Pov LailaOcchi sdegnati e sguardi invadenti non tardarono ad arrivare appena misi piede dentro la scuola.
Insomma, erano le otto di mattina e il mio grado di sopportazione era fin troppo basso per riuscire a ignorare insinuazioni così assurde, ma soprattutto non vere.Proseguii le lezioni resistendo alla tentazione di strapparmi i capelli uno per uno dal nervoso.
La lezione era finita e mentre finii di raccogliere le mie cose per andare alla prossima, Ally si avvicinò.
Aveva capito che ero molto nervosa.
"Pensi che Josh riesca a mettere un punto?"
"È quello che spero" dissi. "Se è al centro di così tante voci, avrà sicuramente il 'potere' di metterne la fine" mimai le virgolette.
"Sicuramente farà del suo meglio" parlò poi Becky.
"Solitamente non se ne cura molto di queste cose quando sono vere, per cui penso che stavolta, siccome non lo sono ed essendo l'unica volta, lo faccia eccome" concluse.Uscendo dall'aula vedemmo un raduno di studenti nel corridoio che fissavano qualcosa di ben preciso.
Quando ci avvicinammo non potevo credere ai miei occhi a ciò che stavo vedendo.
Josh stava bloccando un ragazzo attaccato agli armadietti per il colletto.
Quando gli avevo detto di fare qualcosa non intendevo di prendere qualcuno per il collo!
"Sono stato abbastanza chiaro?" disse e la sua voce riscontrò come un tuono a cielo sereno.
Lasciò il ragazzo che cadde a terra spaventato.
Soltanto quando vidi il ragazzo in faccia notai che io quel ragazzo lo conoscevo.
Era Peter.La persone si allontanarono ed io mi precipitai verso di lui.
Si stava toccando il collo con una mano.
Non appena mi vide avvicinarmi si alzò subito.
"Peter stai bene?" gli domandai.
Ero veramente preoccupata.
"Sto bene, tranquilla" Era molto freddo.
Sembrava essere seccato.
Mi superò e si girò lanciando un'occhiataccia prima a me e poi dietro di me.
Scosse la testa e proseguì.
Capii subito chi avevo dietro.
"Ma che diavolo ti è saltato in testa!" sbottai contro Josh.
"Ho fatto ciò che mi avevi chiesto di fare" alzò le spalle.
"Non ti avevo detto di prendere Peter per il collo, dannazione"
"Mi sono permesso di aggiungere questo particolare" era completamente indifferente.
Lo guardai assottigliando gli occhi incredula.
Poi furiosa lo lasciai lì e me ne andai.Uscii da scuola ma dalla porta dietro che dava su un giardino pieno di panchine dove gli studenti potevano studiare.
Mi misi su una panchina libera e tirai fuori i compiti che dovevo fare.
Passai buoni minuti a farli in completo silenzio, finché..
"Posso aiutarti, sono bravissimo in matematica"
Alzai lo sguardo e incrociai quello di Peter.
"Un aiuto sarebbe ben accetto" dissi accennando un sorriso.
Tolsi lo zaino dalla panchina e lo invitai a sedere.
"Pensavo ce l'avessi con me, sai per.." abbassai la testa.
"Come potrei, non era colpa tua" disse.
"Ero solo arrabbiato" concluse.
Lo guardai negli occhi e lo vidi sincero.
"Ma potresti comunque accettare un'invito a cena" affermò.
"Si, perché no" sorrisi.
"Allora, stasera?" disse.
"Stasera" confermai.
"Ti passo a prendere alle otto" disse.
Si alzò dalla panchina e caricò il suo zaino in spalla.
"Non dovevi aiutarmi in matematica?" domandai.
"Ti aiuterò volentieri un'altro giorno" disse.
"È una scusa per passare del tempo con me per caso?" gli domandai.
"Può essere" rispose e io scoppiai a ridere.
Mi salutò ed io feci lo stesso.
Appena finii i compiti tornai in dormitorio.Erano quasi le otto e aspettavo che Peter arrivasse.
Scesi le scale per aspettarlo già fuori quando vidi Elizabeth salirle.
Non era sola però.
Josh era al suo fianco.
I ragazzi potevano entrare nel dormitorio delle ragazze? Non credevo ma non mi stupivo affatto di vederlo lì.
Mi squadrò e quando li superai sentii lei dire qualcosa.
"Chissà chi è tanto stupido da uscire con una come lei" disse prima di ridere.
Mi fermai e mi girai verso di lei.
Avrei potuto essere indifferente, si avrei.
"Sai non è carino dare dello stupido al proprio fratello" non appena pronunciai queste parole si girò nella mia direzione.
Si inviperì all'istante e quando capii di essere stata colpita in pieno ancheggiò sparendo per il corridoio.
Josh invece rimase lì.
Fermo in cima alle scale.
Mi guardò dalla testa ai piedi e io guardai lui in viso.
Non so cosa stessi aspettando da lui ma, quando capii che non avrebbe aperto bocca uscii dal dormitorio.L'aria gelida mi colpì in viso e mi strinsi nella giacca.
Fortunatamente dovetti aspettare pochi minuti prima che Peter arrivò.
Aprii la portiera e mi sedetti.
"Sei splendida" mi sorrise.
Poi mi porse un mazzo di fiori.
Erano delle rose rosse, forse un po' troppo frettoloso?
"Sono bellissime, ma non dovevi" Le mie preferite in assoluto erano quelle bianche, erano il mio fiore preferito, ma anche queste erano belle.
"Tu lo sei ancora di più" A quel complimento sorrisi imbarazzata.
"Smettila prima che arrossisca subito" dissi.
"Bene, andiamo, spero ti piaccia il cibo italiano, ho prenotato in un posto molto carino"
"Si è perfetto" Non avevo mai mangiato cibo italiano.
Partì piano e aumentò poco alla volta.
A differenza di Josh era molto meno spericolato.
Rispettava ogni limite di velocità e ogni cartello stradale e non solo i semafori come lui.
Mi maledissi mentalmente per aver pensato a Josh quando non volevo.Durante il tragitto verso il ristorante ci fu un lungo e imbarazzante silenzio.
Non appena arrivammo e scendemmo dalla macchina vidi il ristorante di lusso che lui aveva definito carino.
Quello era carino? No, era incantevole.
Guardai i miei vestiti e sospirai.
Non ero per nulla adatta a quel posto.
"Qualcosa non va? Non ti piace qui?"
"No, è bellissimo, ma i miei vestiti.." non mi aspettavo di certo un posto così.
"Non importa, andiamo" mi prese dolcemente la mano e anche qui non potevo non notare la differenza tra la sua dolcezza e la dannata forza di Josh.
Cazzo, dovevo smetterla subito.
Strizzai gli occhi e scacciai via pensieri che non dovevano invadermi la testa.Entrammo e venni abbagliata dal bianco che splendeva brillante sulle luci, nelle pareti e ovunque.
Questo posto mi urlava povera in ogni lingua.
"Abbiamo un tavolo prenotato per due" disse Peter al cameriere.
"Si da questa parte" Ci fece strada verso il nostro tavolo.
Mentre camminavo speravo con tutta me stessa che il pavimento potesse risucchiarmi.
Il disagio mi stava mangiando viva.
Erano tutti vestiti eleganti ed io beh... io a confronto di loro sembravo una senza tetto.
Quando mi beccai occhiate di superiorità da chi sedeva ai tavoli volevo sparire subito.
"Prego, vi lascio i menù" disse il cameriere prima di andarsene.
Mi sedetti e Peter fece lo stesso.
Vicino il piatto c'erano tre forchette, dall'altro lato un coltello e un cucchiaio.
Sopra il piatto invece c'erano una forchettina e un cucchiaino, un bicchiere e un calice bellissimo.
"Non bastava una forchetta?" pensai, ma mi resi conto troppo tardi di averlo detto in realtà.
Peter scoppiò a ridere, ma io ero seria.
"Una è per il primo e una per il secondo, l'altra non ho la più pallida idea a cosa serva" mi spiegò e rise.
Ma non feci altro che ripetermi la stessa domanda, non ne bastava una?
E poi quale avrei dovuto usare per il primo e quale per il secondo?
Non potevo crederci che mi facevo dei problemi per delle stupide forchette.Guardai il menù e per poco non mi venne un colpo.
Non erano solo le forchette e i miei vestiti ad essere un problema quando vidi i prezzi.
Così scelsi le cose che costavano meno.
Una volta che avevamo deciso ordinammo.
Peter ordinò anche un champagne."Allora cosa ne pensi di questo posto? Ti piace?"
"Si è molto bello" dissi.
"Mi fa piacere, i proprietari sono i miei zii"
Il cameriere portò la bottiglia dentro un contenitore pieno di ghiaccio.
Aprì la bottiglia e ce la versò nei calici.
Poi andò via nuovamente.
Lo assaggiai prendendo un sorso piccolo.
Era buono ma preferivo qualcosa di meno, come dire, meno raffinato.
Ma se avessi chiesto un tè o una coca cola, probabilmente mi avrebbero cacciato a calci.Mentre aspettavamo i nostri ordini Peter iniziò la conversazione chiedendomi di me e parlando di lui.
La conversazione era molto più gradevole di tutto il resto.
Perciò per quei minuti scacciai via un po' di disagio.~Elis
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Lost in Love - Persi nell'amore
RomanceLaila Smith è una ragazza di quasi 21 anni, che nonostante la giovane età ne ha passate di tutti i colori: dall'abbandono della madre alla morte del padre. È una ragazza determinata ma allo stesso tempo fragile. L'unica persona su cui può far affid...