Pov LailaL'odore di cioccolata mi salì fino al naso.
Chiusi gli occhi e mi beai di questo mentre la mescolavo dentro un pentolino che avevo trovato sopra i fornelli.
Quando stavo male papà me la preparava sempre.
La definivo magica perché dopo pochi minuti mi sentivo meglio.
Così sperai che funzionasse anche per lui e tentai.
"Che stai facendo?" sobbalzai.
Mi girai di scatto e lo vidi avanzare verso di me.
"Cioccolata calda, ti farà sentire meglio"
"Cioccolata calda?" domandò incredulo avanzando.
"Si beh, a me faceva stare meglio"
Scosse la testa e si allontanò.
"Le tazze sono là sopra" mi indicò un cassetto in alto.
Mi rigirai ai fornelli soddisfatta.Una volta pronta mi spostai per prendere le tazze su cui versarla all'interno.
Aprii lo sportello e allungai il braccio per prenderle.
Cercai di afferrarne due ma non ci riuscii.
Provai ad allungarmi ancora con il braccio ma non cambiò nulla.
Sentii una presenza per nulla indifferente dietro di me.
Le afferrò e me le spostò in avanti in modo che riuscissi ad afferrarle.
Quando le presi mi girai leggermente mentre lui richiudeva lo sportello.
Era troppo vicino.
Troppo.
"Mh grazie" mandai giù la saliva che mi era rimasta in gola.
Vidi i suoi occhi posarsi nei miei come se fossero calamite.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo.
Mi piacevano i suoi occhi, tanto da non riuscire a distaccare i miei.
Non era in sè e lo percepivo ma questo non cambiò ciò che pensavo.Corrucciò la fronte e sembrava che stesse pensando a qualcosa.
Poi avvicinò la sua mano nel mio viso e lo vidi sorridere.
Incapace di muovermi rimasi immobile sotto il suo tocco.
Era delicato ma al tempo stesso sfrontato.
Era gentile ma rude.
"Hai del cacao sul viso" disse e me lo tolse con le dita.
"Grazie" lo ringraziai e fui sicura di essere arrossita.
"Smettila di ringraziarmi, cenerentola" disse e tolse le dita dal mio viso.
Non sentii più il calore che mi dava la sua mano e questo mi riportò a pensare lucidamente.
Qualcosa dentro il mio petto e nel mio stomaco mi infastidì.
Sentii un formicolio fino alle punte delle mani.
"Come mi hai chiamata?"
"Come hai sentito" mi rivolse un sorriso soddisfatto e si girò dandomi le spalle mentre andava verso il divano.
Poi riflettei.
Era la stessa cosa che gli avevo detto io la sera che l'ho visto per la prima volta.
Non aprii bocca e ritornai a fare quello che stavo facendo.
Riempii le tazze con la cioccolata fumante e poi mi avvicinai a lui.
Glie ne posai una sopra il tavolinetto accanto a lui e io mi sedetti sulla poltrona apposta proprio per stargli lontana.
Prese la tazza in mano e assaggiò la cioccolata.
"Fa proprio schifo" fece un smorfia disgustata.
Sbattei le ciglia più volte cercando di capire se mi stesse prendendo in giro.
Ma quando capii che invece era serio improvvisamente mi sentii una stupida.
Mi ero assicurata che tornasse a casa, lo avevo persino riportato io con la sua macchina e mi ero preoccupata di farlo sentire meglio.
Lui non era un mio amico e io non era un'amica per lui.
Eppure se pur non lo sopportassi lo avevo aiutato come se lo fossi.
Ma cosa mi sarei potuta mai aspettare da lui?
Gratitudine?
Apprezzamento?
Ero stata una stupida solo ad averlo pensato.
Solo a credere che uno stronzo del genere avrebbe potuto provare gratitudine o qualsiasi altra cosa.
Decisa ad andarmene mi alzai senza nemmeno ribattere.
A modo mio, avevo condiviso uno dei ricordi che avevo di mio padre e sentirlo deridere fu un colpo forte da incassare.
"Dove stai andando?" mi chiese.
"Lontano dalla tua arroganza, stronzo"
Presi la mia borsa e senza nemmeno guardarlo o degnarlo di una minima attenzione me ne andai verso la porta.
Sentii i suoi passi dietro di me ma ormai ero arrivata alla porta.
"Non è tanto vicino il dormitorio da farselo a piedi"
"Non mi sembra di aver chiesto un tuo parere" aprii la porta e glie la chiusi in faccia assicurandomi che la botta fosse forte.Dopo aver aspettato per un paio di minuti un autobus che si fermasse vicino il dormitorio, finalmente ero arrivata.
Scesi e mi incamminai verso di esso.
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Lost in Love - Persi nell'amore
RomanceLaila Smith è una ragazza di quasi 21 anni, che nonostante la giovane età ne ha passate di tutti i colori: dall'abbandono della madre alla morte del padre. È una ragazza determinata ma allo stesso tempo fragile. L'unica persona su cui può far affid...