbiamo proprio?" dissi.
"basta lamentarti" disse Ally afferrandomi la mano trascinandomi con loro.

E così mi ritrovai in mezzo a centinaia di persone una attaccata all'altra che ballavano.
E di conseguenza lo feci pure io.
Guardando bene non proprio tutti stavano ballando.
C'era anche chi si baciava avidamente, bramanti della bocca dell'altra persona.
Ma eccetto alcuni casi, si, tutti si stavano scatenando.

Tutto sommato, non era poi così tanto male.
Forse era la loro presenza che rendeva tutto più divertente.
Già, stavo proprio ridendo.
Stavamo ridendo e ballando come pazze scatenate.
I bicchieri diventarono presto vuoti e li posammo da qualche parte.

Dopo aver ballato per un infinità di tempo tornammo a chiedere qualcos'altro da bere per forse la quarta o quinta volta.
Ero un po' allegra ma niente di cui preoccuparsi.
Bevvi in un sorso il liquido all'interno del bicchiere e mi girai per tornare a ballare.
Ma facendolo nel mio campo visivo comparve un petto.
Un petto fasciato da una camicia nera estremamente aderente, tanto che si vedevano i segni di un addome scolpito e i muscoli delle braccia, troppo in evidenza, che sembravano voler uscire dal tessuto.
"bella camicia"
"grazie, cenerentola, nemmeno il tuo vestito è tanto male" al suono di quella voce alzai la testa.
Oh santo cielo...
Strizzai gli occhi quando mi si incrociò la vista.
Era proprio lui.
"Hai bevuto?" disse.
"Si, nemmeno dieci secondi fa" sorrisi stupidamente.
"Credo che non dovresti bere altro" disse guardandomi gli occhi con un aria strana.
Mi avvicinai di più al suo corpo.
Le mie gambe si muovevano da sole, non le stavo controllando.
"Credo che non siano affari tuoi" sorrisi sfacciatamente e soddisfatta dalla sua faccia esterrefatta lo superai per raggiungere Ally e Becky.

Dopo un'altro centinaglio di canzoni Becky si accorse di qualcosa.
Ci disse qualcosa.
Gli urlammo di non aver capito.
Si avvicinò a noi e alzò la voce per sovrastare la musica.
"Ho detto, che c'è qualcuno dietro di noi che non ci leva gli occhi di dosso"
Incuriosite ci girammo nello stesso momento.
Liam fissava Becky, Nathan fissava Allison e Josh...Josh fissava me.
Potevo giurare di sentire il ghiaccio dei suoi occhi per tutta la schiena.
Come se un cubetto di ghiaccio mi stava scorrendo lungo la spina dorsale.
Un dettaglio però, non mi passò indifferente.
Intorno al collo aveva un braccio.
Lo seguii con lo sguardo e vidi la figura di Elizabeth schiacciata contro il suo fianco mentre sussurrava qualcosa al suo orecchio.
Lui accennò un sorriso, di quelli subdoli e sporchi.
Nonostante la sua presenza lui guardava me.
In modo strano...

Un'imbarazzo mai provato mi avvolse che avvampai all'istante.
La testa diventò pesante e la villa sembrava muoversi.
Ciò che vedevo, di punto in bianco, sembrava più sfocato.
"Vado in bagno" dissi con fare sbrigativo.
Un po' di acqua fredda in faccia avrebbe risolto il problema.
Ne ero sicura.
Così salii le scale tenendo la mano sulla parete per non farmele a rotoloni e mi ritrovai in un corridoio pieno di porte.
Troppe porte.
Forse le vedevo doppie.
O forse erano davvero troppe.
Ne aprii qualcuna ma erano stanze da letto intatte.
Ne aprii un altra e...
"Ei" qualcuno si accorse di me.
Sfocatamente vidi qualcuno coprirsi le parti intime.
"Mio dio" dissi quando mi accorsi della scena davanti ai miei occhi.
Mi richiusi subito la porta e mi sbrigai a trovare questo benedetto bagno.
Strizzai gli occhi un paio di volte per mettere a fuoco.

Aprii un'altra porta.
E finalmente avevo trovato questo maledetto bagno.
Mi chiusi la porta alle spalle e girai la chiave.
Mi diedi un rapida occhiata allo specchio e notai ancora di più il vestito che era salito a più di metà coscia.
Per un attimo mi vidi doppia.
Mi risistemai il vestito e aprii il rubinetto col getto d'acqua fredda.
Bagnai le mani e le poggiai in viso.
Con il contatto sentivo la mia testa pulsare.
La musica mi rimbombava ancora nelle orecchie.
Mi si tapparono e un forte fischio mi pervase il timpano.
Feci una smorfia di fastidio ma per fortuna durò poco.
Ero un po' truccata, così per non rendermi ancora meno presentabile non mi buttai in faccia l'acqua a manciate ma, quanto bastava per rinfrescarmi un po' la pelle in fiamme.
Dopo un paio di minuti qualcuno bussò alla porta.
"Occupato" dissi.
Mi sbrigai e rigirai la chiave per aprire.
Quando aprii la porta vidi un ragazzo e una ragazza insieme.
Non dei semplici o qualsiasi ragazzi però...
Santo cielo volevo sparire!

"Una bellezza come te non apre mai una porta per sbaglio non è vero?"
"Oh scusate, davvero è stato un errore. Volevo trovare il bagno ma.." dissi vedendo le loro facce diventare doppie.
Mi guardò con le sopracciglia alzate come se stessi palesemente mentendo.
"Si, insomma, ho sbagliato. Scusate ancora" li liquidai e cercai di superarli.
La sua mano afferrò la mia e mi trascinò di nuovo davanti a lui.
"Bellezza, perché non vieni con noi, a divertirti" mi fece l'occhiolino.
"Grazie ma preferirei tagliarmi le gambe" dissi levando la sua presa da me.
"Mh, vieni alla mia festa e mi rifiuti, non è carino da parte tua"
Davanti a me avevo White?
"Non sapevo che il gioiellino di Baker fosse così, come dire, scortese"
Le sue parole mi impallidirono.
Gioiellino? Io non ero proprio nessun gioiellino.
"Non è la tua festa Lucas, ma la mia. Lascia in pace la ragazza, ne hai già una con cui divertirti" un ragazzo spuntò fuori dal buio e si avvicinò a noi.
"Rovini sempre il divertimento, cugino" il ragazzo se ne andò insieme alla ragazza lanciando un sorriso prima a me e poi all'altro ragazzo.

"Tutto bene?" Si avvicinò il ragazzo.
"Si, grazie" cercai di andarmene ancora ma la testa mi lanciò una fitta forte che quasi mi cedettero le ginocchia.
"Ei" il ragazzo mi mantenne per il braccio.
Le gambe mi stavano cedendo.
Gli occhi non riuscivano a rimanere aperti.
"Vuoi che ti porti a casa?" chiese.
"White" una voce, quella voce "Ci penso io"
L'ultima cosa di cui mi accorsi erano due mani grandi e calde avvolgermi.
Poi, non sentii più nulla.

~Elis
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Lost in Love - Persi nell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora