Capitolo 32- Delusione

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Pov Laila

Leggere da sempre è stata la mia scappatoia.
Quello che si creava nella mia testa ogni volta che avevo il libro in mano mi faceva evadere dal mondo reale.
E a volte è stato anche l'unico modo per smettere di pensare a ciò che pensavo sempre, ogni giorno.

Il tempo passò in fretta e quando vidi tutti alzarsi capii che era ora di andare via.
Raccolsi tutte le mie cose e uscii dalla biblioteca.
Guardai il lungo corridoio che dovevo percorrere illuminato solo dalla luce che penetrava dalla porta in fondo.

Mancava un giorno e avrei iniziato a lavorare.
La cosa però ne mi entusiasmava ne mi intimoriva.
Anzi, avevo un forte senso del dovere da quando fui costretta a prendere la mia vita in mano ed aver ottenuto un lavoro in questa nuova città era solo una soddisfazione.
Mia nonna diceva sempre che niente regala niente.
E sin da subito, già dall'infanzia compresi che ciò che si ottiene con il proprio impegno e sacrificio ha un sapore diverso.

Quando uscii dalla scuola venni accolta da un fresco venticello, così mi strinsi nella giacca che indossavo.
Camminai lungo la strada per tornarmene in dormitorio.
Non mi aspettava nessuna giornata particolare, probabilmente avrei dormito tutto il pomeriggio.
Avevo la testa che scoppiava.
Presi il solito sentiero che ormai percorrevo sempre per tornare in dormitorio.
Era una scorciatoia per arrivare prima e restare un po' da sola.
Vicino la stradina c'era una parco dove spesso si ritrovavano gli studenti della mia scuola ma anche di altre o semplicemente bambini con i propri genitori o fratelli con cui giocavano.
La stradina era completamente isolata da alberi e coperta di foglie.

Non c'era niente che mi facesse venire il malumore.
La mia stagione preferita, passeggiare e tornare in dormitorio dopo aver fatto una dee cose che amavo fare.
Tutto andata per il verso giusto.
O quasi.
Quasi perché proprio quando vieni avvolta da una grande pace e tranquillità i pensieri tornano a bussare.
Pur volendo costringermi a non pensare a ciò che era successo in mensa purtroppo la mia testa vagava li continuamente.
Non riuscivo a smettere di pensare ai suoi occhi pieni di rabbia, fuori controllo.

A turbarmi non era tanto ciò che la gente dicesse o semplicemente pensasse di me, di lui, di noi, se c'era.
Credevo solo una cosa.
Ed è stata quella la delusione più grande.
A lui non importava di come mi potessi sentire dopo quello che aveva fatto.
So che lo aveva fatto con l'intenzione di 'proteggermi' da quello stronzo di Stain, ma come lo aveva fatto?
Con una brutalità che non avevo mai visto e che non pensavo potesse avere.
Lo meritava quell'idiota, certo che meritava una lezione.
Ma vedere Josh agire in quel modo aveva provocato in me qualcosa.

Dopo pochi minuti arrivai all'entrata del dormitorio.
Entrai e fui piacevolmente accolta dal calore della stanza.
Rivolsi un saluto alla governante che mi sorrise dolcemente.
"Tesoro, devi essere molto fortunata! Il tuo ammiratore segreto non molla la presa" disse strisciando sopra il ripiano una lettera.
Un'altra.
"Non credo sia un ammiratore segreto" le sorrisi.
"Ah no?" disse dispiaciuta. "In questo caso non farò altre domande"
Mi porse la busta che presi sospirando.
"Buona serata" le sorrisi.
"A te mia cara"

Feci le scale e raggiunsi il mio piano.
Lungo il corridoio fissai la busta che avevo in mano finché non arrivai alla porta della mia stanza.
Presi le chiavi dalla borsa e finalmente entrai.
Non vedevo l'ora di tuffarmi sul letto e restarci fino a che la sveglia avrebbe nuovamente suonato.
"Ei, sta sera serata cinema?" mi propose Ally.
"Non lo so, sono un po' stanca" disse sedendomi sul letto.
Stava per dire qualcosa ma la sua attenzione fu catturata da ciò che fissavo.
"Non mi dire! Di nuovo?" Ally si precipitò vicino a me.
Senza dire niente aprii la busta e presi la lettera all'interno.
 
Ciao Laila, spero tu non ti sia dimenticata di me, so che dovevo aspettare la tua telefonata ma non riuscivo più ad aspettare.
Spero tu stia bene.
Ti aspetto.
A presto.
Con affetto.

Prima che Ally potesse chiedermi qualcosa glie la feci leggere.
"Pensi di poterti fidare di quella donna?"
"Non lo so" sbuffai "Ora non voglio pensarci, ho bisogno di dormire, mi scoppia la testa"
"Certo, se ti va sta sera possiamo fare qualcosa insieme, c'è un film stupendo al cinema, se ti va"
"Si, mi va" sorrisi.
"Bene, ma ora riposa però" disse alzandosi dal letto.
Mi tolsi le giaccia e mi stesi sul letto.

Poco dopo crollai.


"Okay devo ammettere che forse dovevo leggere bene prima di comprare i biglietti" scoppiò a ridere Ally.
"Sei la solita, è per questo che li compro sempre io" risi.
"Ei, non fare la stronza" rise ancora.
Aveva sbagliato a prendere biglietti, anziché prendere quelli per il film che volevamo vedere ne aveva presi due per un film horror che non ci era piaciuto per niente.
Il bello è che non ce ne siamo nemmeno rese conto in tempo, ma solo quando era iniziato.

Salimmo in macchina per tornare in dormitorio.
Non era tardi ma ero ancora stanca.
"Ieri mi ha chiamato mamma" disse.
"C'è qualcosa di strano, vi sentite regolarmente no?"
So che si sentivano ogni giorno, sia con la mamma che con il papà.
Non capii cosa ci fosse di strano.
"Si, non è questo, mi ha chiesto una cosa" mi guardò.
"Cosa?" le sorrisi.
"Lo so che ancora manca molto ma voglio che ci pensi prima di darmi una risposta o peggio ancora di dirmi subito no. Stai da noi a Natale? I miei sono felicissimi se tu decidessi di passarlo con noi e io non immagini quanto lo sia se tu accettassi"
Oh.
"So cosa ti sto chiedendo e so che per te non è facile"
"Ally" dissi giocando nervosamente con le dita.
"So cosa significa per te, so quanto costa per te, ma io non posso nemmeno pensarci di lasciarti da sola, a Natale soprattutto" disse.
"Ally io.." la guardai.
Prima che potessi continuare mi prese le mani tra le sue.
"Non voglio che tu me lo dica adesso, non voglio che tu me lo dica ne domani ne la prossima settimana, prenditi il tuo tempo, pensaci e sai che qualsiasi cosa tu scelga non importa perché troverò la soluzione"
Non dissi niente le sorrisi e basta.
I miei occhi erano gonfi di lacrime.
Lacrime che ancora non avevo imparato a gestire.

Sarebbe stato il mio primo natale da sola.
Senza papà.
No.
Non lo poteva essere davvero.
Mi spaventava l'arrivo di quel giorno.
E lo so è uno stupido giorno come tutti gli altri che passavo senza di lui.
Ma quel giorno tutti lo avrebbero passato con la propria famiglia e parenti.
Dai pranzi con i genitori, nonni, zii, cugini e tanti altri.
E io..
Beh io non avevo più nessuno.
Non che i miei Natali passati siano stati pieni di cenoni di famiglia, no.
Niente di tutto questo.
Ma avevo ancora l'unica persona della famiglia con cui festeggiarlo.

E quest'anno cosa avevo?
Niente.
Non avevo niente.

~Elis
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Lost in Love - Persi nell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora