Capitolo 14- Amici

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Pov Laila

I minuti si erano trasformati in un ora di attesa.
Quando i piatti arrivarono il mio stomaco iniziò a gioire.
Inutile dire che avevo sbagliato a prenderne la forchetta giusta e mi beccai occhiate che era meglio non descrivere da parte di ricconi altezzosi.
"Tranquilla, guardano così anche a me che uso la forchetta giusta" disse strappandomi una risata.
"Scusami, ti sto mettendo in imbarazzo" dissi dispiaciuta.
"Non pensarci neanche, Laila"
Guardai le occhiate che mi arrivarono.
"Si decisamente, si" scoppiamo a ridere.
Peter aveva insistito per pagare il conto e senza farmi sapere quanto avesse speso in modo che non potessimo dividercelo.
Solo lo champagne costava due occhi, quindi immaginai che avesse pagato molto.
Alla fine dei conti la serata era stata gradevole e anche lui.
E una volta uscita dal ristorante mi sciolsi di più.

Fermò la macchina un po' prima di arrivare all'entrata del dormitorio.
"Grazie per la serata" sorrisi.
Ecco la parte più imbarazzante.
"Senti non voglio correre e nemmeno spaventarti troppo ma" abbassò la testa " è che mi piaci veramente tanto" tornò a guardarmi.
Schiusi le labbra e non riuscii a dire nulla.
Oh cavolo.
"Oh beh" fu tutto ciò che uscì dalla mia bocca.
"Vorrei proprio baciarti" si avvicinò e mi mise una mano sulla guancia.

Oddio, no.
Prima che poggiasse le labbra sulle mie riuscii a girare la testa, così che baciò la mia guancia.
"Scusami, ma devo andare" dissi.
"Non volevo correre, è che mi prendi troppo e lo volevo più di qualsiasi cosa" Non risposi alle sue parole.
Annui e basta.
"Mandami un messaggio non appena sei in camera" mi disse.
Si, durante la cena ci eravamo anche scambiati i numeri.
"Va bene, ci vediamo domani" afferrai il mazzo di rose e uscii dalla macchina.
"si, buonanotte"
"buonanotte" dissi prima di chiudere lo sportello.
Partì e io mi incamminai verso la porta.
Ero quasi arrivata quando sentii qualcuno schiarirsi la voce.
La mia attenzione venne rapita da qualcuno seduto su un muretto avvolto da una nube di fumo.
"Scommetto che il principino ti piace molto" disse.
Non ci misi molto a riconoscere la voce.
"Non mi piace, ma è carino con me" affermai.
"È carino con tutte" sbuffò una nube di fumo.
"Chi sei tu per giudicarlo? Insomma, sai meglio di me che non dovresti" assottigliai lo sguardo.
Che diritto ne aveva?
Continuò a portare la sigaretta alla bocca, ad ispirare e buttare fuori fumo.
Forse era nervoso.
Si, mi accorsi da come tamburellava il piede a terra.
Lo era eccome.
Mi avviai verso la porta siccome non avevamo nulla da dirci.
Ma probabilmente lui non era d'accordo su questo.
"Amici" disse.
Confusa mi fermai all'istante.
"Cosa?"
"Amici" ripetè "È questo ciò che voglio in cambio" disse e mi guardò mentre buttò fuori il fumo.
"Tu ed io?" domandai.
Voleva sul serio che io e lui fossimo amici?
Ne saremmo stati veramente capaci di esserlo?
Non ci sopportavamo per niente e questo lo avrebbe reso impossibile.
Annuì.
"Gli amici si comprendono, si sopportano e soprattuto non chiedono cose in cambio di qualcosa. Perciò non credo saremmo mai amici." affermai.
"Io ho rispettato i nostri accordi" si alzò e si avvicinò "Adesso tocca a te farlo" buttò il mozzicone a terra e lo spense con la punta della scarpa.
Lo avevo ad un palmo da me.
"Hai mai avuto delle amiche?" gli domandai.
"No" rispose.
"Allora perché vuoi me come prima?"
"Perché tu non ti infilerai nel mio letto e io non mi infilerò nelle tue mutande" parlò sincero.
Fin troppo.
Allargai le palpebre e le sbattei un paio di volte.
Non poteva averlo detto sul serio.
"E se non volessi essere tua amica?" portai le braccia al petto.
"In tal caso le tue mutandine saranno in grave pericolo"
Rimasi nuovamente senza fiato dalla schiettezza con cui parlò.
Scossi la testa.
Mi aveva praticamente fatto capire che se non fossi stata sua amica ci avrebbe provato fino a che non avrei ceduto a lui?
Sarei mai ceduta a lui?
Probabilmente no, ma non dovevo correre il rischio.
"D'accordo"
Con un sorriso soddisfatto mi superò e si diresse verso la moto che vidi poco più distante.
"Ci vediamo domani, cenerentola" si girò verso di me "Cazzo quelle rose fanno veramente schifo, puzzano di cimitero"
Non risposi.
"Scommetto che non sono nemmeno del colore che ti piace" disse poi.
Mi bloccai alzando gli occhi al cielo.
Non avevo parole nemmeno per esprimere ciò che mi passava per la testa.
Come potevamo mai essere amici?
Dio, ma che avevo fatto.
Sospirai e rientrai.

Un volantino mi catturò la vista.
Forse perché Becky me lo aveva letteralmente appiccicato in faccia.
Lessi ciò che ci era scritto sopra.
"Festa strepitosa a casa White" sarcastica mi finsi emozionata "esilarante, sarà una festa così strepitosa dove tutti si ubriacheranno fino a perde il controllo di se stessi, fumeranno solo dio sa cosa e non voglio aggiungere parti profondamente e.. disgustosamente scomode"
"Quanto sei noiosa, sarà divertente" disse Becky.
Era molto festaiola, esattamente il contrario di me.
"Ci andremo tutte e tre, non puoi passare sempre le sere in camera a leggere" sospirò Ally.
"Lo sai che non mi piacciono" dissi. "E poi è tra un mese, chi diavolo fa delle locandine un mese prima?"
"Sei qui pure per staccare la spina, per divertirti e perché no, anche per andare alle feste" insistè.
"Va bene, d'accordo verrò" Mi arresi.
"Andrai dove?" un braccio mi circondò le spalle ma glie lo tolsi subito.
Ally e Becky si lanciarono un occhiata.
"Alla festa di White" disse Becky.
"Non fanno per te le feste" disse e cavolo se aveva ragione. "E poi è tra un mese, chi diavolo fa locandine per le proprie feste un mese prima?" concluse.
"Non ti ci mettere pure te" disse Ally puntandogli il dito contro.
Lui alzò le spalle.
"Ci vediamo dopo scuola, passo a prenderti" disse e andò via prima che potessi ribattere.
Incredibile che facevo parte di una conversazione senza dire nemmeno una parola.

"Cosa diavolo sta succedendo?" disse Becky.
"Vi state frequentando e non mi hai detto nulla?!" parlò Ally fingendosi piccata.
Sapeva che non era così, infatti era ironica.
"Siamo amici" dissi.
Mi guardarono  e poi mi scoppiarono a ridere in faccia.
"Amici?" chiese Ally ridendo.
"Josh non ha amiche, non le ha mai avute" Becky era incredula e ovviamente nessuna delle due mi credeva.
Le guardai seria e quando capirono che non stavo scherzando si lanciarono un'occhiata.
"O mio dio, è una cosa positiva?" chiese Ally a Becky.
"Non credo proprio" rispose l'altra. "Buona fortuna" mi fece l'occhiolino e prese Ally a braccetto e andarono via.
Non capii fin quando non mi girai.
Dietro di me avevo Peter.
"Ei, ti sei dimenticata di scrivermi ieri sera" disse sorridendo.
Non gli avevo mandato nessun messaggio.
Cavolo, me ne ero scordata completamente.
"Oh si, scusami è che ero stanca" Bugia.
"Tranquilla, che ne dici se ti passo a prendere oggi, dopo scuola" mi chiese.
Oh cavolo.
Ma perchè dovevo ritrovarmi in queste situazioni!
"Emh, in realtà avrei già un impegno" dissi.
Lui sembrò rimanerci male.
"Oh, allora faremo un'altra volta" si avvicinò e mi baciò la guancia prima di andare.
Appoggiai la testa sull'armadietto.
Dannazione.
Mi stavo cacciando in un guaio, vero?

Il pomeriggio non tardò ad arrivare.
Stavamo uscendo da scuola per la solita uscita secondaria.
"Peter è un ragazzo buono ma" dissi.
"Ma Josh non lo è, e temi che avere un minimo rapporto con entrambi possa rovinare qualcosa o metterli ancora più contro" concluse Becky al posto mio.
"Già, non ci voglio pensare" dissi.
Ci sedemmo su una panchina e per mia fortuna cambiarono discorso subito.
Dopo un paio di minuti qualcuno decise che la mia pace doveva finire in quel momento.
"Mi dispiace ma adesso è impegnata, principino" disse Josh appoggiando i palmi nel tavolo.
Lo guardai e sospirai.
"Veramente no" dissi.
Mi guardò male.
Diedi un bacio sulla guancia di Ally e ne mandai uno a Becky.
"Ci vediamo dopo" Le salutai e mi alzai afferrando lo zaino in spalla.
Josh iniziò a camminare verso il parcheggio ed io lo seguii.
"A cosa pensi cenerentola?" disse.
"Che forse ho fatto una grossa cazzata ad accettare di essere tua amica" risposi. "Non voglio che continuino a pensare che io e te, ecco.."
"Smettila di farti paranoie del cazzo, ho già risolto questo problema"
Quando passammo vicino ad altri studenti, nessuno osò guardarci.
"Vedi?" disse pieno di sè.
"Cosa hai detto per convincerli?" domandai.
"Nulla di cui devi preoccuparti, ormai è una storia chiusa" disse.
Annuii.
Arrivammo alla sua macchina e salimmo.
Non sapevo nemmeno dove voleva andare.
"Dove andiamo?" domandai.
"Lo vedrai" bene ora si che ero curiosa.
Partì sapendo solo lui verso dove.

~Elis
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Lost in Love - Persi nell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora