Lost in Love - Persi nell'amore

Capitolo 29- Nanerottola

Pov Josh

"Stronzo" sentii brontolare Allison prima di sbattere la porta.
Mi sedetti sul divano, vicino Nathan e chiusi gli occhi per rilassarmi un po'.
"Che hai combinato, stavolta?"
Mi facevo la stessa domanda.
"Niente" alzai le spalle.
"La mia biondina sembrava avercela con te"
Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne afferrai una, poi le girai verso Nathan aspettando che ne prendesse una anche lui.
L'accesi e sbuffai una nuvola di fumo.
"Allora?" mi invitò a parlare.
"Allora cosa?" lo guardai male.
"Che è successo con Laila?" disse.
"Niente di importante" soffiai fumo.
"Sul serio?" disse alzando le sopracciglia con tono accusatorio.
"Da quando ti interessi della mia situazione con le ragazze?" domandai sconvolto e confuso dal suo tanto interesse.
"Si tratta di Laila, Josh, non di altre ragazze"
"Non è lo stesso?" dissi cone uno stupido.
Cazzo.
No che non lo era e lo sapevo più che bene.
"Dimmi che non te la sei fatta" disse incurvando le sopracciglia.
"Non me la sono fatta, Nathan. Ci siamo solo baciati" dissi.
"L'hai baciata e hai fatto lo stronzo subito dopo, non è vero?" domandò infastidito.
"È la cosa migliore per lei" guardai la sigaretta consumarsi.
"Cosa è meglio per lei Josh? Di sicuro non questo"
"Stare fuori dai miei casini"
"Non avresti dovuto baciarla, allora " disse.
Non risposi, lo ignorai soltanto.
"Vado a farmi una doccia. Ti aiuto ad andare in camera" dissi alzandomi.
Lo aiutai e lo feci stendere sul letto della sua camera.
Poi mi buttai sotto il getto d'acqua calda per almeno un ora.
Avrei voluto sciacquare via ogni pensiero che girava nella mia testa.
Eppure da quando avevo assaporato le sue labbra morbide e lisce non riuscivo a smettere di pensarci.
La sua bocca semiaperta, i suoi occhi dolci che quasi mi imploravano, il suo cuore battere forte.
Tutto viaggiava per la mia testa.
E maledizione, non andava per niente bene.
Cazzo.

Quando finii, uscii dal bagno e incrociai nel corridoio Becky e Liam.
Gli feci un cenno per salutarli.
Non li avevo neppure sentiti rientrare.
"Ho dato un antidolorifico a Nathan, ora sta riposando" parlò Becky.
Annuii.
"Liam, dobbiamo parlare di questa storia" dissi.
"Domani, d'accordo?" disse.
"Certo, vai pure"  Gli diedi una pacca sulla spalla e gli lanciai un'occhiata.
"Siete disgustosi" parlò infastidita Becky prima di entrare in camera.
"Io non ho detto niente" Replicò Liam prima di scomparire nella sua stanza.

In completo silenzio entrai nella mia stanza.
Tolsi l'asciugamano dalla vita e presi un paio di boxer dall'armadio.
Poi mi infilai sotto le lenzuola cercai di dormire.

Il silenzio della casa mi assordiva.
Il buio della mia cameretta mi abbracciava.
Il terrore mi consolava.
Il dolore riempiva il mio corpo e la paura si annidava dentro di me sempre di più.
Le lacrime mi accarezzavano le guance mentre fissavo il nulla.
Con le mie minuscole braccia mi circondai le ginocchia stringendole fino al petto.
Aspettai che qualcuno venisse a salvarmi.
Ma come tutte le volte, nessuno mi salvava.
Nessuno.

In tutte le storie che leggevo, i bambini venivano sempre protetti ed erano felici e spensierati.
Io, però, non ero nessuno di quelli.
Ero solo un bambino condannato a soffrire.
Condannato all'odio.
E mai nessuno mi avrebbe protetto dall'inferno che avevo intorno.

Ma una storia riusciva sempre a farmi credere il contrario, a farmi pensare che forse c'era una piccola speranza anche per me.

Un antica leggenda narra di un amore impossibile.
Il sole e la luna.
La luna, bella e solitaria, condannata all'oscurità, privata del giorno e della luce.
Il sole, splendente e raggiante, condannato alla luce, privato della notte e del buio.
Ma l'amore si sa, non ha ne regole ne limiti e nonostante la loro condanna, sole e luna continuarono a brillare l'un per l'altro e ad amarsi seppur separati in eterno.
Quando un giorno, ai due gli venne concesso un solo momento per unirsi.
L'eclissi.