Capitolo 34- Sulla stessa strada

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Pov Laila

Il mio lavoro proseguiva a gonfie vele.
Era passata una settimana da quando avevo iniziato e decisamente andava molto meglio.
Avevo più o meno stabilito un programma delle cose da fare e Jack mi aveva persino dato un nuovo compito da svolgere.
Che gentile!
Si fu ciò che pensai anch'io quando sorridendo mi disse che aveva una mansione nuova da farmi svolgere.
Beh sicuramente ciò che non pensai era che mi disse di fare anche da lavapiatti.
Ebbene si, le mie orecchie avevano ben capito.

Ormai mi era più che evidente di non stargli molto simpatica e probabilmente un motivo era che ancora lavoravo lì con lui.
Non riuscivo a capire perché sin dal primo giorno continuava a ripetermi che non avrei continuato a lavorare lì ancora per molto.
Chiaramente lui cercava in tutti i modi di farmi arrivare all'esasperazione.
Ma poco mi interessava.
In fin dei conti ero libera di fare ciò che volevo e se volevo continuare lo avrei fatto a prescindere da tutto ciò che diceva o voleva.
Di certo non sarebbe stato lui a farmi dubitare del contrario.
Ero lì per lavorare in fin dei conti, anche se avere un collega antipatico faceva parte di quello.

Il Nives Bar era già pieno.
Non ne fui per niente stupita.
Ogni sera da una settimana a questa parte non l'avevo mai visto vuoto o con poche persone.
Molti dei clienti che venivano erano sempre gli stessi, anche se c'erano parecchi visi nuovi.

Stavo lavando dei bicchieri quando Jack si parò di fianco a me.
Probabilmente voleva incaricarmi di nuovo qualcosa da fare.
O meglio, ordinarmi di fare qualcosa che probabilmente non voleva fare lui.
Lo faceva spesso.
"Quei ragazzi al tavolo non si serviranno da soli" seguii il suo dito che mi indicò un tavolo pieno di ragazzi.
"Sto finendo di ripulire i bicchieri, potresti andare tu per questa volta?" domandai.
"Nemmeno al bancone si serviranno da soli, io penso a quelli, tu vai al tavolo" disse sbrigativo prima di lasciarmi lì con le mani insaponate.
Sbuffai pesantemente.
Non mi infastidiva ciò che mi ordinava di fare,
mi infastidiva solo il modo di fare che mi riservava ogni volta nel dirmi le cose.

Mi risciacquai le mani e dopodiché mi avvicinai al tavolo dei ragazzi per prendere l'ordine.
Alcuni mi davano le spalle e a giudicare da quelli che invece vedevo in volto, sembravano ragazzi nuovi che non erano mai stati lì.
Avanzai tranquillamente fino a pararmi di fronte a loro.
Proprio quando ero davanti a tutti fui spiacevolmente sconvolta da chi c'era seduto davanti a me.
Mi maledissi per non aver insistito di più ad aver fatto andare Jack.

Uno dei tanti ragazzi seduti al tavolo purtroppo, per mia grandissima sfortuna era quel grandissimo stronzo di Stain.
Non mi intimorivano ma al solo pensiero della situazione in cui era stato presente mi si stringeva lo stomaco.
"Cosa volete ordinare?" finsi di sorridere.
Volevo sprofondare.
"Guarda un po' chi si rivede" sorrise divertito.
"Fossi in te non ne sarei affatto contento" dissi sfacciata per poi ridurre gli occhi in due fessure.
Non gli avrei permesso di sovrastarmi ancora.
"Al contrario, lo sono eccome"
Se solo..
Se solo niente.
"Io no" dissi anche se qualcun altro lo sarebbe stato ancora di meno.
"Cosa ordinate?" mi rivolsi agli altri sperando di trovare qualcuno migliore di Stain per segnare quel maledetto ordine.
"Te" congelai "Ordiniamo te" parlò un'altro.
Mi tornò in mente quel pomeriggio insieme alle ragazze, dove un gruppo di schifosi come quello che avevo davanti aveva messo Chloe in una situazione a dir poco spiacevole.
Per un attimo restai ferma a guardare il ragazzo che aveva parlato.
Perché aveva una faccia familiare? Forse quel pomeriggio c'era anche lui?

Non sapevo se scoppiare a piangere o a ridere.
Scelsi la seconda.
Non mi sarei mostrata sensibile o toccata dai loro commenti.
Quelle erano persone che si nutrivano della paura degli altri e non gli avrei permesso di sottomettermi alla loro prepotenza.
"Credo che rimarrete a bocca secca allora" feci per andare ma quell'idiota mi bloccò per il braccio.
Tutte le mie convinzione si stavano rompendo.
"Non sapevo che le cameriere fossero tutte così stronze"
Fortunatamente ero abbastanza lucida da rimetterlo al suo posto.
Forse anche perché vidi Jack che si stava avvicinando a noi e questo mi fece sentire meglio.
"Hai beccato quella sbagliata" dissi a denti stretti "Ora se non ti dispiace devo tornare al mio lavoro, non ho tempo da perdere" dissi cercando di togliermi da sotto la sua presa.
"Che succede?" Jack era dietro di me.
"Qualche problema?" continuò.
"Nessuno, i ragazzi sono a posto così" dissi sorridendo.
Quando mi girai gli feci un'occhiata per fargli capire di allontanarci.
"Bene" si mosse dopo di me lanciando uno sguardo fulminante al gruppo.

Lost in Love - Persi nell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora