Capitolo 23- 'Guerra e pace'

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Pov Laila

Era da un paio di giorni che andavo a scuola e saltavo tutti i corsi e lezioni che avevo in comune con Josh.
Il mio piano di ignorarlo era cominciato e avrei fatto di tutto per potarlo avanti.
Nelle pause mi nascondevo nei bagni o dietro le scaffalature della biblioteca.
Quando lo vedevo cambiavo strada alla velocità della luce o mi nascondevo ovunque.
Avevo obbligato Allison e Becky a non dare informazioni su di me se gli veniva chiesto.
Così il problema era risolto.
Dopo quel giorno che ci stavamo per baciare mi ero letteralmente imposta di stargli alla larga per non ritrovarmi in strane situazioni che non potevo controllare.

Una volta finite le lezioni scappai di corsa fuori la scuola.
Avevo già avvisato Allison e Becky che non sarei tornata con loro in dormitorio.
Dovevo assolutamente ricomprare un telefono dato che il mio era diventato solo un brutto ricordo.
Completamente distrutto e irreparabile.
Quindi dovevo prenderne uno nuovo ma per farlo avevo bisogno di soldi, dato che al momento non potevo permettermelo siccome il college era già abbastanza costoso e non potevo usare i soldi che avevo da parte in altro se non per pagarmelo.
Ma per avere soldi in più, avevo bisogno di un lavoro.
Quindi dovevo trovarne uno ed ecco dove stavo andando.
Girai e cercai bar, negozi e qualsiasi altro posto.
Chiesi se avessero bisogno di qualche altro dipendente ma molti mi dissero che erano al completo, altri che non avevano bisogno.

Qualche ora dopo, stavo ormai per perdere le speranze, così mi ordinai per consolazione un frappé alla fragola con la panna.
E mentre bevevo la mia consolazione e camminavo per tornare in dormitorio, passai davanti ad un locale e mi accorsi che nella vetrata c'era un foglio attaccato.
Così mi avvicinai e lo lessi.
Ti prego fa che..

'cercasi personale' diceva.

I miei occhi si illuminarono, afferrai il foglio ed entrai subito.
Era completamente vuoto tranne per un gruppo di uomini in un tavolo che parlavano mentre bevevano birra credo.
Vidi un ragazzo pulire e sistemare i bicchieri sopra delle credenze, così mi avvicinai.
"Scusami" mi schiarii la voce "ho letto questo e mi stavo chiedendo se potessi fare al caso vostro"
Il ragazzo guardò il volantino e poi me prima di tornare a fare ciò che stava facendo senza degnarmi di una risposta.
Alzai le sopracciglia.
"Scusami" lo richiamai.
"È la seconda volta che ti scusi, prima che tu lo faccia per la terza ti consiglio di non insistere per lavorare qui" disse.
Mah che diavolo...
"Ah no? perché non dovrei sentiamo?" incrociai le braccia.
"Perché qualsiasi donna abbia lavorato qui non è durata per più di due giorni e mi sono dovuto fare il doppio culo poi, quindi risparmiami la fatica"
"Ho l'impressione che se dovessi lavorare qui quello che non durerebbe neanche due giorni sia tu, Jack" dissi prendendo un sorso di frappè.
Guardò il suo nome sul cartellino attaccato alla sua divisa e poi storse la testa.
"da quella parte" mi indicò con un dito.
Seguii la direzione confusa.
"cosa?"
"per il colloquio di lavoro, non pensavi mica sarebbe bastato parlare con me?" disse appoggiandosi al bancone.
Feci un smorfia di fastidio e andai nella direzione che mi aveva indicato.
Raggiunsi una porta e feci la rampa di scale per il piano superiore.
Bussai e attesi impaziente.

La porta dopo qualche istante si aprì e un uomo in giacca e cravatta mi sorrise.
"Cosa ci fa questa bella signorina alla mia porta?Piacere sono Robert" mi porse la mano
"Piacere mi chiamo Laila" la strinsi "Ho letto che cercate personale e io sto cercando lavoro quindi, mi chiedevo se..."
"Sei assunta" disse.
"Davvero!?" dissi.
Diciamo che mi aspettavo il mio colloquio di lavoro un po' più lungo e argomentato.
"Si!" rispose
"O mio dio grazie, le assicuro che non se ne pentirà" dissi entusiasta.
Scoppiò a ridere.
"Oh lo so che non sarò io a pentirmene, ma provare non costa nulla" sorrise.
"Non sarò nemmeno io" dissi, avevo capito che si riferiva anche lui alle stesse cose che mi aveva detto Jack "Ce la farò"
"Questo lo vedremo" disse "bene, il tuo turno inizierà tra cinque giorni, presentati qui alle nove in punto, la divisa te la darà Jack quando verrai. Ora cara Laila ho del lavoro da finire, ma è stato un piacere conoscerti e benvenuta"
"Si grazie mille, capo...signore...signor Robert" non appena mi resi conto spalancai gli occhi e mi diedi una botta in testa mentalmente.
"chiamami solo Robert, cara"
"Si, grazie Robert...di nuovo" dopo essere diventata rossa come un pomodoro corsi su per le scale.
Immaginavo già di perdere il lavoro due minuti dopo averlo preso.

Scesi le scale e tornai giù.
Guardai Jack e pensai alla sua faccia quando avrebbe scoperto che tra esattamente cinque giorni avrei iniziato a lavorare con lui.
Già mi veniva da ridere.
"Ciao Jack, ci vediamo tra cinque giorni" salutai il mio nuovo collega e presi un sorso di frappè.
Lo vidi scuotere la testa prima che uscii dal locale.
Sospirai e parlai a me stessa.
"Ho un lavoro" era così entusiasta da non crederci.
Sebbene in passato avessi già lavorato stavolta era diverso.
Fiera tornai in dormitorio.

Il pomeriggio volò e così anche la sera e in un batter d'occhio la sveglia iniziò a suonare come ogni mattina.
Con tutta la mia volontà riuscii ad alzarmi dal letto e venti minuti più tardi mi trovavo già davanti la scuola.
Le lezioni iniziarono ed il mio piano stava continuando con successo.
Mi domandavo per quanto sarebbe continuato dato che era molto difficile che sarei riuscita ad evitarlo fino alla fine dell'anno scolastico.
Anche se avrei voluto.
Ma per il momento tutto stava andando perfettamente.
E quel giorno sembrava essere proprio il mio giorno fortunato.
Non avrei dovuto nascondermi o saltare corsi.
Josh non era a scuola e io potevo stare tranquilla.
Così camminai per i corridoi, completamente allo scoperto, insieme alle mie amiche per andare alla prossima lezione.
Soddisfatta e con un sorriso a trentadue denti.

Un sorriso che durò molto poco però.
Nella mia visuale spuntò, dal fondo del corridoio, proprio chi non avrei voluto incontrare.
Lo vidi camminare sicuro di sè proprio nella direzione dove non doveva camminare.
Così lasciai le mie amiche lì e corsi dentro la biblioteca.
Non feci nulla di diverso da quello che avevo già fatto.
Mi abbassai e cercai di vedere tra le fessure in mezzo ai libri se mi aveva visto e mi stava seguendo.
Ma di lui nessuna traccia.
Così tirai un sospiro di sollievo.

Ma svanì subito quando lo vidi entrare guardandosi intorno.
Così mi abbassai e smisi di guardare.
Camminai chinata lungo tutta la scaffalatura e passai a quella dopo.
Tirai su il cappuccio e feci finta di cercare qualcosa.
Finsi di leggere i titoli dei libri mentre guardavo se si stava avvicinando.
Mi finsi interessata ad un libro mentre ero attenta a vedere o sentire tutto.
Sentii qualche rumorino e con la coda dell'occhio vidi che era stato preso un libro proprio davanti a me ma dalla parte opposta a dove ero.
"Guerra e pace, mh" oh cavolo.
Conoscevo quel libro, ma non era questo l'importante.
Il problema è che quella voce la conoscevo fin troppo bene.
Oh dio.
Ero stata beccata, ma non ancora del tutto.

Così mi abbassai lentamente e mi spostai.
Camminai silenziosamente ma velocemente fino alla porta della biblioteca.
Non appena uscii presi a correre verso il bagno.
E come una vera idiota andai contro qualcuno.
"Scusami" dissi prima di scappare.
Non alzai la testa per guardare chi fosse, ma mi coprii di più la faccia con il cappuccio in modo da vedere solo il pavimento.
Quando finalmente raggiunsi il bagno, mi chiusi a chiave e respirai a fondo con la schiena contro la porta.

Pff, sta volta l'avevo scampata per un pelo...

Dopo un paio di minuti aprii leggermente la porta e sbirciai se ci fosse qualcuno.
Non c'era nessuno, bene.
Feci per uscire ma mi accorsi di un foglietto per terra.
Così lo raccolsi e lo aprii.

'Non scapperai ancora per molto cenerentola'

"Questo è da vedere capitano" parlai.

~Elis
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Lost in Love - Persi nell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora